Naspi respinta? Ecco 3 motivi per cui può succedere!

I motivi per cui il pagamento della Naspi può venir di fatto respinto, potrebbero essere numerosi. Vediamoli insieme nel corso della lettura.

La Naspi, così come per qualsiasi altro argomento inerente alla questione fiscale e lavorativa, è un tema piuttosto insidioso da affrontare. Questo, anche per via della percezione che si ha a livello generale riguardo questo provvedimento. Una delle questioni principali che ruotano a loro volta attorno a questa tematica, è quella corrispondente al calendario dei pagamenti.

Infatti, la Naspi prevede così come tanti altri pagamenti, che ci sia un vero e proprio piano di elaborazione sul quale potersi basare. Ma ovviamente, così come per qualsiasi servizio di cui si usufruisce su larga scala, bisogna tenere conto del fatto che ci potrebbero essere dei ritardi. Ritardi che, a loro volta, possono essere di varia entità a seconda della situazione.

Questo, non è ovviamente un dato che viene specificato. Ad ogni modo, la questione correlata ai pagamenti e rapportata al periodo del 2022, riguarda una data che potrebbe essere già apparsa sul sito apposito dell’Inps. Dunque, dal lato degli utenti, sarebbe meglio verificare quanto accaduto. A sostenere ciò, è il sito della Gazzetta del Sud, che espone una vera e propria data di riferimento di cui tenere conto:

In base ai dati relativi agli anni precedenti, la data di pagamento della Naspi a Gennaio 2022 (con riferimento alla mensilità di Dicembre) dovrebbe essere pubblicata sul sito dell’INPS tra il 3 ed il 14 Gennaio 2022.

Questa vicenda, andrebbe dunque chiarita meglio tenendo conto del fatto che ogni data è ipotetica. Infatti, una vera e propria ricorrenza riguarda il fatto che la puntualità non sia sempre garantita. Questo, è un dettaglio al quale molti fruitori del servizio si sono abituati. Ma altri ancora, con parziale ragione, non riescono proprio a darsene pace.

Ad ogni modo, la Naspi solitamente ha dei calendari di pagamento particolarmente estesi, che si estendono appunto per circa due settimane. Questo, in modo tale che ogni pagamento possa venir erogato in maniera puntuale, e precisa allo stesso tempo.

Ulteriori dettagli in merito, ci vengono forniti dal canale Youtube di Michele Madonna, con un video di approfondimento particolarmente esaustivo.

Naspi, come fare domanda

Presentare la domanda per la Naspi, così come per qualsiasi altro incentivo economico, non è affatto un procedimento complicato da mettere in atto. Infatti, anche coloro che non sono particolarmente avvezzi con la tecnologia, possono riuscire comunque nell’intento. Prima di proseguire con il metodo esatto di cui si è fatto cenno, bisogna partire con una doverosa premessa.

Premessa che, giustamente, viene fatta anche dal sito dell’Inps in una pagina appositamente dedicata. La data di pagamento citata, infatti, corrisponde all’incirca nell’ottavo giorno successivo alla data di interruzione del rapporto lavorativo instaurato in precedenza. Dunque, per definizione, esattamente otto giorni dopo la data di cessazione del rapporto di lavoro, citando testualmente.

Per via della situazione attuale, oltre che per evitare ulteriori rallentamenti burocratici, è doveroso presentare la propria richiesta in via telematica. Nel sito citato, la pagina di atterraggio menzionata presenta il modulo esatto tramite il quale spedire la propria domanda. Naturalmente, quest’ultima va spedita solamente dopo che il rapporto di lavoro in questione è cessato ufficialmente.

Ulteriori anticipazioni non notificate, dunque, renderanno automaticamente nulla la procedura avviata. Per coloro che sono iscritti alla cosiddetta “gestione separata“, invece, il modus operandi a cui fare riferimento cambia leggermente. Lo status di iscrizione alla modalità citata, deve essere sempre dichiarato nel documento.

Anche in caso di un lungo periodo di tempo trascorso, bisogna rendere conto di questo tipo di condizione. L’iscrizione al suddetto regime si può verificare presso l’apposita sezione. Dichiarare la ocndizione del proprio reddito, è un vincolo obbligatorio per far sì che si possa continuare a percepire la Naspi in maniera regolare.

Nel prossimo paragrafo, verrà analizzata un’altra perplessità di interesse comune.

Naspi, come verificare l’importo

Una volta capito il modo in cui presentare la propria richiesta per la Naspi, rimane un solo interrogativo da soddisfare. Ovvero, quello inerente alle eventuali verifiche dell’importo che è stato ricevuto. Lo stesso sito citato precedentemente, ovvero quello appartenente all’organo dell’Inps, afferma come anche questa sia effettivamente una procedura facile.

In effetti, il nuovo design del sito dal punto di vista tecnico, ha fatto sì che queste procedure venissero ulteriormente semplificate, rendendo di fatto più agevole una procedura che apparentemente è sempre sembrata piuttosto ostica al solo pensiero.

Nonostante questo, viene naturale fidarsi delle parole dell’organo citato, il quale per forza di cose ha tutto l’interesse possibile per semplificare le procedura relative a tale richiesta. Ebbene, questo è quanto emerso:

Basta accedere da “Tutti i servizi” a “Nuova Assicurazione sociale per l’impiego ( NASpI ): consultazione domande”, inserire le proprie credenziali (PIN o SPID) e trovare le informazioni relative all’ultima domanda presentata.

Facendo click sull’apposita pagina contenente tutti i dettagli, è possibile venire a conoscenza della durata effettiva di tale indennità. Tramite il prospetto di pagamento, è dunque possibile risalire a tutti i mesi ipotetici in cui tale importo viene versato con ricorrenza.

La procedura che porta alla verifica dell’importo, è infatti quanto di più indispensabile ci possa essere. Questo, poiché a livello generale ci si può basare su questa struttura solamente in maniera parziale. Benché sia comunque una procedura spesso scontata, alle volte può anche rappresentare la soluzione concreta a tutte le nostre problematiche.

A proposito di problematiche varie, nel corso del prossimo paragrafo cercheremo di capire i vari motivi che si possono nascondere dietro al mancato pagamento della Naspi. Riscontrando quanto si legge sul web, si può venire a conoscenza del fatto ce sia una problematica di interesse comune.

Naspi respinta, ecco 3 motivi per cui può succedere

Le motivazioni per cui la Naspi potrebbe essere respinta, sono piuttosto varie. Talvolta, hanno anche un’entità differente a seconda di ciò che si è potuto verificare. Una prima motivazione, potrebbe essere infatti relativa al fatto che le tempistiche di attesa siano particolarmente sostanziali. Non si parla ovviamente dell’equivalente delle calende greche, ma solitamente per la prima mensilità bisogna sempre attendere un certo quantitativo di tempo.

Ad ogni modo, uno dei tassi più frequenti di ritardo si registra proprio nel primo pagamento della Naspi. Non a caso, molti articoli inerenti a questo argomento lo segnalano come uno dei ritardi più classici e canonici. Solitamente, le motivazioni dietro a questa situazione potrebbero essere legate a dei problemi logistici.

Dopo un periodo corrispondente a circa 15 giorni dall’invio della domanda apposita, ci si deve infatti recare al centro di impiego per poter sottoscrivere un patto di servizio. Nel caso in cui si dovesse mancare all’appuntamento, la Naspi verrebbe bloccata dopo qualche mese.

E questo, andrebbe poi a causare altri ulteriori ritardi nel pagamento. La Naspi, come molti potrebbero non sapere, è infatti uno status economico che va mantenuto. Per poter fare ciò, esistono varie modalità differenti tra loro. Una delle più comuni, è sicuramente quella di prestare la propria partecipazione a dei corsi di formazione.

Sostanzialmente, questi corsi hanno lo scopo di riqualificare gli ex lavoratori professionalmente. Di conseguenza, bisognerà anche prendere parte a tutte le iniziative professionali proposte proprio dall’agenzia del lavoro. Insomma, un procedimento sicuramente duraturo e che molti tendono erroneamente a sottovalutare.

Nel prossimo paragrafo, cercheremo di analizzare una mancanza comune, che avviene di frequente nella maggior parte delle occasioni. Tuttavia, non prima di aver fatto una premessa doverosa ed essenziale.

Naspi bloccata: cos’è il modello Sr163?

Un’altra motivazione per cui la Naspi potrebbe essere stata bloccata, riguarda una mancanza di natura tecnica. Infatti, solitamente, bisogna allegare alla propria domanda il modello Sr163. Ma esattamente, in cosa consiste questo documento? Si tratta di un modello fondamentale per poter accreditare le indennità dell’Inps. 

Queste, verranno naturalmente accreditate sul proprio conto corrente postale, oppure su quello bancario. O in alternativa, sulla propria carta Paypal. Tuttavia, bisogna specificare come questo non sia ormai un problema possibile da verificarsi. Questo, in quanto il provvedimento in quetione è stato abolito in data 10 aprile 2020. Questo, col fine di rendere tale procedura molto più fluida.

Pertanto, bisognerà ricercare le proprie motivazioni altrove, onde evitare fraintendimenti o interpretazioni che per forza di cose risulano errate e non corrispondenti alla realtà dei fatti. Nel prossimo e ultimo paragrafo, ne sapremo sicuramente di più a riguardo.

Naspi interrotta? Le altre motivazioni!

Altre motivazioni per cui il pagaento della Naspi potrebbe essere stato interrotto, riguardano essenzialmente dei mancati adempimenti. Per esempio, il mancato avviso di notifica del reddito dell’anno corrente rispetto alla richiesta. Questo, è un punto di fatto piuttosto delicato, anche per coloro che hanno potuto usufruire di altre prestazioni occasionali.

Solitamente, insomma, questo pagamento viene bloccato alla luce di varie mancanze. Una di queste, nello specifico, viene citata dal sito di Insindacabili, con un paragrafo dedicato appositamente:

sempre in caso di dimissioni per giusta causa, per mancato pagamento delle retribuzioni, non è stata allegata la contestazione fatta al datore di lavoro;

Naturalmente, il tutto potrebbe essere risolto nel caso in cui si dovesse fare una chiamata apposita agli uffici dedicati. Insieme ad una figura dedicata a tale dovere, si potrà infatti trovare la soluzione al proprio problema. Problema che, solitamente, potrebbe essere stato riscontrato anche da qualcun altro. 

Andrea Marras
Andrea Marras
SEO Copywriter, classe 1998.Ho 22 anni, un diploma presso l'Istituto Magistrale Baudi di Vesme Iglesias, e una passione per il SEO Copywriting. In passato, mi sono occupato dell'ottimizzazione di articoli di stampo sportivo per conto di testate web quali Termometro Politico e Calcio d'Angolo. Ho studiato il mondo dei social e dell'editoria online con grande impegno e dedizione, sperando che questa possa divenire la mia professione principale. Nel frattempo, oltre alle collaborazioni con varie testate di riferimento, curo anche un progetto di personal branding su LinkedIn.Il mio motto è? Chi lotta può perdere
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