Integrazione salariale INPS: Draghi cambia tutto. Le news

Il fondo di integrazione salariale INPS rappresenta di fatto un aiuto fondamentale per alcune categorie di lavoratori che appartengono a specifici settori e contesti lavorativi. Nel 2022 Draghi ha deciso di cambiare tutto e di apportare numerose novità all’assegno di integrazione salariale INPS. Ecco cosa cambia e per chi.

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Si torna a parlare del tema del lavoro! Questa volta a finire nel centro del dibattito politico è finito proprio l’argomento, ancora oggi poco conosciuto, del Fondo di integrazione salariale

Si tratta, a questo proposito, di una serie di novità che hanno interessato a tutti gli effetti la possibilità di ottenere l’erogazione del fondo di integrazione salariale da parte dell’istituto INPS. 

Infatti, sulla base delle ultime novità che sono state inserite all’interno del testo della Legge di Bilancio 2022, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha deciso di apportare diverse modifiche piuttosto rilevanti e consistenti direttamente per quanto riguarda l’elaborazione del Fondo di integrazione salariale.

In questo senso, per tutti quei datori di lavoro che sono intenzionati a comprendere se hanno effettivamente le condizioni ed i requisiti specifici richiesti per l’accesso al fondo di integrazione salariale nel 2022, occorre sicuramente approfondire al meglio tutte le novità riferite a tale assegno.

Dunque, all’interno del seguente articolo, andremo a tutti gli effetti a fornire una panoramica generale relativa all'accesso al Fondo di integrazione salariale nel 2022, fornendo tutte le specifiche per quanto riguarda i principali cambiamenti e le modifiche che sono state apportate negli ultimi mesi a tale sostegno economico.

Assegno di integrazione salariale INPS: cosa ha cambiato Draghi nel 2022?

A partire dalla data del primo gennaio dell’anno attualmente in corso, sono state apportate molte novità da parte del legislatore in merito all’intero sistema di misure, di trattamenti e di sostegni nei confronti dei lavoratori e più in generale della popolazione italiana.

Tra questi, è finito al centro del dibattito politico che ha avuto luogo durante i mesi precedenti all’arrivo del nuovo anno, al fine di formulare un testo adeguato alla nuova Manovra finanziaria per il 2022, anche il tema del FIS, ovvero il Fondo di integrazione salariale.

Tra le prime novità che dovranno essere messe in evidenza per poter comprendere ora come funzionerà l’assegno di integrazione salariale INPS e chi potrà richiederlo, vi sono sicuramente le news legate ai principali destinatari della nuova disciplina del FIS. 

Dunque, rispetto alla disciplina dello scorso anno, occorre evidenziare che si verificherà un’estensione della platea relativa ai datori di lavoro che risultano essere destinatari del FIS.

In tal senso, rientrano in questa categoria quei datori di lavoro che hanno almeno un lavoratore dipendente e che appartengono a settori che non sono coinvolti al momento da nessun tipo di applicazione di eventuali fondi di solidarietà bilaterale oppure di integrazioni salariali ordinarie

Un’ulteriore novità che dovrà essere poi successivamente approfondita riguarda essenzialmente gli aspetti legati alla contribuzione di finanziamento, e dunque alle aliquote di contributive aggiuntiva che dovranno essere versate da parte dei datori di lavoro che appartengono a tali categorie legate al Fondo di integrazione salariale INPS 2022.

Infine, un’ultima grande novità riguarda l’abrogazione definitiva dell'assegno di solidarietà.

Assegno di integrazione salariale INPS: come funziona? Le caratteristiche 

Ma facciamo un passo indietro prima di andare a descrivere nello specifico quali sono le modifiche che riguardano essenzialmente la possibilità dei lavoratori di ricevere l’assegno con il Fondo di integrazione salariale INPS. Come funziona a tutti gli effetti l’erogazione dell’assegno di integrazione salariale INPS? Quali sono le principali caratteristiche del FIS?

Ebbene, nonostante questo fondo di integrazione salariale sia ormai presente all’interno dell’ordinamento italiano da diversi anni, ancora pochi lavoratori e anche datori di lavoro hanno compreso quali sono le peculiarità e i meccanismi di funzionamento che si pongono alla base di questo fondo.

A questo proposito, è possibile definire il fondo di integrazione salariale INPS come una sorta di fondo residuale. Infatti, tale fondo va ad intervenire esclusivamente per quei settori in cui non è prevista l’applicazione di alcun tipo di trattamento di integrazione salariale, sia che si tratti di tipo ordinario che straordinario, ne tantomeno Fondi di solidarietà bilaterali.

In questo senso, in linea generale è possibile quindi comprendere che si tratta nello specifico di un fondo di integrazione che interessa in particolar modo il settore terziario e quello dedicato all’erogazione di servizi.

Tuttavia, la pubblicazione della circolare numero 176 dell’anno 2016 da parte dell’istituto INPS è volta proprio al fornire un elenco più completo e dettagliato di tutte quelle aziende che rientrano nel fondo di integrazione salariale INPS, sulla base del codice di autorizzazione nonché del codice Ateco 2007 di riferimento.

Integrazione salariale INPS: chi sono i lavoratori che possono avere l’assegno

Sulla base delle indicazioni che sono state contenute all’interno dell’articolo 1 relativo al decreto legislativo numero 148 dell'anno 2015, e successivamente integrato e modificato a seguito della pubblicazione della cosiddetta Legge di Bilancio 2022, sono stati ampliati i beneficiari lavoratori che potranno avere l’accesso all’assegno di integrazione salariale INPS.

A questo proposito, sono considerati effettivi beneficiari dell'assegno di integrazione salariale quei lavoratori che risultano essere stati assunti attraverso un contratto di lavoro di tipo subordinato.

In questo senso, rientrano anche i contratti di lavoro con l’apprendistato e i lavoratori a domicilio; mentre restano esclusi anche nel 2022 quei lavoratori che ricoprono delle posizioni di tipo dirigenziale. 

Dunque, i lavoratori che potranno accedere a questo tipo di trattamento dovranno dimostrare di aver ottenuto un’anzianità lavorativa di almeno 30 giorno a partire dal momento in cui si avvierà la presentazione dell’istanza relativa alla concessione del fondo di integrazione salariale. 

Importi per l’integrazione salariale INPS: i calcoli della misura 

A partire dal primo gennaio del nuovo anno, a seguito della pubblicazione della Legge di Bilancio 2022, sono stati ridefiniti anche i massimali al fine di andare a definire il calcolo degli importi per l'erogazione del trattamento di integrazione salariale INPS.

A questo proposito, è stato quindi chiarito che per quanto riguarda i datori di lavoro con un numero massimo di cinque dipendenti, la durata massima dell’erogazione dell’assegno di integrazione salariale riguarderà 13 settimane in un periodo biennale (mobile). Mentre per quanto riguarda quei datori di lavoro con un numero superiore ai sei dipendenti, in questo caso il massimo di settimane è stato fissato a 26.

Inoltre, tra le novità apportate dalla nuova Manovra finanziaria 2022, occorre anche evidenziare che sono state abolite a tutti gli effetti le due fasce, legate al minimale e al massimale, lasciando un’unica disposizione riferita esclusivamente all’importo massimale che viene fissato e annualmente rivalutato da parte dell’Istituto INPS.

Come fare richiesta del fondo di integrazione salariale INPS 

Si ricorda, inoltre, ai datori di lavoro che il fondo di integrazione salariale INPS e i relativi trattamenti che potrebbero essere riconosciuti nei confronti dei lavoratori, potranno essere effettivamente erogati esclusivamente nei casi in cui emergano alcune specifiche condizioni.

È necessario quindi fare riferimento alle cosiddette causali di intervento, sulla base delle disposizioni che sono state già fornite dall’articolo 11 contenuto all’interno del decreto legislativo numero 148 del 2015.

Rientrano, dunque, due categorie di causali: la prima legata alle situazioni aziendali, quali ad esempio eventi transitori che non possono essere ricondotti alla volontà del datore di lavoro oppure dei suoi dipendenti; la seconda invece, fa riferimento alla situazioni temporanee di mercato.