Invalidità civile, quanto prende un invalido al 100% e quali aumenti ci sono stati

Quando può prendere un invalido che attesti una percentuale pari al 100%, e a quali aumenti può avere diritto in caso di rivalutazione dell'invalidità civile.

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Come prevista dalla legge, in caso di invalidità grave lo Stato è tenuto a garantire un assegno mensile, e di adeguarlo a seconda dell'inflazione e del costo della vita.

E così è stato con l'inflazione registrata nel 2022, che ha portato ad una perequazione delle pensioni per l'anno 2022 determinata in misura pari a +7,3% dal 1° gennaio 2023. E adesso anche per chi è beneficiario dell'invalidità civile.

Supponendo però un'invalidità civile al 100%, cioè al massimo, vediamo in questo caso quanto si può prendere, e quali aumenti sono stati registrati per questa categoria.

Invalidità civile, quanto prende un invalido al 100%

A seguito della Circolare n. 135 del 22-12-2022 l'INPS ha comunicato gli importi relativi alle seguenti prestazioni:

  • quelle assistenziali per gli invalidi fino al 100%,

  • quelle di accompagnamento per l’anno 2023.

Andando in ordine, nel caso di invalidi sofferenti di ipoacusia o ipovisione (in altre parole sorde o cieche), sarà corrisposto un assegno mensile che va dai 313,91 euro fino a 339,48 euro. Quest'ultimo importo è quello previsto per chi è invalido al 100%.

Nel caso in cui si abbia diritto all'indennità di accompagnamento, sono previsti due importi, a seconda della tipologia di invalidità:

  • 527,16 euro per gli invalidi totali,

  • 959,21 euro per i ciechi assoluti.

Caso a parte per coloro che sono sordomuti e maggiorenni: per la sola indennità di comunicazione sono previsti fino a 261,11 euro, mentre per la sola pensione di invalidità è possibile avere fino a 313,91 euro.

Per quanto riguarda i minorenni e gli over 65, si potrà avere diritto all'indennità di frequenza come invalido civile parziale minorenne, del valore pari a 313,91 euro.

Per la stessa condizione, se over 65, si potrà avere anche l'indennità di accompagnamento, e a seconda che si tratti di Pensione Sociale o Assegno Sociale, si avrà diritto ad un importo che va dai 321,36 euro ai 409,87 euro.

Invalidità civile, quali aumenti ci sono stati

Come anticipato poco sopra, anche gli assegni relativi all'invalidità civile prevedono la perequazione, ovvero l'adeguamento delle erogazioni  al costo della vita.

Con decreto 10 novembre 2022, emanato dal Ministro dell'Economia e delle finanze, l’aumento dal 1 gennaio 2023 sarà del 5,3%, al quale si aggiunge quello precedente del 2%.

Questo aumento è stabilito solo per tutti gli importi pensionistici e assistenziali inferiori al quadruplo della pensione minima, cioè entro i 2.101,52€ lordi al mese al 31 dicembre 2022.

Le cifre riportare precedentemente sono quelle oggi erogate, a seguito della perequazione.

Nel caso in cui il richiedente sia anche pensionato, non rischia alcuna decurtazione, anche nel caso di uscite previdenziali anticipatorie, come l'APE Sociale: essendo l'invalidità civile un emolumento di natura assistenziale, per tutta la loro durata avrà l’importo stabilito alla decorrenza.

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Invalidità civile, i casi in cui viene sospesa

Ci sarebbero dei casi in cui anche un invalido civile rischia di perdere l'assegno. Ad esempio, se il suo reddito annuo personale supera una certa quota prefissata dall'INPS, o nel caso in cui, raggiunta l'età pensionistica prevista dalla Legge Fornero, scatti l'accesso all'Assegno Sociale.

Nel caso del limite reddituale, diverse tipologie di invalidità civile prevedono un tetto massimo di reddito annuo. A titolo d'esempio, per invalidi totali (100%), ciechi civili e sordomuti, il reddito massimo è di 17.920,00 euro, mentre per gli invalidi parziali e minore è di 5.391,88 euro.

Caso a parte è per i decimisti, ovvero gli ipovedenti gravi, titolari del solo vitalizio: pur avendo diritto ad una pensione d'invalidità di 232,99 euro, dovranno garantire un limite di reddito annuo personale pari a 8.615,46 euro.

Mentre per la categoria degli infrasessantacinquenni,  ovvero lavoratori o pensionati cui sia stata riconosciuta l’invalidità dopo i 65 anni d’età, scatta il limite rapportato allo stato di famiglia:

  • se single, il limite è a 6.676,80 euro,

  • se coniugato, il limite è a 14.005,42 euro.

E così anche nel caso di passaggio all'assegno sociale, che, dopo una certa età, viene erogato dall’INPS in sostituzione dell’assegno o della pensione d’invalidità.

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