In questi giorni si è discusso a lungo in merito all'ultima novità prevista dalla riforma delle pensioni: la proroga di Opzione Donna nel 2022.
La proroga, che non risulta ancora essere stata approvata in via definitiva, da il diritto alle donne lavoratrici che soddisfano i requisiti previsti di poter avanzare la richiesta di pensione anticipata entro la data limite del 31 dicembre 2021.
L'opzione donna permette a tutte le donne lavoratrice di terminare definitivamente il loro periodo lavorativo, con parametri diversi quali l'età ed il periodo di contributi, che si differenziano a seconda che la lavoratrice abbia una attività imprenditoriale per conto proprio o sia dipendente pubblica.
Nel DPB però ancora non è stata inserita alcuna notizia in merito alla proroga dell'Opzione Donna prevista per il prossimo 2022, sebbene venga fatto accenno agli interventi in materia pensionistica volti ad assicurare un graduale ed equilibrato passaggio al regime ordinario. Si stimano 601 milioni per l'anno 2022.
Ti lascio al Video del Canale YouTube Pensioni ed Aggiornamenti dal titolo "Arriva il Malus sull'Assegno? Ecco di che cosa si tratta! In questo video YouTube si fa accenno alla volontà del Governo di non ritorno alla legge Fornero, ma alle nuove proposte che potrebbero prendere avvio a partire dall'anno 2022.
L'ipotesi più accreditata potrebbe essere quella l'accesso alla pensione alla soglia di età di 63 anni. Al vaglio però anche altre alternative da valutare quali ad esempio quella del presidente dell'Inps a sostegno di un assegno anticipato per la sola quota contributiva; mentre Damiano appoggia la proposta della Pensione Intera con penalizzazioni in merito alla quota retributiva e da ultima Ape Contributiva di cui si è ampiamente discusso nel corso delle ultime settimane.
Attualmente è in vigore una finestra temporale di uscita diversa in base ai settori di appartenenza: le donne se sono lavoratrici dipendenti accedono alla pensione non prima dei 59 anni di età (comprensivi del periodo temporale di 12 mesi previsti per la liquidazione della pensione); 60 anni e 6 mesi nel caso in cui, invece, siano lavoratrici autonome.
Ai fini pensionistici devono essere possedere sia le donne dipendenti che quelle imprenditrici 35 anni di versamento dei contributi dell'Inps entro la data di scadenza fissata per il prossimo 31 dicembre 2021 per ottenere la pensione nel 2022.
Tutte le donne lavoratrici fino al 2022, autonome o dipendenti, hanno avuto accesso alla pensione con l'uscita anticipata dal mondo del lavoro al raggiungimento della soglia di età di 58 anni se lavoratrici dipendenti e 59 anni, invece, nel caso di imprenditrici che possiedono minimo 35 anni di contributi.
Opzione donna: ecco in che cosa consiste
L'opzione donna é un trattamento pensionistico, introdotto in via sperimentale dalla Legge Maroni n.243/04, ripreso poi successivamente con la Riforma Pensioni Fornero del 2011 e da ultima prorogato con la Legge di Bilancio.
La Pensione Opzione Donna viene stanziata a tutela e sostegno di tutte le donne che lavorano sia nel settore pubblico che in quelli privati, cui viene riconosciuta la possibilità di accedere in via definitiva alla pensione anticipata con uno sconto sui requisiti definiti ordinari con un taglio sulla pensione non inferiore al 20%-30%.
Opzione donna, in altre parole, si rivolge a tutte le donne, indipendentemente dal fatto che essere siano lavoratrici autonome o dipendenti che intendono accedere in via anticipata alla propria pensione.
Per accedervi è sufficiente il possesso di requisiti pensionistici tra i quali una soglia di età anagrafica pari a 59 anni per le lavoratrici dipendenti e il raggiungimento dei 60 anni di età nel caso in queste siano considerate lavoratrici autonome titolari di Partita Iva entro la data prossima del 31 dicembre del 2021. Entro questa scadenza, infatti, le donne devono aver prestato periodo lavorativo per un periodo non inferiore alle 1850 settimane lavorative con minimo 420 euro di versamenti contributivi mensili.
L'Inps aggiunge che l'età di partenza per il calcolo della pensione sarebbe di 58 anni nel caso delle dipendenti e 59 anni nel caso delle autonome a cui vanno aggiunti le finestre mobili pari al valore dei 12 mesi nel primo caso e 18 nel secondo.
In questo modo la soglia di età minima stabilita per poter accedere alla pensione risulta essere pari ai 58 anni arrivando cosi ai 59 anni con l'aggiunta di 12 mesi per le dipendenti; mentre alle imprenditrici autonome non viene consentita l'entrata in pensione prima dei 60 anni e 6 mesi (59 anni cui vanno aggiunti i 18 mesi fino ad arrivare ai 60 anni di età e 6 mesi).
Oltre a Opzione Donna 2022: ecco quali sono le altre alternative possibili
Il Governo non vede Opzione donna come l'ipotesi più accreditata da seguire per il prossimo anno, manifestando l'assoluta volontà di ricorrere ad altre alternative possibili per fare uscire anticipatamente le donne lavoratrici dal mercato lavorativo dal prossimo primo gennaio 2022.
Fino alla fine di quest'anno resta in vigore Quota 100, misura sperimentale che consente ai lavoratori di ritirarsi ed entrare in pensione a 62 anni e 38 anni di contributi. All' opzione Quota 100 hanno aderito soltanto 380 mila persone delle un milione cui era rivolto.
Il Governo sta valutando eventuali soluzioni per uscire dal mondo del lavoro con maggiore flessibilità.
Ad oggi l'età a cui è possibile accedere alla pensione è di 67 anni di età anagrafica e 20 di contributi, in via anticipata le donne possono farlo a 41 anni e 10 mesi di contributi; mentre gli uomini a 42 anni e 10 mesi di contributi.
Opzione donna: Ape Sociale, Quota 102 e Quota 104 sono alcune delle ipotesi possibili per il prossimo 2022
Dal 2022 sembra che questi requisiti potrebbero non essere più validi e un'opzione possibile potrebbe essere quella di sostituirli con un'età non inferiore ai 63 anni e 20 anni di contribuzione, la cosiddetta Ape Sociale.
L'Ape Sociale è la prima tra le alternative a carico dello stato ad essere presa in considerazione per superare quota 100 in scadenza alla fine dell'anno ed è quella sostenuta dal presidente dell'Inps.
Con questa viene data la possibilità a tutte le donne di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro all'età di 63 anni (requisito da adeguare alla speranza di vita) con almeno 20 anni minimo di contributi versati prevedendo alla lavoratrice il riconoscimento di un anticipo relativo alla sola quota contributiva maturata a quella data, mentre per ricevere l'assegno completo con la restante quota retributiva è necessario aspettare il raggiungimento effettivo della pensione, fissato alla soglia dei 67 anni di età.
La quota contributiva di pensione maturata alla data di accesso alla prestazione di importo pari o superiore a 1,2 volte l'assegno sociale.
L' Ape Sociale è rivolta anche alle categorie lavorative che svolgono attività lavorative definite gravose, usuranti, indicate da apposita commissione nata nell'anno 2016 tra le quali rientrano ad esempio professionisti dei servizi sanitari e sociali, operatori che si occupano della cura estetica, gli artigiani operai del settore tessile e dell'abbigliamento.
Con l'opzione Ape Sociale si permetterebbe ad oltre 50000 persone di accedere alla pensione il prossimo anno.
Ape Sociale non è l'unica alternativa possibile tra cui decidere: il Governo ne sta valutando anche altre quali Quota 102 e Quota 104: nel 2022 può essere che venga riconosciuta alle donne la possibilità di accedere alla pensione alla stessa età degli uomini, ovvero al raggiungimento dei 64 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi, così come previsto da quanto scritto in Quota 102.
Con Quota 102 sia le donne che gli uomini hanno il diritto di accedere alla pensione anticipata (fino all'anno 2024) all'età di 64 anni con 38 anni di contributi, quindi con 4 anni di età in più rispetto all'Opzione Donna attuale in vigore fino alla fine del 2021.
L'ultima proposta a lungo discussa è quella relativa a Quota 104 che prevede di poter avere accesso alla propria pensione nell'anno 2023, purché l'età massima non sia inferiore ai 66 anni, fissata come età limite, al di sopra della quale si viene esclusi.
Opzione Donna 2022: il riscatto agevolato della laurea è compatibile con il trattamento pensionistico riservato alle donne
Il riscatto della Laurea agevolato, compatibile con l'Opzione Donna è possibile raggiungerlo con un requisito contributo pari e non inferiore ai 35 anni contributivi.
La domanda di riscatto della laurea deve essere presentata unitamente alla domanda relativa al pensionamento con l'Opzione Donna cui segue il ricalcolo contributivo dell'assegno
Opzione Donna 2022: le modalità in cui è possibile presentare la domanda
La modalità di accesso alla richiesta di accesso alla pensione in via anticipata relativa all' Opzione Donna deve effettuata telematicamente con il Servizio Online.
La maturazione del diritto della pensione scatta con 12 mesi o 18 mesi, dopo aver maturato il diritto alla pensione, a seconda che queste siano lavoratrici autonome o dipendenti.
Tutte donne, indipendentemente dal settore in cui prestano la propria attività lavorativa, inoltre, per poter accedere alla pensione con l'opzione Donna è indispensabile che abbiano effettuato l'iscrizione all'assicurazione generale obbligatoria (AGO) o ai fondi pensionistici, possedendo una contribuzione non inferiore ai 35 anni di contributi a decorrere dalla data del 31 dicembre del 1995 fino 31 dicembre dell'anno precedente a quello in cui entrano effettivamente in pensione.
Rimangono, invece, escluse dalla Pensione Opzione Donna dell'anno 2021 tutte le donne lavoratrici (sia le lavoratrici autonome, titolari di partita Iva, che le dipendenti) che hanno perfezionato il diritto alla pensione anticipata, che sono in possesso della sola iscrizione alla gestione separata e che, infine, manifestino l'intenzione di voler fare ricorso alla contribuzione con il fine di poterne perfezionare il requisito contributivo.