Lavoro: il 30% dei giovani vuole essere freelance! Le ultime

I giovani vogliono essere freelance! Da un'analisi sul mondo del lavoro emerge che il 30% dei giovani preferisce la Partita IVA al posto fisso. Le ultime.

Come sappiamo, siamo in un periodo particolare per quanto concerne il mercato del lavoro. Infatti, dopo la pandemia da Covid-19, le aspirazioni di molti lavoratori sono cambiate radicalmente, specie nei giovani. 

Ma quali sono le principali novità? Ebbene, in questo periodo contrassegnato dalle Grandi Dimissioni (o Great Resignation) sembrerebbe proprio che i giovani siano sempre meno interessati ad essere assunti con un contratto determinato o indeterminato. 

Mi spiego meglio, secondo un’analisi pubblicata da Repubblica, il 30% dei candidati accettano solo posizioni come liberi professionisti. 

Ma cosa accade nel dettaglio? Beh, possiamo affermare che questi giovani rifiutano una vera e propria assunzione da parte delle aziende proprio per avere una carriera da freelance che, ovviamente, ha i suoi pro ed i suoi contro, come andremo a vedere nel corso dell’articolo. 

Inoltre, sempre stando a quanto affermato da Repubblica, il 75% dei giovani in sede di colloquio si informa sulla possibilità di proseguire la carriera come lavoratore autonomo. 

Un cambiamento epocale, specie se consideriamo in nostro Paese, dove è sempre stata in auge l’aspirazione al posto fisso. 

Ora non è più così? Quali sono le principali differenze? È stato il Covid-19 a cambiare la mentalità delle persone oppure ci sono stati altri fattori? Andiamo a scoprire di più su questa nuova tendenza nel corso di questo articolo!

I giovani vogliono essere freelance e rifiutano il posto fisso! Cosa sta succedendo!

Una situazione che potrebbe sembrare paradossale, specie in Italia, dove un tempo chiunque avrebbe aspirato al posto fisso. 

Ebbene, oggi sembrerebbe proprio che le aspirazioni dei giovani siano cambiate, complice anche il Covid-19, che ha permesso a molti di poter riflettere sul loro futuro.

Inoltre, è stata sperimentata la modalità dello smart-working, ossia il lavoro agile e da remoto che permette alle persone di conciliare al meglio vita privata e lavorativa.  

Insomma, dopo aver provato questa modalità lavorativa, sono molti i giovani che non vogliono più tornare alla vita da ufficio, magari con la volontà di mantenere una modalità ibrida che comprenda alcuni giorni in presenza ed altri da remoto. 

Stando a quanto sta accadendo nell’ultimo periodo, sempre più giovani rinunciano al tanto sognato in passato “posto fisso” preferendo la libera professione. 

Ma in quale settore si sta diffondendo maggiormente questa tendenza? Beh, sicuramente dobbiamo fare riferimento ad uno dei settori che ha avuto il più grande boom negli ultimi anni: il settore del digitale. 

Infatti, sempre più candidati non sembrano essere convinti del posto fisso davanti ai recruiter ed il 30% sceglie di proseguire con la libera professione. 

I dati dell’indagine: tutti vogliono essere freelance?

Ma quali dati sono emersi dall’indagine riportata da Repubblica? Andiamo a scoprire quali sono le tendenze per andare a mettere in luce quelle che, probabilmente, possono essere le ragioni principali che spingono i giovani verso tale decisione. 

Dunque, abbiamo compreso che il 30% dei ragazzi non vuole prendere in considerazione la possibilità di essere assunti con il posto fisso, quindi a contratto. 

Insomma, un ragazzo su 3 rinuncia alla possibilità di avere uno stipendio fisso ogni mese per scegliere la strada della libera professione. 

Ma in che modo rifiuta tale possibilità?

Il dato che, all’apparenza è risultato più strano è proprio relativo al come viene rifiutata un’offerta di lavoro. Il 30% dei ragazzi che, come abbiamo visto, preferisce la libera professione, non prende direttamente in considerazione le proposte che non includano la Partita IVA

Insomma, questi giovani già in fase di colloquio affermano che potrebbero interessarsi alla posizione lavorativa solo nel caso in cui essa possa essere svolta come libero professionista. 

Eppure questo non è l’unico dato che è emerso dall’indagine. 

Infatti, è risultato anche che il 75% dei giovani già dal primo colloquio (il cosiddetto colloquio di screening) si informa sulle differenti possibilità, non escludendo a priori la strada della libera professione. 

Ma quali sono le ragioni per le quali i giovani non vogliono più il posto fisso?

Nel prossimo paragrafo andremo ad approfondire meglio i vantaggi e gli svantaggi dell’essere un libero professionista. 

Tuttavia, iniziamo con il prendere in considerazione quelle che possono essere le ragioni alla base delle scelte che vengono compiute dai giovani. 

Ebbene, sembrerebbe che la possibilità di avere una maggiore autonomia, sia dal punto di vista organizzativo, sia da quello operativo, sia il fattore maggiormente di rilievo per coloro che scelgono di rifiutare il posto fisso e optano per la Partita IVA. 

Ma si tratta dell’unica ragione? Ovviamente no. 

Come abbiamo affermato anche in precedenza, dopo la decisione dell’ex Governo Conte di utilizzare lo smart-working durante la pandemia, abbiamo scoperto a fondo questa opportunità. 

Dunque, sono in molti i giovani che non vogliono più rinunciare ai benefici del lavoro da remoto, come la possibilità di lavorare da dove si vuole, negli orari che si preferiscono. Insomma, un lavoro per obiettivi e non ad orari prestabiliti e rigidi. È questo il senso di smart-working dopotutto. 

Inoltre, sembrerebbe anche che la possibilità di lavorare come freelance sia associata anche ad un migliore equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, forse proprio in base al fatto che ci si può organizzare al meglio. 

Ma si può mantenere la postazione di lavoro da remoto con un contratto in azienda? Beh, la risposta non è certo univoca: dipende. 

Come ha affermato anche la collega Sharon Zaffino nel suo articolo, si pensa ad una proroga dello smart-working anche oltre il 30 giugno, data oggi considerata come limite per accedere a questa modalità in modo semplificato. 

Tuttavia, devi tener presente che si tratta di una decisione aziendale e che, di conseguenza, non tutte le aziende aderiranno al lavoro agile. 

Insomma, sembra che una delle poche certezze per mantenere questa modalità di lavoro sia quella di lavorare come libero professionista, negoziando una condizione vantaggiosa in tal senso. 

I vantaggi de lavoro da freelance: il lato positivo di questa scelta!

Essere freelance ha ovviamente i suoi vantaggi (come anche degli svantaggi che vedremo nel prossimo paragrafo). 

Insomma, prima di tutto possiamo affermare che il lavoratore che sceglie di essere un libero professionista è letteralmente il capo di sé stesso. Questo porta grandi responsabilità, ma anche grande autonomia. 

Inoltre, un secondo vantaggio riguarda la gestione del tempo. Insomma, tutti noi sappiamo che un libero professionista organizza il suo lavoro a suo piacimento, in base a quando è più produttivo senza mai rinunciare (se non per scelta personale) a degli svaghi o dei momenti di stop. 

Altri vantaggi? Beh, sicuramente la possibilità di lavorare a più progetti nello stesso momento, abbattere i costi per gli spostamenti e per recarsi in ufficio. 

Eppure, ovviamente, c’è anche il risvolto della medaglia. Insomma: essere freelance non è tutto rosa e fiori. 

Andiamo quindi a scoprire quali sono gli svantaggi della libera professione. 

Il 30% dei giovani vuole essere freelance! Ma ci sono anche degli svantaggi!

Come abbiamo evidenziato, non sempre è tutto facile per i liberi professionisti, anzi. 

Infatti come afferma il blog Freelanceboard, le Partite IVA dovranno fare i conti con numerosi ostacoli come la gestione della contabilità oppure trovare clienti online. 

Tutto questo senza alcuna certezza di avere lo stipendio fisso, come avviene nel caso di un contratto. 

Insomma, alcuni mesi potrai fatturare di più, altri mesi di meno, in base ai clienti che si trovano e i progetti che si intraprendono (ovviamente va valutato anche il fatto che potresti guadagnare molto di più di un lavoratore dipendete). 

Eppure, abbiamo altri tre svantaggi che non possiamo non citare.

Il primo fa riferimento alle ferie o al periodo di malattia. Infatti, come saprai, coloro che si affacciano alla libera professione non hanno diritto ad avere né ferie né malattia pagata. 

Infine, gli ultimi due svantaggi riguardano l’organizzazione. Infatti, nella vita del freelance la divisione tra lavoro e vita privata è molto sottile. Inoltre, spesso sono i clienti stessi che non comprendono a pieno l’orario lavorativo del libero professionista. 

Francesca Ciani
Francesca Ciani
Copywriter, classe 1998. Appassionata di marketing, digital e pubblicità fin da bambina, dopo un percorso di ragioneria, ho ottenuto una laurea in Comunicazione, Media e Pubblicità presso l’Università IULM di Milano e, successivamente, ho conseguito un master in Marketing Management. Troppo creativa per essere ragioniera, troppo analitica per essere un’artista: sono diventata social media manager e seo copywriter. Parlo tanto, scrivo ancora di più e ho sempre miliardi di idee.
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