Hai diritto alla NASPI? Tutti i requisiti e come richiederla

La Naspi è un'agevolazione concessa alle persone disoccupate. In quest'articolo vedremo quali sono i requisiti e come richiedere l'assegno di disoccupazione.

La Naspi, ovvero la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è un assegno che viene erogato alle persone che si ritrovano senza lavoro per motivi che non dipendono dalla loro volontà, che dunque sono disoccupate come ad esempio nel caso delle dimissioni per giusta causa.

Se volete saperne di più in merito alle differenze tra dimissioni volontarie e dimissioni per giusta causa vi invitiamo a leggere quest’articolo

Quest’assegno viene erogato direttamente dall’Inps a coloro che soddisfano i requisiti richiesti: il primo tra tutti è la disoccupazione. Tuttavia la Naspi può essere concessa anche in altri casi, come vedremo in quest’articolo. 

La domanda per la Naspi viene effettuata, generalmente, entro 68 giorni dal termine del proprio lavoro per via telematica sul sito dell’Inps.

Se scegliete questa modalità dovete sapere che è necessario avere le credenziali Spid, CIE o CNS per poter accedere al portale.

Eventualmente è possibile anche fare domanda tramite il Contact center dedicato oppure tramite un caf. 

L’assegno viene accreditato mensilmente e gli importi cambiano a seconda delle diverse situazioni.

Ciò significa che il valore economico dell’assegno non è uguale per tutti i richiedenti. 

Per maggiori informazioni potete consultare il sito dell’Inps alla pagina dedicata alla Naspi, sito al quale abbiamo fatto riferimento.  

Iniziamo quest’articolo spiegando che cos’è innanzitutto la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (Naspi). 

Naspi: che cos’è

Il termine “Naspi” significa “Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego” ed è un assegno di disoccupazione che viene erogato direttamente dall’Inps alle persone disoccupate, come ad esempio coloro che hanno dato le dimissioni per giusta causa o che comunque si ritrovano ad essere senza lavoro per motivi indipendenti dal loro volere. 

Naturalmente, non tutte le persone che si ritrovano ad essere senza lavoro hanno la possibilità di richiedere la Naspi. Bisogna infatti possedere determinati requisiti per poter ricevere l’assegno di disoccupazione. 

Vediamo più nello specifico chi ha diritto a ricevere la Naspi. 

Naspi: chi ne ha diritto

Iniziamo chiarendo subito chi non ha diritto alla Naspi. Non possono beneficiare dell’assegno di disoccupazione le seguenti categorie di lavoratori:

  • dipendenti a tempo indeterminato che lavorano nell’ambito della Pubblica Amministrazione
  • operai agricoli che lavorano a tempo determinato
  • lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale
  • lavoratori che hanno i ottenuto i requisiti necessari per poter accedere alla pensione di vecchiaia o anticipata
  • lavoratori che già beneficiano dell’assegno ordinario di invalidità 

Non hanno inoltre diritto alla Naspi i lavoratori che hanno scelto di dare le dimissioni volontarie. In questo caso infatti la Naspi non viene concessa perché non ci sono dei motivi gravi che comportano l’impossibilità di continuare a lavorare presso una determinata azienda.  

La Naspi spetta invece ai lavoratori subordinati che hanno perduto il lavoro per motivi che non dipendono dalla loro volontà. Le categorie di lavoratori che possono richiedere l’assegno di disoccupazione sono:

  • apprendisti
  • lavoratori subordinati presso le cooperative
  • lavoratori subordinati in ambito artistico
  • lavoratori con contratto a tempo determinato nelle pubbliche amministrazioni

La novità è che a partire dal 1 gennaio 2022, anche gli operai agricoli con contratto di lavoro a tempo indeterminato possono richiedere la Naspi. 

L’assegno di disoccupazione non viene erogato solo ed esclusivamente a coloro che sono disoccupati. 

La Naspi infatti viene concessa anche nelle seguenti circostanze:

  • dimissioni per giusta causa (ovvero quando l’impiego viene interrotto a causa di un comportamento gravemente scorretto da parte del datore di lavoro nei confronti del dipendente)
  • dimissioni che si sono verificate durante il periodo della maternità
  • risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, a patto che sia avvenuta nell’ambito della procedura di conciliazione presso la direzione territoriale del lavoro
  • risoluzione consensuale dovuta al fatto che il dipendente non ha intenzione di trasferirsi
  • licenziamento con accettazione dell’offerta di conciliazione oppure licenziamento di tipo disciplinare 

Inoltre, ultimo requisito ma non per questo meno importante, è necessario aver pagato i contributi contro la disoccupazione per un periodo minimo di 13 settimane nei quattro anni che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione come spiegato sul sito dell’Inps

Dopo aver spiegato chi ha diritto all’assegno di disoccupazione e quali sono i requisiti, vediamo adesso a quanto ammonta il valore della Naspi. 

Naspi: a quanto ammonta?

Per quanto riguarda il valore dell’assegno di disoccupazione, esso corrisponde al 75% dello stipendio mensile percepito negli ultimi quattro anni, questo se lo stipendio è più basso rispetto ad un importo di riferimento stabilito dalla legge. Quest’importo viene riesaminato ogni anno tenendo conto della variazione dell’indice ISTAT e comunicato ogni anno dall’Inps con una circolare consultabile sul sito.

La Naspi subisce una riduzione del 3% mensilmente a partire dal primo giorno del sesto mese di fruizione. La riduzione comincia dall’ottavo mese se colui che riceve l’assegno ha raggiunto l’età di 55 anni alla data della richiesta della Naspi. 

Nel caso in cui lo stipendio fosse superiore all’importo di riferimento, la retribuzione corrisponde al 75% dell’importo di riferimento annuo previsto dalla legge. Questo 75% viene sommato al 25% della differenza tra lo stipendio medio percepito ogni mese e l’importo di riferimento previsto dalla legge. In ogni caso, l’importo percepito non può superare quello massimo previsto dalla legge.

La Naspi è calcolata tenendo conto dello stipendio percepito negli ultimi quattro anni, diviso per il totale delle settimane di contribuzione e moltiplicato per 4,33. 

In alcuni casi però la Naspi può essere ridotta, ad esempio nel momento in cui il beneficiario svolge un lavoro in autonomia oppure con contratto intermittente. 

In altri casi invece l’assegno di disoccupazione può essere addirittura sospeso. 

La sospensione viene messa in atto quando, ad esempio, il beneficiario trova un nuovo impiego con contratto di lavoro subordinato di massimo sei mesi. Un’informazione importante da sapere è che la Naspi in questo caso viene sospesa durante tutta la durata dell’impiego. 

Se invece il lavoratore perde completamente lo stato di disoccupazione la Naspi decade. 

Per quanto riguarda invece il lavoro all’estero la situazione varia a seconda dei vari paesi europei. La situazione è ancora diversa se si tratta dei paesi che non fanno parte dell’Unione Europea. 

Dopo aver spiegato a quanto ammonta la Naspi, vediamo adesso quando si ricevono i pagamenti. 

Naspi: quando si ricevono i pagamenti?

La Naspi spetta a partire dall’ottavo giorno successivo al termine del proprio impiego, se la richiesta viene effettuata entro l’ottavo giorno. Altrimenti la Naspi spetta a partire dal giorno seguente alla presentazione della domanda, se presentata dopo l’ottavo giorno dal termine del proprio impiego. In ogni caso non bisogna superare le scadenze stabilite dalla legge. 

Le stesse tempistiche riguardano il termine del periodo di maternità, malattia o infortunio avvenuto nell’ambiente lavorativo. 

La situazione è diversa se invece si danno le dimissioni per giusta causa. La Naspi spetta a partire dal trentottesimo giorno successivo alle dimissioni per giusta causa se la domanda è stata effettuata entro il trentottesimo giorno. Oppure, dal giorno che segue la richiesta della Naspi, se la domanda è stata presentata oltre il trentottesimo giorno successivo alle dimissioni. Anche in questo caso però bisogna rispettare le scadenze stabilite dalla legge. 

Si ricorda che l’assegno di disoccupazione viene accreditato ogni mese. 

L’assegno di disoccupazione si può ricevere tranquillamente sul conto corrente. Se si sceglie questa modalità è importante sapere che il conto deve essere intestato o cointestato alla persona che decide di richiedere la Naspi. 

Dopo aver spiegato quando si ricevono i pagamenti vediamo adesso come e quando presentare la domanda per la Naspi.

Naspi: come e quando presentare la domanda?

La domanda per la Naspi può essere presentata online sul sito dell’Inps. Si ricorda che per accedere al portale è necessario avere una di queste credenziali:

  • Spid
  • CIE
  • CNS 

Prima di effettuare l’accesso al servizio è possibile prendere visione del tutorial chiamato “NASpI: invio domanda” per poter avere ben chiare le istruzioni che concernono la compilazione delle varie sezioni. 

Per capire inoltre come poter usare al meglio gli altri servizi inerenti alla Naspi è possibile prendere visione di altri due tutorial: uno si chiama “NASpI: consultazione domande” mentre l’altro “NASpI: comunicazione”. 

In alternativa è possibile effettuare la domanda della Naspi anche tramite il Contact center o il caf. 

Per quanto riguarda le tempistiche, la domanda per la Naspi deve essere effettuata entro 68 giorni dal termine di queste situazioni:

  • dal giorno in cui l’impiego è stato interrotto
  • dall’interruzione del periodo di maternità risarcito se la maternità è sopraggiunta durante il periodo lavorativo in seguito terminato
  • dall’interruzione del periodo di malattia risarcito o nel caso di infortunio sul lavoro se queste situazioni si sono verificate durante il periodo lavorativo in seguito terminato
  • dalla definizione della vertenza sindacale o dalla data di notifica della sentenza giudiziaria
  • dalla fine del periodo che corrisponde all’indennità di mancato preavviso ragguagliato a giornate
  • dal trentottesimo giorno dopo la data di interruzione del rapporto di lavoro, se si tratta di dimissioni per giusta causa

Non è prevista invece una scadenza per la presentazione della domanda in questi casi qui sotto elencati:

  • se la maternità risarcibile è sopraggiunta entro i 68 giorni dal termine dell’impiego
  • se la malattia o l’infortunio risarcibili sul lavoro si sono verificati entro 60 giorni dal termine dell’impiego
Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
774FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate