Novità pensioni: spunta Quota 82. Uscita a 62 anni, per chi?

Grandi ed importanti novità in tema di pensioni. Stando a quanto pervenuto dalla manovra 2022 approvata in Consiglio dei Ministri non molti giorni fa, spunta una nuova proposta che potrebbe consentire l’uscita da lavoro a 62 anni. Accelerando la crescita e la competitività delle imprese e favorendo l’occupazione giovanile, Quota 82 sembra entusiasmare gran parte delle parti politiche. Potrebbe essere la scelta definitiva per la riforma del prossimo anno? Ha tutte le carte in regola per poter funzionare? Scopritelo leggendo attentamente questo articolo.

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Grandi ed importanti novità in tema di pensioni.

Stando a quanto pervenuto dalla manovra 2022 approvata in Consiglio dei Ministri non molti giorni fa, spunta una nuova proposta che potrebbe consentire l’uscita da lavoro a 62 anni.

Accelerando la crescita e la competitività delle imprese e favorendo l’occupazione giovanile, Quota 82 sembra entusiasmare gran parte delle parti politiche.

Potrebbe essere la scelta definitiva per la riforma del prossimo anno?

Ha tutte le carte in regola per poter funzionare?

Scopritelo leggendo attentamente questo articolo.

Novità pensioni: il taglio del cuneo fiscale

Si continua a dibattere animatamente sulla riforma pensioni che andrà a definirsi prima dell’arrivo del nuovo anno.

Tra le proposte di legge presentate al Governo, alcune indirizzerebbero verso la Legge Fornero piuttosto che evitarla del tutto.

O meglio, potremmo dire che invece di evitarne il ritorno, cerchi di avvicinarvisi in maniera graduale perseguendo l’obiettivo di flessibilità.

Dopo la riunione tenutasi a Palazzo Chigi tra Mario Draghi e il Ministero dell’Economia, l’idea di garantire maggiore flessibilità al sistema previdenziale italiano non ha abbandonato il centro del tavolo ma a farsi strada nella volontà dei partecipanti, un forte senso di tutela dei diritti dei lavoratori.

Anche l’interesse al taglio del cuneo fiscale non è mancato a sollevare animosità tra le parti presenti.

Il video di Pensioni e Aggiornamenti vi offre un'introduzione esaustiva all'argomento, che alla fine andrò ad integrare spiegandovi la posizione delle parti politiche in causa:

Gli 8 miliardi di euro che andranno a finanziare questa riduzione delle tasse sono un bottino troppo prezioso, che dev’essere spartito con cura.

Lega e Movimento 5 stelle guardano alle imprese e i lavoratori, chiedendo di eliminare l’Irap per le società di persone fisiche ed allargare la flat tax al 15%, ma solo ai redditi dino a 100.000 euro all’anno.

Il Partito Democratico, invece, vuole favorire le assunzioni e ridurre le tasse sul lavoro, favorendo i contribuenti del ceto medio.

L’Italia Viva capeggiata da Matteo Renzi sarebbe più disposta ad abolire l’Irap per le società di persone e indirizzare ciò che rimane per intervenire sull’aliquota Irpef al 38%.

Forza Italia punta tutto sulla riduzione del cuneo fiscale soprattuto per ristrutturare il Reddito di Cittadinanza, e utilizzare ciò che non viene speso per la misura magari per finanziare altri interventi.

Logicamente questi scopi abbastanza ambiziosi, decisamente difficili da perseguire in ambito economico, soprattutto visto la carenza di risorse che spingerebbe la manovra sulle pensioni a portare il confronto fino ad aprile 2022.

L'articolo di Deborah Bertolino per Trend-online, vi spiega come sta andando questo periodo di dibattiti e confusione in tema di riforma pensioni approfondendo le misure già proposte, come l'Opzione Donna e Quota 102. 

Novità pensioni: cos'é Quota 82 e chi può accedervi?

Le proposte di legge avanzate per migliorare e ridimensionare la riforma pensioni 2022, vedono spuntare la testa di una timida Quota 82.

La misura in sé, consentirebbe alle aziende con almeno 50 dipendenti di avere l’accesso al contratto di espansione, quello strumento introdotto nel biennio 2019-2020 per favorire il ricambio generazionale nelle aziende e la riqualificazione del personale.

Offrendo un pensionamento anticipato ai dipendenti delle piccole aziende, consentirebbe di accelerare la crescita e la competitività delle imprese, incentivando le figure anziane ed offrendo nuovi posti di lavoro ai giovani.

I lavoratori che riusciranno a raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia nel 2022, potranno uscire da lavoro a 62 anni di età e 20 di contributi versati, un scivolo di 5 anni da non sottovalutare.

Possono accedere a questa modalità anche chi ha maturato il requisito minimo contributivo e chi si trova a non più di 5 anni dal raggiungimento della pensione anticipata.

Come spiega ilgiornale.it:

“ Nel calcolo dei 5 anni, chi decide di andare via prima dovrà calcolare la finestra di tre mesi: a quel punto scatterebbe quota 102, con pensione anticipata a 64 anni d’età con almeno 38 di contributi.”

Grazie al contratto di espansione, dunque, l’azienda potrà scegliere tra due opzioni per poter sostenere e contenere il costo del lavoro:

  • il pensionamento anticipato
  • la riduzione dell’orario di lavoro (max 18 mesi, non continuativi)

Con la prima formula, il lavoratore dà il proprio consenso all’uscita anticipata a patto che il datore di lavoro, una volta avviato il lincenziamento, gli riconosca un’indennità mensile equiparata alla pensione lorda maturata nel momento in cui cessa il rapporto di lavoro.

Sarà poi compito dell’INPS calcolarne l’importo.

Novità pensioni: riduzione del monte ore e nuovi posti di lavoro

L’obiettivo principale inteso con Quota 82 è quello di agevolare le uscite per le pensioni e favorire orari ridotti di lavoro alle imprese che sceglieranno di beneficiare del contratto di espansione fino al 2026.

Nel documento portato al tavolo del dibattito, si legge che la riduzione oraria media passerà dall’attuale 60% all’80% del monte ore.

Inserendo nelle aziende il pensionamento part-time, il pensionato avrebbe modo di fare meno ore di lavoro percependo uno stipendio ridotto e le ore mancanti, verrebbero svolte da un giovane neoassunto ( ovviamente pagate dall’Inps).

Il ricambio generazionale prenderebbe una bella velocità, permettendo ai giovani sempre lasciati in disparte o comunque penalizzati, di entrare a far parte di un contesto lavorativo sicuro.

L’età pensionabile viene ridotta da 67 a 62 anni proprio per far sì che vi sia flessibilità e sostenibilità per i vecchi lavoratori.

Qualora l’obiettivo fosse la riduzione dei contributi della pensione anticipata, allora il contratto di espansione riterrà sufficiente:

  • 36 anni e 10 mesi di versamenti (se uomini)
  • 35 anni  e 10 mesi di versamenti (per le donne)

Sebbene nel paragrafo precedente avessimo detto che il contratto di espansione viene riservato soltanto alle aziende con almeno 50 dipendenti, occorre fare una precisazione.

Nel calcolo degli addetti viene intesa la totalità dei lavorati assunti, da quelli che hanno il contratto a tempo indeterminato a quelli che hanno il contratto a tempo determinato.

Inoltre, come spiega balstingnews.it:

“comprende anche le ipotesi di aggregazione stabile delle imprese che abbiano un’unica finalità produttiva o di servizi. Dunque, il requisito dimensionale risulta più facile da raggiungere per i gruppi di imprese, argomento sul quale si è già espressa l’Inps con le opportune delucidazioni nel corso del 2021.”

Anche le imprese da 1 a 15 addetti potranno godere dello scivolo di 5 anni per le pensioni.

La misura che lo prevede è ancora in fase di elaborazione, ma le risorse stanziate ammonterebbero già a 20 milioni di euro, tutti da destinare alle imprese in crisi.

Verso la fine di novembre e i primi di dicembre potremmo sicuramente saperne di più al riguardo, visto che il nuovo decreto del governo dovrebbe illustrarne i requisiti d’accesso.

Novità pensioni: Draghi pensa ancora a Quota 41

Quota 82 non è male, lo dobbiamo ammettere, ma ancora non basta ad allontana il Governo da voler mantenere il sistema di calcolo contributivo dell’assegno pensionistico e optare per l’Opzione Tutti.

Spiega sputniknews.com:

“Tornare al contributivo non significa necessariamente tornare alla Fornero com’era: lo sforzo che si può fare è mantenere l’impianto contributivo, ma costruire elementi di flessibilità che consentano di evitare alcune rigidità e andare incontro ad alcune delle istanze del sindacato.”

La divisone delle parti si identifica in due gruppi:

  • nel primo, c’è chi sostiene che il mantenimento di questo sistema di calcolo possa essere un’alternativa temporanea, per poter raggiungere la pensione
  • nel secondo c’è chi proprio non ne vuole sapere, dal momento che sarebbe un’altra beffa a loro danno

Del resto, la penalità evidenziata con l’approvazione di questa misura è grave.

Il ricalcolo dell’assegno prevederebbe un taglio dell’importo che potrebbe, addirittura, raggiungere il 33%.

Al momento, oltre a Quota 82, una possibile via d’uscita potrebbe essere Quota 41, per la quale basterebbe avere 41 anni contribuzione versata, a prescindere dall’età anagrafica in possesso.

Come potete capire, la strada è ancora tutta in salita.

I primi di dicembre si terranno numerosi incontri per rivedere la Legge Fornero e cercare quantomeno di abbozzare una riforma pensioni adatta.

Il confronto durerà ancora molto, anche perché le risorse scarseggiano e strutturare una riforma pensioni da zero, proprio non sarebbe possibile.

Ciò che è certo è che l’Italia dovrà ingranare, tornare ad un’economia di crescita e creare tanta occupazione.

In più, si dovrà adeguare la misura scelta ai diritti dei lavoratori, consentendo loro di uscire prima da lavoro con un assegno pensionistico dignitoso.

Soltanto in questo modo si potrà far funzionare il sistema previdenziale italiano e dire di avercela fatta, una volta per tutte. 

Il tempo continua a scorrere inesorabile, dicembre si avvicina e proprio quando penseremo di essere nel pieno delle festività natalizie, comprendero quanto in realtà siamo vicini all'inizio del 2022. 

Se per noi la fine di quest'anno potrà segnare l'inizio di un anno diverso, magari migliore, non penso che per il governo e i suoi partiti sia lo stesso, soprattutto vista la gran confusione che ancora aleggia sopra al tavolo delle decisioni.

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Rinnovandovi l'invito al prossimo articolo, vi auguro una buona giornata!

Ci vediamo presto.