Lavoro: vantaggi per assunzioni under 35, tutto sul bonus

Sei under 35 anni e stai cercando lavoro, oppure sei proprietario di un’azienda e vorresti assumere qualcuno, ma temi che questa operazione potrebbe finire con il pesare troppo sui tuoi conti? Esistono dei vantaggi ad assumere under 35, di vario genere.

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Parlare di lavoro può essere sempre complicato, soprattutto quando lo si fa riguardo a neet o persone under 35 o 36 anni.

In Italia, complica anche la pandemia da covid, è sempre più facile incontrare persone sotto i 35 anni senza lavoro, che non studiano e non sanno come riuscire a trovare un’occupazione stabile per poter raggiungere o ritrovare l’indipendenza.

Con l’arrivo della pandemia si è formata quella che si potrebbe definire una tempesta perfetta nel mondo del lavoro, facendo sì che tantissime persone già in situazioni precarie o con meno esperienza, finissero con avere ancora più difficoltà.

Va da sé quindi che a pagarne le conseguenze sono stati coloro che in quel momento stavano cercando di trovarsi un post all’interno del mondo del lavoro.

In Italia, nel 2020, i giovani dai 29 anni in giù fino ai 18, senza un lavoro e fuori da un percorso di studi erano quasi un quarto, situazione resa solo peggiore dal divario di genere, con tasso di disoccupazione giovanile tra i peggiori d’Europa.

Esistono però delle agevolazioni e dei bonus per le aziende che scelgono di assumere dei giovani under 35 o under 35, ma anche per l’assunzione di donne o dedicati alle aziende del sud Italia. Spesso, inoltre, è facile che queste agevolazioni possano essere cumulabili con altri vantaggi.

Lavoro e bonus under 35

Quello che viene definito bonus under 35, a volte è anche chiamato esonero under 36, ed era già presente l’anno scorso.

Si tratta, infatti, di un esonero contributivo fino a 36 mesi (ovvero tre anni) per i datori di lavoro privati che scelgono di assumere una persona con un’età massima di 35 anni e 364 giorni. Ovvero, semplicemente, che non abbia ancora compiuto i 36 anni d’età.

Questa possibilità è valida anche per coloro che scelgono di trasformare un contratto di lavoro determinato a indeterminato, sempre di qualcuno che non abbia ancora compiuto i 36 anni, nel 2022.

È importante sottolineare la questione del contratto indeterminato, infatti questa opzione è stata creata con l’idea di, non solo, aiutare le aziende ad assumere persone nuove e più giovani, ma anche per far sì che queste si trovino di fronte alla possibilità di avere un lavoro stabile.

Se infatti è vero che l’occupazione delle persone sotto i 35 anni è aumentata in tempi molto recenti, è anche importante sottolineare come la maggior parte di questi lavori siano precari e senza sbocchi veri e propri.

Infatti è anche possibile che, proprio per questo motivo, ci siano persone che preferiscono aspettare invece di cercare lavoro lontano da casa, non potendosi permettere di vivere fuori o non avendo la possibilità di organizzare la propria vita per un periodo medio lungo di tempo.

Per esempio, potrebbe esserci perché spesso c’è il rischio di trovarsi di fronte a stage sottopagati o impiegati con contratti brevissimi e distanti da casa, che non permetterebbero di sopravvivere fuori dalle mura domestiche senza il sostegno di terzi.

L’aumento dei posti di lavoro a lungo termine assegnati a persone più giovani è sicuramente un segno dell’effetto positivo dei bonus proposti, ma sarà necessario riuscire a mantenere questo trend costante anche nel futuro.

Bonus under 35 e vantaggi per le aziende

Abbiamo accennato al fatto che quando si parla di bonus per il lavoro degli under 35, e 35 compiuti, si tratta di una realtà che interessa in modo diretto le imprese e in modo indiretto i lavoratori.

In pratica, essendo un esonero contributivo, lo si potrebbe considerare un incentivo alle imprese per assumere a tempo indeterminato le persone sotto i 36 anni compiuti.

Cosa significa esonero contributivo? Detto semplicemente, le aziende potranno accedere a uno “sconto” dei contributi previdenziali che devono versare, obbligatoriamente, a favore dei lavori assunti.

L’esonero dura per un massimo di tre anni, salvo altre indicazioni. Ci sono infatti alcune regioni per cui la durata è di quattro, ovvero le seguenti.

  • Molise,
  • Campania,
  • Basilicata,
  • Abruzzo,
  • Sicilia,
  • Calabria,
  • Puglia,
  • Sardegna.

Se a richiederlo è un’azienda privata di una di queste regioni del sud, lo sconto sui contributi da versare sarà di un anno in più. Non male, no?

C’è da precisare che questo esonero contributivo non è privo di un tetto massimo. Infatti si può ricevere lo “sconto” per un massimo di 6.000 euro annui, ripartiti su tutti i mesi dell’anno. 

Inoltre questa occasione non può essere utilizzata in tutti i casi. Abbiamo già detto che è dedicata a coloro che assumono persone di massimo 35 anni 364 giorni d’età a tempo indeterminato o che rendono un contratto a termine, sempre per impiegati della stessa categoria, di nuovo a tempo indeterminato.

C’è anche un altro dettaglio importante di cui tenere conto per poter usufruire del bonus: la persona che si andrà ad assumere non deve aver già avuto contratti indeterminati.

Qui è necessaria una precisazione, infatti in questo caso sono esclusi i contratti di apprendistato precedenti alla qualifica, il lavoro domestico, e il lavoro intermittente anche se a tempo indeterminato.

Non è tutto, ci sono altre due cose a cui fare attenzione.

Prima di tutto la persona assunta non deve essere stata licenziata dalla medesima azienda nei sei mesi precedenti. Questo per evitare dei licenziamenti atti solamente ad assumere qualcuno di cui si ha bisogno, ma potendo usufruire dell'esenzione.

Secondo elemento di cui tenere conto invece è il fatto che l’azienda in questione non deve effettuare licenziamenti collettivi o per giustificato motivo oggettivo per qualcuno nella stessa posizione in cui si andrà ad assumere l’under 36, nei nove mesi successivi.

Lavoro, giovani, e crisi da covid

La crisi del lavoro, sostenuta da un pesante clima di incertezza e alimentato dalle poche speranze, non ha risparmiato quasi nessuno.

Questa situazione non fa altro che rendere ancora più insicure le prospettive verso il futuro, soprattutto per coloro che nel mercato del lavoro non sono ancora riusciti a entrare con fermezza, rischiando quindi di venire sbattuti fuori dopo pochi mesi in azienda, quindi tutti coloro di cui abbiamo parlato fino a ora, gli under 35.

Ma non solo, anche le persone under 50, tra i 35 e 49 anni, si trovano in difficoltà, perché magari si sono trovati senza lavoro o fermi a casa durante la pandemia, e ora sono considerati “anziani” da molte aziende e quindi faticano a trovare qualcuno interessato ad assumerli.

Infine, l’ultima categoria tra le più colpite è quella delle donne. L’occupazione femminile ha visto un arresto brusco e una caduta ancora peggiore, arrivando a calare di ben più del 47%.

Già prima della crisi infatti l’Italia non brillava in questo campo, e con l’arrivo della pandemia a lasciare di più il lavoro per poter seguire i figli o i genitori sono state principalmente le donne.

In breve si può notare come il Covid-19 non abbia fatto altro che esacerbare dei problemi già esistenti nel mercato del lavoro in Italia, creando delle spaccature che necessitano una soluzione.

Rigidità normative e la mancanza di risposte pronte e in grado di adattarsi a questi problemi, situazione già esistente prima della crisi sanitaria, non hanno fatto altro che aggravare il tutto.

Bonus imprese nel 2022: a chi interessano?

Malgrado il quadro presentato poco fa non sia dei più rosei, questo non significa che non ci sia alcuna speranza o che il governo non stia provando a dare risposte.

Se è vero che questa situazione da un lato ha portato a galla, ancora di più, le varie disuguaglianze sul lavoro, dall’altro può essere un buon punto di partenza per spronare a una ricerca verso una crescita migliore, in grado di non ignorare queste situazioni, ma che punti a risolverle.

Proprio riguardo a questo, con il tentativo di rendere migliore il mondo del lavoro per tutti, quest’anno sono stati annunciati diversi bonus per imprese, in particolare puntati proprio per rendere più facile l’entrata nel mondo del lavoro per quelle categorie ora più in difficoltà.

Per esempio, oltre al bonus under 36, esiste anche un bonus per l’assunzione di donne nella propria impresa. Come il precedente, si tratta di un esonero contributivo fino a un massimo di 6.000 euro, che andrà a scadere con il concludersi del 2022.

In questo caso lo sgravio è pensato per l’assunzione delle seguenti categorie.

  • Donne con età superiore ai 50 anni e disoccupate da almeno dodici mesi.
  • Oppure, senza limiti di età, se disoccupate da almeno sei mesi e residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea.
  • Sempre senza limiti di età e prive di impiego da almeno sei mesi se svolgono attività lavorative in un settore con grande disparità occupazionale di genere.
  • Infine, donne di qualsiasi età, se prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi (ovvero due anni).

È anche stato dato il via al fondo per i nuovi contratti di apprendistato di primo livello, che in teoria dovrebbero essere un grande aiuto per i giovani che stanno cercando di entrare nel mondo del lavoro, malgrado ancora i grandi limiti di questa realtà.

Questo tipo di contratti sono dedicati alle aziende che hanno un massimo di nove dipendenti, potranno assumere personale in apprendistato con uno sgravio contributivo del 100%.

Infine, buone notizie anche per le realtà del Sud Italia, perché anche nel 2022 ci saranno degli incentivi per le assunzioni. Le regioni coinvolte sono: Sardegna, Calabria, Abruzzo, Puglia, Sicilia, Campania, Basilicata, e Molise.

Si tratta anche qui di uno sgravio fiscale, del 100%, per le aziende che assumono disoccupati nel biennio 2021/2022 a tempo indeterminato. Con la nuova legge di bilancio è anche stato introdotto un nuovo bonus per le assunzioni di lavoratori nelle aziende in crisi.

C’è una crescita del lavoro in Italia?

La risposta è sia sì, sia no. Con il mondo che sembra essere sul punto di uscire dalla pandemia, anche la realtà lavorativa italiana pare essere in miglioramento, soprattutto per quel che riguarda le assunzioni a tempo indeterminato.

Tuttavia in molti si trovano ancora di fronte a contratti a breve termine, che non fanno altro che aumentare il senso di incertezza.

Riguardo a questo però è da notare che anche i dati sui licenziamenti sono diminuiti, dando quindi un buon segnale anche in questo campo. È difficile pensare di potersi trovare di fronte a una ripresa rapidissima, ma il mondo del lavoro sembra star riuscendo a ritrovare un equilibrio perso, forte anche dei vari bonus proposti dal governo.

Sarà importante per, una volta superato il momento peggiore, non dimenticarsi delle criticità messe in evidenza negli ultimi anni, per poter evitare di trovarsi di fronte ad altre problematiche.