Terrore Partita IVA: aumentano i contributi INPS

Se il governo con una mano eroga aiuti ai titolari di Partita Iva, con l'altra aumenta le tasse contributive. L'INPS ha infatti comunicato che per il triennio 2021-2023 ci sarà un aumento dei contributi da versare, per finanziare la raccolta dei fondi per il bonus ISCRO, un'agevolazione rivolta a poche Partite Iva

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I Ristori 2021 ai titolari di Partita Iva sono appena stati erogati eppure la brutta notizia è dietro l’angolo.

L’INPS ha reso noto con un messaggio sul suo portale che per il triennio 2021-2021 c’è stato un aumento di contributi previdenziali per gli iscritti alla Gestione separata.

I titolari di Partita Iva dovranno infatti pagare un’aliquota contributiva addizionale per finanziare alcune delle misure a sostegno degli autonomi danneggiati con la crisi scatenata dall'infezione da Covid-19.

Nello specifico a causare questo aumento è l’introduzione del bonus ISCRO, anche chiamato la cassa integrazione delle Partite Iva, poiché eroga un assegno mensile per sei mesi.

Vediamo in cosa consiste questo aumento e che importi dobbiamo aspettarci.

Aumentano le tasse contributive per il triennio 2021-2023

Oltre al danno, la beffa! Nei testi pubblicati sul portale INPS si legge che un'aliquota contributiva addizionale è stata introdotta per finanziare il bonus ISCRO. L’aumento, c’è stato ma del bonus neanche traccia, visto che giace in attesa di un decreto attuativo che sancisca l’apertura dell’invio delle richieste. 

Ad ogni modo, l’Istituto di previdenza ha comunicato che allo scopo di finanziare questo incentivo l’aliquota sarà maggiorata dello 0,26% per il 2021, successivamente la percentuale salirà ancora, fino allo 0,51% nel biennio 2022-2024. Insomma, nel complesso l’aliquota per i contributi previdenziali che i titolari di partita iva dovranno pagare nel 20221 è pari al 25,98% Nel 2022 e 2023 salirà al 26,23%.

Che cos'è il bonus ISCRO

Questa indennità offerta dell’INPS alle Partite Iva consiste in un versamento mensile massimo di 800 euro, della durata di un semestre. Lo scopo del bonus ISCRO è restituire ai beneficiari parte delle perdite subite negli ultimi sei mesi.

Tuttavia, questa innovazione, finanziata con l'aliquota contributiva, anche quando sarà in vigore sarà destinata ad una fetta ristretta di Partite Iva visti i ferrei requisiti, che sono i seguenti:

  • che la Partita Iva sia aperta da quattro anni almeno;
  • sia iscritta alla Gestione separata INPS;
  • che l’ISEE relativo all’anno in cui si richiede il bonus sia inferiore a 8.145 euro;
  • il fatturato dell’ultimo semestre sia inferiore del 50% minimo, rispetto a quello dei tre anni precedenti;
  • siano stati pagati regolarmente i contributi obbligatori. 

Insomma, visti i requisiti, che per altro devono coesistere allo stesso momento, pochi usufruiranno del bonus ISCRO, ma tutti ne pagheranno i costi.

Come ottenere l’esonero dalle tasse contributive 2021

Tuttavia accanto a questo incremento dei contributi previdenziali il Governo ha varato anche misure che esonerano completamente dai contributi le Partite Iva che hanno avuto un danno economico a causa dell’epidemia.

Potranno infatti essere esentati dal pagamento dei contributi dovuti all’INPS quanti hanno avuto perdite almeno uguali al 33% nel biennio 2019-2020. Inoltre, i possibili beneficiari dovranno avere per l’anno 2019 un fatturato non eccedente i 50.000 euro.

Questa agevolazione non si estende purtroppo ad eventuali contributi INAIL dovuti.