Morti sul lavoro, un altro anno nero per l’Italia; aumento del 10% delle denunce all’INAIL

Secondo gli ultimi dati dell’INAIL, questo è l’ennesimo anno nero per i morti sul lavoro in Italia. Andiamo a vedere insieme tutti i dati e gli ultimi aggiornamenti a riguardo.

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Secondo gli ultimi dati dell’INAIL, questo è l’ennesimo anno nero per i morti sul lavoro in Italia. Andiamo a vedere insieme tutti i dati e gli ultimi aggiornamenti a riguardo.

Morti sul lavoro, un altro anno nero per l’Italia; aumento del 10% delle denunce all’INAIL

È vero, i decessi del 2021 sono minori rispetto a quelli dell’anno precedete, relativi allo stesso periodo preso in analisi, ma si tratta di un dato di miglioramento fasullo: i dati si riferiscono alle morti durante il periodo della pandemia, nel 2020.

La relazione dell’INAIL è stata pubblicata lo scorso 25 luglio 2022 e presenta ben 1361 denunce. Nel report si evidenzia una flessione delle stesse di oltre il 19% rispetto al 2020 ma si tratta di un dato falsato anch’esso poiché la diminuzione, come evidenzia l’ente, è strettamente collegata ai decessi del Covid-19. Si è passati, infatti, a 600 morti nel 2020 a 200 nel 2021. 

Insomma, guardando le cose da una prospettiva più ‘realistica’, notiamo che l’andamento generale dei dati non sta affatto migliorando, anzi. I nostri lavoratori continuano a morire sul posto di lavoro, oppure nel tragitto verso o da esso, anche più di prima.

INAIL crescono le denunce mortali del 10%

Secondo le ultime stime dell’INAIL le denunce mortali nell’anno corrente sono aumentate di quasi il 10% rispetto all’anno scorso. Tali dati indicano sia le morti avvenute direttamente sul posto di lavoro, mentre si stava svolgendo il proprio mestiere, sia quelle avvenute nel tragitto casa-lavoro o lavoro-casa. 

I settori più colpiti sono sicuramente quelli di: costruzioni e trasporti. Per questi due settori abbiamo rispettivamente 175 e 150 morti sul lavoro accertate. Ma le denunce sono state molte di più: 685, di cui, quasi la metà, oltre il 40% (298) avvenute fuori dal contesto aziendale. 

Per il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali si tratta di dati inaccettabili. 

“Purtroppo, ancora sono molte le vittime e oggi abbiamo presentato il Rapporto 2021 che registra una crescita degli infortuni, con una individuazione delle cause che non ci consentono più di parlare di morti bianche, tantomeno di fatalità. Sappiamo quali sono le cause e abbiamo il dovere di combatterle.”

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Gli infortuni sul lavoro non mortali

Nel report dell’INAIL sono stati anche riportati i dati riguardanti gli infortuni non mortali sul lavoro relativi all’anno 2021. In questo caso le denunce totali ricevute dall’ente nelle dodici mensilità sono state 564 mila, diminuite del 1.4% rispetto al 2020

Ma anche in questo caso non c’è nulla da festeggiare. Questo dato è dovuto unicamente ad una diminuzione di contagi di tipo professionale da Covid-19 che sono diminuiti di quasi 100 mila unità dal 2020 al 2021. Nel 2020, infatti, sono stati registrati 150 mila, mentre nel 2021 si è passati a 50 mila. Nell'anno dello scoppio della pandemia l'incidenza media relativa alle denunce legate al totale era stata una ogni quattro, mentre nel 2021 una ogni 12.

Se, però, si eliminano i dati relativi ai contagi di coronavirus, le denunce di infortunio sul posto di lavoro subiscono un aumento del 20% rispetto all’anno precedente. Insomma, nessun andamento calante di morti e infortuni, anzi. 

I dati preliminari pubblicati dall’INAIL per il primo semestre del 2022 confermano un andamento in ascesa, come confermato anche dallo stesso presidente dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, Franco Bettoni. 

Considerando solo i primi 5 mesi del 2022, le denunce che sono state presentate allo stesso istituto sono ben 323.806. Quasi il 50% in più del medesimo periodo dell’anno scorso. 

Solo una nota positiva: sono aumentate le regolarizzazioni dei lavoratori delle società di Food Delivery, ma si teme solo per l’effetto delle indagini ispettive sulle stesse. 

Morti sul lavoro, le parole del Ministro Orlando

Secondo il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, occorre fare molto di più per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Dello stesso parere il Ministro Orlando, che ha dichiarato:

"Spero che il prossimo esecutivo prosegua il lavoro fatto finora: oltre al potenziamento dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro abbiamo infatti raddoppiato e anche triplicato, in alcuni settori, le ispezioni, oltre ad aver introdotto strumenti nuovi per verificare l'effettiva congruità della mano d'opera utilizzata.”

Il ministro ha poi concluso il suo discorso dicendo che:

“Tutto questo va implementato, proseguendo nel percorso di potenziamento delle banche dati, affrontando le ragioni strutturali del fenomeno, con politiche industriali adeguate e contrastando la precarietà del lavoro"

Orlando avrebbe infatti spiegato che il rischio di incidenti è maggiore nelle imprese piccole, in cui il lavoro è precario.

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