Partita Iva: quanto costa aprirla nel 2022?

Aprire partita IVA nel 2022 è davvero vantaggioso? Scopriamo assieme quali possono essere i vantaggi e come fare per diventare lavoratori autonomi.

Tutti i lavoratori italiani e non solo che vogliono iniziare una carriera come lavoratori autonomi dovranno obbligatoriamente aprire la propria partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate.

Sono però diverse le variabili da tenere in considerazione prima di intraprendere questa strada, primo fra tutti i costi che comporterà iniziare una carriera come lavoratore autonomo e quanto costerà mantenerla. 

Sappiamo di per certo che se un lavoratore autonomo prevede di guadagnare con la propria attività un reddito superiore ai 5.000 euro è tenuto per legge ad aprire partita IVA per poter proseguire nella sua attività da imprenditore o libero professionista.

È chiaro che la valutazione stessa di ogni caso comporta tante variabili differenti, ed è giusto ragionare sulla propria situazione economica e lavorativa, magari affidandosi prima ad un consulente che possa fornire le giuste indicazioni. 

Nonostante una consulenza iniziale possa essere molto utile non è per forza obbligatorio affidarsi ad un consulente per poter aprire la propria partita IVA, quello che è necessario invece è sapere quali sono i costi e pianificare bene le proprie spese. 

Per conoscere al meglio quali sono tutti i passaggi da seguire, i costi e in che modo possiamo aprire la nostra personale partita IVA potete leggere tutto l’articolo che segue, dove troverete tutti i consigli e le regole attive per l’anno in corso.

Partita iva: come aprirla nel 2022

Per aprire la partita IVA bisogna per prima cosa compilare un apposito modulo ed inviare la propria richiesta presso l’Agenzia delle Entrate, che si occuperà tra gli altri compiti quello di fornire il codice identificativo che servirà all’utente richiedente. 

Il modello che va compilato per la presentazione della richiesta di apertura di partita IVA è il modello AA9/12 Se stiamo parlando di persone fisiche, nel caso di una società o diversi soggetti giuridici il modulo è il AA7/10.

Questo modello ha appena citato è chiamato anche dichiarazione di inizio attività e deve essere obbligatoriamente consegnato entro e non oltre 30 giorni dall’avvio della propria nuova attività autonoma. 

Assieme a uno dei due modelli che abbiamo precedentemente indicato andrà consegnato all’Agenzia delle Entrate anche il proprio documento di identità; l’intera operazione può essere eseguita presso uno degli uffici autorizzati, con l’invio di una raccomandata con ricevuta di ritorno oppure sul sito dell’Agenzia in modalità telematica. 

Nel momento in cui andremo ad aprire la nostra partita IVA dovremo anche scegliere il rispettivo codice ATECO, che andrà a definire la nostra tipologia di attività autonoma. 

Il codice ATECO è composto da una combinazione alfanumerica che va ad identificare la propria attività economica a seconda del settore economico, indicato dalle lettere, e al grado del dettaglio della propria categoria o sottocategoria, indicato con i numeri. 

Partita iva: quanto costerà aprirla nel nuovo anno

Aprire partita IVA nel 2022 è sicuramente un procedimento molto più rapido e veloce rispetto a qualche anno fa, questo anche perché ci sono tantissime persone che per via delle nuove professioni nate negli ultimi anni, che decidono di diventare lavoratori autonomi. 

Per prima cosa è importante capire da cosa sarà composta la nostra partita IVA, infatti, essa stessa è un insieme di numeri che andranno ad identificare la persona fisica oppure la società che stiamo registrando. 

Nello specifico è formata da una composizione di 11 numeri che sono a loro volta suddivisi in: 

  • 7 numeri che vanno assegnati al titolare della partita IVA;
  • 3 numeri che invece corrispondono al codice identificativo rilasciato presso l’Agenzia delle Entrate;
  • 1 numero che invece ha una funzione puramente di sicurezza. 

Oltre che una scelta, aprire partita IVA è anche un obbligo per determinate categorie di lavoratori, stiamo parlando di tutti i liberi professionisti, o le aziende che offrono beni e servizi che non ricadono all’interno della sezione dei lavoratori dipendenti. 

Questo perché le categorie di lavoratori appena citate dovranno adempire ai loro doveri fiscali versando l’imposta fiscale indiretta (IVA) attraverso i vari sistemi che sono caratteristici della partita IVA, non avendo le classiche ritenute fiscali che un lavoratore dipendente ritrova nella sua busta paga mensile. 

Per i vari motivi che abbiamo sopra citato, tutti gli imprenditori ed i lavoratori autonomi, nel momento in cui eseguiranno un lavoro o un servizio dovranno obbligatoriamente emettere fattura, per poter verificare a quanto ammontano i propri contributi fiscali relativi all’IVA, da versale. 

Partita iva: regime forfettario o ordinario

Un’altra scelta che dovrà compiere il libero professionista o l’imprenditore quando deciderà di aprire la propria attività autonoma è anche relativa al proprio regime fiscale, e quindi se potrà aprire una tipologia di partita IVA forfettaria oppure ordinaria. 

La partita IVA forfettaria è un regime fiscale sostitutivo dell’IRPEF e possono accedervi solo i titolari di partita IVA che rispettano determinati requisiti, a questi verrà concessa una tassazione agevolata del 15% che va a scendere ulteriormente per tutte le nuove attività, arrivando al 5%.

Una delle agevolazioni più importanti per il regime forfettario è proprio quella per le nuove attività, infatti per chi apre un attività non solo ha dei vantaggi rispetto alla tassazione agevolata, che è pari al 5%, ma potrà mantenere questa tassazione per tutti i primi suoi 5 anni di attività.  

Le regole per la partita IVA forfettaria nel 2022 sono state regolamentate dalla nuova legge di bilancio 2022 e presentano alcune modifiche rispetto agli anni precedenti, vediamo assieme quali sono le condizioni per i liberi professionisti e le nuove attività.

In primo luogo, bisogna aver percepito dei ricavi e compensi, all’interno dell’anno 2021, che non vadano a superare i 65.000 euro; bisogna poi aver sostenuto delle spese che abbiamo avuto un importo non superiore ai 20.000 euro lordi per un qualsiasi lavoro, anche nel caso dei lavori a progetto, nel corso dell’anno appena concluso. 

Sappiamo anche che per poter accedere al regime forfettario non bisogna aver percepito più di 30.000 euro da un lavoro dipendente percepito nel corso dell’anno scorso, sono da escludere tutte le persone che sono state vittime di licenziamento o dimissioni.

Una novità che potrebbe essere introdotta nel corso del 2022 è quella di rendere obbligatoria la compilazione della fattura elettronica anche per tutti i titolari di partita IVA forfettaria, a seguito dell’approvazione da parte dell’Unione Europea rispetto alla riforma fiscale italiana. 

Per quanto riguarda il regime ordinario per la partita IVA invece, non si hanno dei requisiti minimi per poterla aprire, semplicemente se si vanno a sforare i limiti della partita IVA forfettaria bisogna optare per l’ordinaria. 

L’aliquota IRPEF per il regime ordinario è diversa rispetto al forfettario, e varia in base al proprio fatturato annuo. 

  • In generale se nel corso dell’anno si è percepito un reddito inferiore ai 15.000 euro si paga una tassazione del 23%;
  • Fino ai 28.000 euro annui si paga una tassazione pari al 27%;
  • Fino ai 55.000 euro annui si paga un’aliquota pari al 38%;
  • Fino ai 75.000 euro annui la tassazione è pari al 41% che diventa del 43% se si supera questa soglia, e per tutte le cifre superiori ad essa. 

Partita iva: Inps o cassa professionale?

Per tutti i liberi professionisti non vi è un’iscrizione obbligatoria agli Enti professionali di categoria, è però obbligatorio iscriversi alla gestione separata Inps. 

La Gestione separata Inps non è altro che un organo di Inps che si occupa di gestire gli aspetti previdenziali di tutti i liberi professionisti ed i lavoratori autonomi, è un vero e proprio fondo pensionistico alla quale devono registrarsi tutti i professionisti senza cassa. 

Per quanto riguarda le aliquote della gestione separata, variano come sempre in base alla propria attività autonoma e si posizionano in un range che va dal 24% fino al 34,24%. 

È possibile per alcuni professionisti titolari di partita IVA con regime forfettario avere una riduzione rispetto ai contributi da versare ad Inps, come abbiamo visto prima, e avere quindi un’aliquota agevolata. 

La cassa professionale invece è una gestione da parte di enti separati che va a gestire il pagamento delle prestazioni pensionistiche a tutti gli iscritti. 

I professionisti che posso accedere alla cassa professionale sono tutti coloro la quale attività è iscritta ad un Albo, per esempio gli avvocati, ingeneri ecc; in questo caso l’iscrizione è obbligatoria e bisogna versare presso di essa i contributi previdenziali. 

Le aliquote per la cassa professionale variano a seconda del proprio Albo di riferimento e alla propria attività, nel caso in cui si rientri in una delle seguenti categorie è sempre meglio informarsi presso la propria cassa di riferimento. 

Partita iva: è davvero conveniente?

La convenienza nell’apertura di una partita IVA è ovviamente una variabile che dipende a seconda del caso che stiamo prendendo in analisi. 

Di sicuro se si riesce a rientrare nel regime forfettario, la condizione fiscale è molto vantaggiosa, ancora di più se siamo dei nuovi imprenditori, in quanto nei primi anni di apertura di una nuova attività possiamo avere delle aliquote molto basse pari al 5%. 

In questi casi la soluzione migliore è arrivare a fatturare un totale annuo che si aggiri poco sotto la cifra limite del 65.000 euro annui, in modo da avere una percentuale di guadagni molto vantaggiosa. 

Se invece dobbiamo affrontare dei costi di gestione molto elevati, per esempio nel caso in cui dobbiamo anche parare l’affitto per il nostro negozio o ufficio, siamo costretti a rientrare nel regime ordinario, dove i costi sono molto elevati rispetto al forfettario, e i vantaggi potrebbero non essere così immediati. 

La scelta più saggia è sicuramente quella di affidarsi alla consulenza di un commercialista nel caso in cui abbiamo dei guadagni e delle spese annue molto elevante, in questo modo potremmo capire se la scelta che stiamo per fare sarà davvero vantaggiosa per la nostra attività, in quanto avremo la possibilità di ricevere una consulenza rispetto a tutte le spese che dovremo sostenere. 

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