Lavoro: tutte le opportunità 2022 per i giovani!

Il lavoro e i giovani: il Governo muove i suoi passi per abbassare la percentuale di Neet nel nostro Paese. Una misura che si pone come obiettivo quello di moderare gli abbondanti tre milioni nella fascia di età 15-34 anni che non studiano, non lavorano e non si formano.

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Il lavoro e i giovani, un binomio complesso e non sempre di moda nel nostro Paese. Il Governo muove i suoi passi per abbassare la percentuale di Neet nel nostro Paese e lo fa tramite la ministra per Fabiana Dadone.  Dal ministero delle Politixhe giovanili è arrivata la comunicazione dell'ufficialità del provvedimento che approva le disposizioni per i giovani non attivi nel mondo del lavoro. 

Una strategia Neet attuata dal Governo, ufficializzato da una disposizione armonica tra Lavoro e Politiche giovanili.

Cercare di limare il numero sovrabbondante di coloro che tra i 15 e i 34 anni non studiano, non la lavorano, non si formano (circa tre milioni). Questo l'obiettivo della nuva direttiva. 

La meta è fissata nella riduzione dell’inoperosità dei Neet per mezzo di azioni ripartite in tre macro periodi: innalzamento, assunzione e avviamento. Mario Draghi, non molto tempo fa, ha coniato una espressione piuttosto indicativa, “lost generation”. Una manifestazione socio-economica che esigerebbe un provvedimento politico immediato.

Andrea Eusebi, in un video caricato sul suo canale Youtube, ci spiega il fenomeno (e il problema italiano) dei neet:

Lavoro ai giovani, i mezzi d’attuazione 

I mezzi a disposizione per attuare queste fasi sono rappresentati da diverse carte messe in tavola. Innanzitutto si parla di Garanzia Giovani rinforzata. Importante anche il ruolo degli Sportelli Giovani nei Centri per l'impiego.

Sarà messa in cantiere anche una campagna divulgativa mobile del Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale. Altro elemento di rilievo consterà nello zoccolo informativo esteso grazie al sito GIOVANI2030-

Senza tralasciare i programmi europei amministrati da ANG e il Piano nazionale pluriennale (2021-2027) sull'inclusione dei giovani con marginali possibilità.

Il lavoro e le opportunità a disposizione

Il Quadro finanziario pluriennale nell'Unione europea 2021-2027 tesse le sue fila. In scia il piano Garanzia Giovani all’interno dell’ultimo PON, “Giovani, donne e lavoro”, riceverà nuovi finaziamenti, oltre a essere rafforzato e ottimizzato. 

Non è tutto. In linea con quanto raccomandato dalla Camera e dal Consiglio dell'Ue sul consolidamento di Garanzia Giovani vi saranno altre attività da portare avanti. L'esecutivo vorrebbe intavolare una verifica di tale programma, che congiunta alla potenziale stima di occupazione giovanile, prenda in considerazione anche la sua qualità. 

Necessaria sarà una rete collaborativa tra Anpal, ministero del Lavoro, regioni e province autonome, per sistematizzare le procedure già vigenti e quelle in procinto.

Il pensiero va a alla nuova Garanzia occupabilità dei lavoratori (Gol). Gol si rivolge ai Neet, beneficianti dei relativi servizi e investimenti.

Il lavoro agli Sportelli Giovani nei Centri per l’impiego

Con la Legge di Bilancio 2022  si sono compiuti dei passi. La prospettiva è quella di una edificazione di queste reti. I fondi saranno destinati alla realizzazione di servizi per i giovani nei Centri per l'Impiego (CPI). 

Il punto di arrivo sarà la creazione di Sportelli Giovani per ogni Centro per l’impiego. Vigeranno competenze e preparazioni ad hoc per dare accoglienza aigiovani NEET, in modo da sanare ipotizzabili circostanze di malessere sociale e/o psicologico. 

In quest’ottica tali professionisti, oltre a dare accoglienza ai giovani, saranno in grado di orientarli con efficacia verso le possibilità in loco maggiormente congeniali alla loro condizione.

Da qui passerà la potenziale rete con gli enti pubblici e privati della formazione, con i servizi sociali e con l’apparato prolifico del territorio. Questa la strada per orientare i giovani in itinerari formativi o di avviamento al lavoro. 

Il lavoro e la piattaforma ideata per i giovani

Importante il ruolo di GIOVANI2030.

Un portale concepito con l'intenzione di presentarsi come il solo ingresso per i giovani dai 14 ai 35 anni a tutte le informazioni funzionali all’orientamento. Da qui muoveranno le scelte inerenti il proprio domani in quanto a formazione, volontariato, lavoro.

Ma la piattaforma riferisce anche su progetti internazionali e culturali, su l’intero territorio della penisola.

Il lavoro e le opportunità offerte dall Agenzia nazionale per i giovani (ANG)

L'ANG interpreta un ruolo chiave: si occupa della stesura di un adeguato Piano nazionale pluriennale 2021-2027.

Il programma andrà proverà a inserire nel mondo del lavoro i giovani con ridotte possibilità.

L'articolazione è duplice: Programmi Erasmus+ e Corpo Europeo di Solidarietà. Un piano alla base di un potenziale sviluppo di esiti risolutivi, indicatori, disposizioni di osservazione e stima in quanto a inserimento e differenze nel quadro nazionale.

Un lavoro che procede armonicamente con gli statuti originari dei Programmi Erasmus+ e Corpo Europeo di Solidarietà.

Una strategia vestita su tutti quei giovani che incontrino barriere lungo i loro itinerari esistenziali, formativi o lavorativi che siano.

Il lavoro e la platea dei Neet

Importanti i risultati della relazione “Neet working” redatta dalla ministra Dadone. All'interno del report è stato espresso come i Neet italiani tra i 15 e 34 anni siano oltre 3 milioni. Di questi le quote rosa arrivano a 1,7 milioni. 

L'Italia nel corso del 2020 ha segnato il record di Neet europeo (dopo Turchia, Montenegro e Macedonia): il 25,1% dei giovani italiani tra i 15 e i 34 anni (1/4) non lavora, non studia, non rientra in un programma di formazione. 

L'ultimo decennio italiano parla chiaro. La percentuale di Neet, dopo l'incredibile passo con l’effetto della Grande recessione (27,4% nel 2014), non si è mai più attestata sugli standard precedenti, allargando la forbice con la media europea. 

Nel dettaglio: un giovane su tre fra i 20 e i 24 anni è compreso nell'insieme Neet, tra i giovanissimi (15-19 anni) uno su dieci è tagliato da scuola e lavoro.

Identikit dei neet

Esaminiamo le fasce di età. Osserviamo come tra i 15 e i 19 anni i Neet nostrani  rappresentino il 75% in più rispetto allo standard continentale; tra i 20 e i 24 anni i Neet italiani sono il 70% in più; il tasso non varia nel post laurea, tra i 25 e i 34 anni. 

Prendendo in considerazione la prospettiva di genere anche da noi si denota una nitida difformità che penalizza le donne. Con il passare degli anni si registra un graduale spostamento dei Neet nei ranghi femminili, una stima che muove dal 45% tra 15 e 19 anni al 66% tra i 30 e i 34 anni. 

Valutando invece i dati in una ottica di inoperatività, tra i 3 milioni di Neet compresi tra i 15 e i 34 anni i disoccupati, ossia coloro senza un lavoro ma che ne sono alla ricerca, arriverebbero a un 1 milione; gli inattivi, coloro che non hanno un lavoro, non lo cercano e non disposti ad accoglierlo nell’immediato,  sarebbero i restanti 2 milioni.

Gli inattivi registrano una preponderanza femminile tra i disoccupati (75%).

Il lavoro, l'Italia e le differenze regionali

Nel settembre 2021 l'Istat ha effettuato la revisione annua del sistema di indicatori del Benessere equo e sostenibile dei territori. L'ente ha dichiarato come dopo diversi anni di calo, la somma di giovani neet sia tornata a crescere. Nel 2020: il 23,3% in media (+1,1 punti percentuali rispetto i 365 giorni precedenti). 

Questi i trend: al Nord (16,8%; +2,3 punti) e al Centro (19,9%; +1,8 punti). Il Mezzogiorno, che segnala d’altro canto una contrattura lieve (-0,4 punti), si conferma in ogni caso su standard doppi rispetto al Nord. All’incirca un giovane di 15-29 anni ogni tre non è immesso in un itinerario istruttivo o formativo né tantomeno lavora (32,6%).

Il lavoro e i neet, il record negativo di Crotone

Si osserva una palese forbice tra le regioni del Nord est e la Sicilia. Sull’isola le percentuali di Neet toccano il 40% a Messina, Catania e Caltanissetta.

Crotone si presenta come la provincia avente la quota maggiormente elevata del tasso (48% nel 2020).  Il distacco da Pordenone (10,7%), Ferrara (11,1%) e Sondrio (11,9%), emblema di virtù, è quanto mai abissale.

Lavoro e Neet, disoccupati da oltre un anno 

L’istantanea dell’Istat cattura anche i ritorni occupazionali dell’istruzione. Stando a una statistica rivelata lo scorso 23 dicembre si spiega come nel nostro Paese nel 2020, l’alba della pandemia, il 44,3% dei Neet disoccupati sia in cerca attivamente di un’occupazione da oltre un anno.

Stima ridotta rispetto del 2019 (49,9%) sebbene più elevata rispetto al 2008 (41,5%), della crisi finanziaria alla base della crescita dei disoccupati di durevole durata.

Lavoro e Neet, i disoccupati a sud di Roma

Tra i neet vi è chi non solo è alla ricerca attiva di un’occupazione, ma presta anche meticolosa attenzione agli sviluppi del mercato del lavoro. Godono quindi di una maggiore integrazione

Ciò nonostante, qualora la caccia al lavoro di dovesse prolungare troppo il pericolo del passaggio da disoccupati a inattivi sarebbe dietro l’angolo. 

I Neet senza un lavoro da un anno e oltre sono 305mila. Le persone in questione risiedono perlopiù nel Mezzogiorno. A sud di Roma le problematiche per chi è alla ricerca di un impiego sono piuttosto gravose.

Al Sud, il 55,1% dei Neet disoccupati stagna in queste condizioni da oltre 365 giorni (40,3% nel Centro e 30% nel Nord).

Lavoro, il nesso tra disoccupazione e formazione 

I disoccupati di vecchia data, rifacendoci ai dati Istat, sono in maggior numero quando il livello di istruzione è più basso. Le stime parlano così: 51,5% per bassi titoli di studio, 43,4% per i medi e 33,6% per gli alti. 

Sebbene la medesima percentuale eguagli il 50% per ogni grado di istruzione quando il raffronto taglia quanti abbiano ottenuto il titolo da meno di 365 giorni e sui quali allora non si possa valutare ancora il peso di disoccupazione di lungo corso.

La mancanza dell’esperienza di lavoro

Il pericolo dietro l’angolo per i Neet, fuori da itinerari scolastici o formativi, potrebbe essere quello di restare senza lavoro per lungo tempo, sancendo una situazione complessa e difficilmente mutabile. 

Tra i Neet (62,5% nel 2020) non sono in tanti a contare esperienze lavorative (un milione e 313 mila giovani). Dati caldi nel sud della penisola e tra i ranghi rosa. E in più, tra i Neet privi di esperienza, oltre sei su 10 hanno conseguito titolo formativo da almeno 36 mesi. 

Il 40,3% dei Neet con in curriculum almeno un'esperienza di lavoro, non ne vede occupazione da un anno o anche più.

Andamento proprio delle fasce più vulnerabili: i cittadini del Mezzogiorno (43,7% a dispetto del 36,5% a nord di Roma), le donne (47,6% vs 33,3% degli uomini), gli stranieri (47,7% vs 39% degli italiani) e tra quanti abbiano un basso standard di istruzione (45,6% vs 35,0% di chi vanti un titolo terziario).