Lavoro e scuola: dicembre mese infuocato di scioperi!

Boom di scioperi per il mese di dicembre 2021: il lavoro si mobilita attraverso i sindacati, per protestare contro numerose decisioni prese con la Legge di Bilancio 2022 e le ultime riforme su pensioni e fisco. I sindacati si muovono anche per tutelare il lavoro di professori e docenti, per cui l'ultima manovra ha limitato i fondi a disposizione di queste figure. Ecco cosa sta accadendo, e quali sono le date degli scioperi!

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Il mese di dicembre è un mese infuocato per gli scioperi: i sindacati, Cgil e Uil hanno annunciato un nuovo sciopero generale di ampia portata per diverse date nel mese di dicembre. Si tratta principalmente di uno sciopero rivolto all'ultima manovra, ovvero la Legge di Bilancio 2022.

La manovra ha introdotto numerose novità in merito al lavoro, alle pensioni e al fisco. Si tratta di riforme strutturali che modificano alcune caratteristiche delle misure fiscali presenti nel paese, tuttavia i sindacati che tutelano i lavoratori risultano scontenti.

Gli scioperi arrivano in un periodo storico piuttosto delicato, nell'ultimo mese del 2021, in concomitanza con il termine previsto dello stato di emergenza. Come spiega Quifinanza.it lo sciopero si terrà principalmente nella città di Roma, ma può svolgersi anche in altre grandi città italiane:

"Lo sciopero di 8 ore è stato proclamato per giovedì 16 dicembre. A Roma la manifestazione si svolgerà a Piazza del Popolo e saranno i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri ad intervenire."

Lo sciopero riguarda principalmente il mercato del lavoro: secondo i sindacati infatti la Legge di Bilancio 2022 non avrebbe tenuto conto soprattutto del settore dei trasporti e di quello scolastico. I fondi per questi settori sarebbero inferiori a quanto effettivamente questi settori necessitano, specialmente in un periodo storico di crisi come quello attuale.

Principalmente gli scioperi si terranno il 16 dicembre, anche se per il comparto scuola si parla già del 10 dicembre 2021. Un dicembre nero per molti lavoratori, scontenti dei provvedimenti presi con l'ultima manovra. Al centro degli scioperi, oltre al comparto scuola, ci sono anche i trasporti, che rimarranno fermi a livello generale per almeno otto ore, secondo le ultime proposte dei sindacati.

Vediamo in questo articolo come si svolgeranno le proteste, e quali servizi saranno compromessi dai nuovi scioperi, e quali sono le motivazioni e i presupposti per cui i sindacati hanno indetto queste giornate di protesta.

Scioperi dicembre 2021: dal lavoro alla scuola

Gli scioperi del mese di dicembre saranno generalizzati per il lavoro e per la scuola: dai metalmeccanici ai trasporti, fino agli insegnanti. Un dicembre infuocato per protestare contro alcune decisioni prese dalla nuova manovra, che non avrebbe destinato fondi indispensabili ad alcune categorie.

Come spiega un articolo di Perugiatoday.it, uno sciopero di categorie andrà a confluire in un più ampio sciopero generale indetto in tutta Italia:

"Lo sciopero dei metalmeccanici proclamato in Umbria per il 10 dicembre confluisce nello sciopero generale nazionale, indetto da Cgil e Uil per il 16 dicembre. Ne danno notizia le segreterie provinciali della Fiom Cgil di Perugia e Terni."

Settore industriale, automotive e aerospazio si trovano in difficoltà anche nella delicata fase di transazione ecologica, che comporta un cambiamento radicale anche delle modalità di produzione del paese. Tuttavia secondo i sindacati che tutelano queste categorie di lavoratori, al momento la manovra non avrebbe previsto un aiuto concreto nella fase di passaggio, lasciando in crisi le aziende del settore.

I sindacati stanno chiedendo maggiori politiche industriali per tutelare alcuni settori che sono al momento centrali per l'intero paese. Lo sciopero generale contro la manovra coinvolge anche i trasporti, a Roma e in altre città. La delocalizzazione e la precarietà del lavoro sono le principali motivazioni che hanno spinto i sindacati ad indire uno sciopero generalizzato di almeno 8 ore per il giorno 16 dicembre.

Tuttavia sono presenti anche altre motivazioni, che riguardano il fisco, le pensioni, e le misure per il 2022. Un altro settore interessato da scioperi già da domani 10 dicembre è la scuola: secondo i sindacati che tutelano i lavoratori della scuola, sono stati stanziati fondi ridotti per insegnanti e docenti, con solamente lo 0,6% dei fondi destinati a questo settore.

Scioperi scuola dicembre 2021

La scuola sciopera già a partire dal 10 dicembre 2021, con diversi sindacati coinvolti: Flc Cgil, ma anche Uil Scuola, Gilda e Snals, principalmente contro al mancato sostegno per il settore scolastico a seguito della Legge di Bilancio 2022.

In totale la Legge di Bilancio ha introdotto 33 miliardi per il paese, secondo diverse direzioni. La manovra prende in considerazione il lavoro, le pensioni, il fisco, il sistema scolastico, i trasporti, e altre misure per la ripartenza del paese. Tuttavia alla scuola sarebbe stata destinata una percentuale molto ridotta di fondi, lo 0,6%, non sufficiente per docenti e insegnanti.

Le richieste dei sindacati che tutelano gli insegnanti sono molteplici, e uno dei primi fattori ampiamente criticati è l'aumento in busta paga, troppo ridotto per queste figure professionali. Va ricordato che docenti e insegnanti di diverso grado si sono adeguati per diversi mesi alla nuova organizzazione in materia di didattica a distanza per garantire la formazione agli studenti, e secondo i sindacati questo non è stato riconosciuto adeguatamente.

Lo sciopero è indetto per chiedere una maggiore attenzione a questo comparto, centrale per il paese. Gli insegnanti potranno scegliere di aderire allo sciopero venerdì 10 dicembre, in tutta Italia. Al momento si preannunciano ampie adesioni a questa giornata di stop, che provocheranno conseguenze non indifferenti anche per l'organizzazione delle famiglie italiane.

Un dicembre infuocato per il comparto scuola, ma anche per lavoratori di altri settori. Secondo i sindacati la manovra non avrebbe dato le giuste attenzioni ad alcuni settori centrali del paese.

Scioperi dei trasporti: modalità e giornate

Gli scioperi non riguardano solo l'industria e la scuola, ma anche i trasporti: per il giorno 16 dicembre è fissato uno sciopero generale dei trasporti locali, di 24 ore, in diverse città italiane. Anche in questo caso gli scioperi sono rivolti alla nuova manovra del governo, e l'adesione sarà differente in base alle decisioni prese dai trasporti locali delle diverse città italiane.

I sindacati Cgil e Uil hanno indetto lo sciopero anche per questo comparto, che include sia il trasporto locale che i lavoratori addetti al trasporto delle merci. Gli operatori coinvolti non sono solamente i lavoratori dei trasporti in città come autobus e similari, ma anche i lavoratori marittimi e portuali, e tutti gli addetti alla logistica.

Lo sciopero include quindi un'ampia tipologia di lavoratori impegnati in questo macro settore. Viene consigliato ai cittadini di informarsi preventivamente sui trasporti locali per la giornata del 16 dicembre 2021, per verificare la sospensione eventuale dei mezzi.

Sullo sciopero tuttavia ci sono pareri contrastanti all'interno dei sindacati, perché la Cisl ha deciso di non partecipare attivamente in questa giornata di stop al lavoro e di manifestazioni. Mentre lo sciopero generale è stato indetto per il giorno 16 dicembre, tuttavia anche nei giorni antecedenti in alcune città italiane non verrà garantito il normale trasporto pubblico, come ad esempio a Milano, come spiega Milanotoday.it:

"Mezzi a rischio. Di nuovo. Tra martedì 14 e mercoledì 15 dicembre è in calendario un nuovo sciopero del trasporto a Milano e nel resto della Lombardia. A incrociare le braccia potranno essere i dipendenti di Trenord, la società che gestisce i convogli regionali."

Si tratta quindi di stop programmati dalle singole attività di trasporto locale per diverse giornate, oltre allo sciopero generale del 16 dicembre.

Transizione ecologica e metalmeccanici: è crisi nera

Una delle motivazioni per cui i sindacati hanno indetto uno sciopero di così vasta portata riguarda la situazione del tessuto industriale italiano in concomitanza con la transizione ecologica. La transizione è uno dei punti chiave del PNRR, e delle decisioni proposte dall'Europa.

Per l'Italia una transizione ecologica così come pianificata equivale ad un cambiamento profondo nell'intero sistema produttivo, specialmente nell'ambito automotive. L'obiettivo generale è quello di diminuire gli inquinanti presenti nell'ambiente, favorendo l'energia rinnovabile e la produzione di mezzi anche elettrici.

Tuttavia le aziende italiane non sarebbero pronte a questo tipo di cambiamento, non sarebbero quindi ancora pronte ad attuare una economica di tipo circolare. Secondo le direttive europee, entro il 2050 tutti i paesi dovranno aver abbassato drasticamente fino allo zero tutte le emissioni inquinanti.

Uno dei problemi per cui i sindacati hanno indetto gli scioperi sta nelle conseguenze per i lavoratori e per le aziende di questo passaggio, specialmente in assenza di politiche mirate al conseguimento dello stesso. La crisi per i metalmeccanici e per i lavoratori dell'industria italiana sembrerebbe essere arrivata ad un punto senza ritorno.

Oltre alle difficoltà legate all'emergenza sanitaria, le aziende stanno affrontando profondi cambiamenti anche nel mercato stesso a cui si rivolgono, e chiedono maggiori attenzioni da parte del governo al passaggio necessario per consentire alle aziende di applicare la transizione ecologica senza rischiare la chiusura.

L'automotive è il settore più a rischio a questo proposito, perché la spinta è quella verso la produzione di auto elettriche, spinta che comporta la dismissione dei veicoli inquinanti, e un cambio drastico nella produzione. I costi per questo passaggio sono ingenti, e l'attuale Legge di Bilancio non terrebbe conto di queste necessità.

Il rischio ulteriore è quello della perdita di posti di lavoro considerevole in questi ambiti, in tutta Italia. Senza considerare che attualmente i costi per la produzione sono in aumento anche a causa dell'aumento dei prezzi delle materie prime, come ad esempio l'energia elettrica per la produzione.

Non solamente le bollette per le utenze domestiche dei cittadini sono salite alle stelle, ma anche i prezzi per l'approvvigionamento delle aziende tenute alla produzione. Il 16 dicembre sarà una giornata infuocata per questi settori, che chiedono nuovi aiuti allo stato per fronteggiare la crisi.