Pensione di reversibilità: ecco quando Inps la toglie subito

La pensione di reversibilità è riconosciuta ad un'ampia platea di beneficiari, ma sono altrettanto numerosi i casi in cui la perdi all'istante.

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La pensione di reversibilità è una delle prestazioni riconosciute dall'Inps ad una particolare tipologia di beneficiari.

Pensione di reversibilità e pensione diretta: le differenze

Al fine di sgombrare il campo da qualsiasi equivoco, parlando di pensione ai superstiti è bene fare una distinzione tra pensione di reversibilità, riconosciuta in caso di decesso del pensionato, e pensione indiretta, erogata ai familiari superstiti del lavoratore deceduto.

Pensione di reversibilità: ecco la lista dei beneficiari

La pensione di reversibilità spetta al coniuge o alla persona unita civilmente con il pensionato defunto, ma anche al coniuge divorziato, a patto che sia titolare dell'assegno divorzile e che non sia convolato nuovamente a nozze.

Tra i beneficiari della pensione di reversibilità compaiono anche i figli inabili, i figli minorenni, ma anche quelli maggiorenni studenti che non lavorano e che frequentano l'università, con il riconoscimento dell'assegno fino al 26esimo anno di età.

La pensione di reversibilità spetta anche ai figli maggiorenni studenti che non lavorano e che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21° anno di età.

Se non ci sono figli e coniuge, la pensione di reversibilità passa ai genitori del pensionato, a patto che al momento della sua morte abbiano più i 65 anni di età. non siano titolari di pensione e risultino a suo carico.

Tra i beneficiari, dopo i genitori troviamo anche fratelli e sorelle nubili che siano inabili al lavoro, non ricevano già una pensione e siano a carico del pensionato deceduto.

La pensione di reversibilità è riconosciuta ai vari beneficiari in percentuali diverse e tiene conto anche della loro situazione reddituale.

Pensione di reversibilità: ecco quando l'Inps la toglie all'istante al coniuge

E' bene sapere che il diritto a questa prestazione erogata dall'Inps è assoggettato al rispetto di determinati requisiti, il venir meno dei quali comporta la revoca immediata dell'assegno mensile.

Il primo caso in cui si perde la pensione di reversibilità è quando il coniuge convola nuovamente a nozze, mentre la semplice convivenza con un nuovo partner permette di continuare ad incassare regolarmente l'assegno mensile erogato dall'Inps.  

Pensione di reversibilità: quando la perdono i figli?

Altri casi in cui decade il diritto alla pensione di reversibilità riguardano i figli. In particolare, la prestazione è revocata quando il figlio raggiunge i 18 anni di età e non frequenta alcun corso di studi.

La pensione di reversibilità è tolta al figlio che interrompe gli studi tra i 21  i 26 anni di età, ma anche a chi si laurea prima di aver compiuto i 26 anni e agli studenti fuori corso.

Il diritto alla pensione di reversibilità decade anche quando i figli svolgono tirocini formativi o lavorano e sono indipendenti dal punto di vista economico.

Il figlio, inoltre, perde all'istante la prestazione erogata dall'Inps, quando è inabile ma perde lo stato di inabilità.

Pensione di reversibilità: ecco quando è tolta a fratelli, sorelle e genitori

Per quanto riguarda invece i fratelli e le sorelle, la pensione di reversibilità decade in caso di matrimonio, o nel momento in cui si diventa titolari di un'altra pensione o viene meno lo stato di inabilità.

Infine, per i genitori scatta la revoca nel momento in cui diventano titolari di pensione.

Pensione di reversibilità: sospensionee e revoca senza modello RED

Un ultimo caso in cui si perde la pensione di reversibilità è quando il beneficiario non ottempera nei termini previsti alla presentazione del modello RED all'Inps.

Ogni anno infatti, chi riceve una prestazione collegata al reddito deve comunicare la propria situazione reddituale entro l'1 marzo.

La mancata presentazione della dichiarazione reddituale comporterà prima la sospensione della pensione di reversibilità per 60 giorni e poi la revoca definitiva.