Pensionamento anticipato a 57 anni: tutte le novità

In vista dell'ormai scadenza di Quota 100 prevista per la fine del 2021, il Governo Draghi apre la strada alla proposta di pensionamento anticipato a 57 anni, e non solo per i beneficiari della Legge 104. Intanto si cercano soluzioni alternative per tamponare gli effetti della scadenza di Quota 100: dalla Quota 41 alla RITA, dal rinnovo di Opzione donna all'estensione dell'APE Sociale.

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Addio al vecchio sistema pensionistico? Forse sì. Il Governo Draghi sta lavorando attivamente sulla questione pensioni in vista dell’ormai imminente scadenza di Quota 100, confermata per la fine del 2021 senza possibilità di rinnovo. E così si apre la strada alla proposta di pensionamento anticipato a 57 anni, non solo per i beneficiari della Legge 104

Dal 1° gennaio 2022, infatti, non sarà più possibile beneficiare di questo sistema e il Governo si trova costretto a trovare soluzioni alternative per tamponare gli effetti della scadenza della misura, soprattutto per chi non è riuscito ad accedervi. A questo proposito è intervenuto Mario Draghi, Presidente del Consiglio, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi: 

"Siamo pronti a discutere della prossima riforma pensioni dopo Quota 100".

Intanto, però, potrebbero essere rafforzate le misure di pensionamento anticipato già esistenti: dalla Quota 41 alla RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata); dal rinnovo di Opzione donna all’estensione dell’APE Sociale, con la possibile introduzione di Quota 98.

Pensionamento anticipato a 57 anni 

Il Governo Draghi sta discutendo sul tema delle pensioni in vista dell’ormai scadenza dell’opzione Quota 100, confermata per la fine del 2021. Intanto si apre la possibilità al pensionamento anticipato a 57 anni, grazie al quale sarebbe possibile l’uscita dal mondo del lavoro a 57 anni, e non solo per chi beneficia della Legge 104

Oltre ai caregiver, potranno anticipare la pensione di 10 anni anche coloro che hanno perso il lavoro 5 anni prima rispetto al periodo previsto per beneficiare dell’indennità di pensionamento e che abbiano 20 anni di contributi versati. Rientra in questa misura anche chiunque abbia terminato il proprio rapporto di lavoro e percepito 2 anni di disoccupazione. 

Si tratta, però, di situazioni che devono soddisfare un requisito fondamentale: l’iscrizione – da almeno 5 anni – a un fondo di previdenza alternativo. Anche i lavoratori dipendenti del settore privato con un’invalidità non inferiore all’80% potranno godere della pensione anticipata che, in questo caso, verrà richiesta a partire dal compimento del cinquantaseiesimo anno d’età. 

Per maggiori dettagli sull'argomento si consiglia la visione di questo breve video YouTube "Pensione a 57 anni. Ecco per chi è possibile. Tutte le possibilità", pubblicato sul canale Pensioni & Aggiornamenti, dov'è possibile trovare  informazioni utili e interessanti sul tema delle pensioni.  

Tutte le novità del pensionamento anticipato  

La condizione di poter andare in pensione con l’opzione Quota 100, ovvero a 62 anni d’età e 38 di contributi, svanirà alla fine dell’anno, e chi avrà perso quest’occasione dovrà aspettare altri 5 anni per poter beneficiare dell’indennità di pensionamento. 

Per far fronte a questo gap, il Governo Draghi sta, quindi, valutando nuove misure in grado di fornire valide alternative al pensionamento a 67 anni d’età. Per questo motivo, una delle proposte in atto prevede il pensionamento a 57 anni, anche se non tutti ne potranno godere come nel caso di Quota 100

Per poter beneficiare dell’indennità di pensionamento a 57 anni sarà necessario soddisfare un requisito contributivo – aver effettuato almeno 5 anni di versamenti – al quale si aggiunge la sottoscrizione di un fondo pensione. In questo modo, il lavoratore potrà accedere alla cosiddetta RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata) che prevede il pensionamento a 57 anni d’età e 20 di contributi

Tuttavia, ad oggi, una delle possibilità che consente ai lavoratori di andare in pensione prima dei 67 anni previsti dalla Legge Fornero è il pensionamento con 42 anni e 10 mesi di contributi senza requisito anagrafico. In questo caso, le donne possono andare in pensione con 41 anni e 10 mesi di contributi, ma in entrambi i casi l’età anagrafica del lavoratore raramente sarà di 57 anni, dato che, per raggiungere i 41-42 anni di contributi a 57 anni, occorre aver cominciato a lavorare già all’età di 14-15 anni. 

Nel 2022 sarà ancora previsto il pensionamento anticipato con Quota 41 per i cosiddetti “lavoratori precoci”, ovvero per chiunque abbia versato almeno un anno di contributi prima di compiere 19 anni. I lavoratori che appartengono a questa categoria potranno, quindi, andare in pensione una volta raggiunti 41 anni di contributi. Si tratta, dunque, di una misura che si basa solamente sul requisito contributivo e indipendente dall’età anagrafica. 

Pensionamento anticipato con la RITA

Una delle opzioni per godere del pensionamento anticipato è la RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata), introdotta dalla Legge di Bilancio 2017 e affermata dalla Legge di Bilancio 2018. Questa misura consente al lavoratore dipendente di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, ottenendo l’anticipo di una rendita sulla futura pensione integrativa. 

Con la RITA è, quindi, possibile ottenere un pensionamento anticipato a 62 anni d’età e 20 di contributi. Inoltre, occorre soddisfare i seguenti requisiti: 

  • aver terminato la propria attività lavorativa;
  • avere almeno 20 anni di contributi versati;
  • essere iscritti da almeno 5 anni alle forme pensionistiche complementari;
  • raggiungere – entro 5 anni dalla fine dell’attività lavorativa – l’età anagrafica indispensabile per godere della pensione di vecchiaia. 

Pensionamento anticipato a 57 anni con la RITA 

Con la RITA anche i lavoratori disoccupati o inoccupati possono beneficiare del pensionamento anticipato a 57 anni, purché siano iscritti ad una delle forme pensionistiche complementari in regime di contribuzione definita e manchino 10 anni al pensionamento; se, invece, si trovano a 5 anni dalla pensione, potranno beneficiare della pensione di vecchiaia a 62 anni. 

Tuttavia, è importante sottolineare che i lavoratori rimasti senza lavoro dichiarino che abbiano realmente cessato l’attività lavorativa, siano disoccupati da più di 24 mesi, raggiungano l’età anagrafica per il pensionamento entro i 10 anni successivi al termine dello stato di inoccupazione e partecipino da almeno 5 anni alle forme pensionistiche complementari. 

Pensionamento anticipato con Opzione donna 

La nuova Legge di Bilancio 2021 ha prorogato l’Opzione donna, norma che consente alle lavoratrici dipendenti di andare in pensione all’età di 58 anni e 35 di contributi versati. Solo nel caso delle donne lavoratrici autonome l’età si alza a 59 anni. Si tratta di una misura volta ad agevolare le donne lavoratrici, poiché permette di andare in pensione con requisiti anagrafici e contributivi più vantaggiosi. 

Nello specifico, questa modalità di pensionamento anticipato è rivolta alle lavoratrici dipendenti nate nel 1962, ovvero coloro che hanno compiuto 58 anni d’età al 31/12/2020, e alle lavoratrici autonome nate nel 1961 che hanno compiuto 59 anni d’età sempre al 31/12/2020. Vengono, quindi, incluse le lavoratrici nate entro il 31 dicembre 1962 (settore privato) e 31 dicembre 1961 (autonome) solo se in possesso di 35 anni di contributi al 31 dicembre 2020. 

Secondo quanto riportato sul sito dell’INPS:

“La cosiddetta “Opzione donna” è un trattamento pensionistico calcolato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo ed erogato, a domanda, in favore delle lavoratrici dipendenti e autonome che hanno maturato i requisiti previsti dalla legge entro il 31 dicembre 2020”.

Tuttavia, così come per Quota 100, anche Opzione donna non sembra essere prorogata dopo il 2021. È quanto sostiene l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) in merito alla prossima riforma delle pensioni, a cui sta lavorando il Governo Draghi per il 2022. L’OCSE afferma che le vigenti misure di pensionamento anticipato agevolato siano troppo costose, a tal punto da comportare un elevato rischio sociale di povertà dei cittadini pensionati. 

A tal proposito interviene Daniele Franco, Ministro dell’Economia, in sede di presentazione del report sulla riforma del sistema pensionistico, che si è detto

“fiducioso che l’Esecutivo troverà una soluzione equilibrata nella prossima legge di Bilancio”.

Il suo ottimismo fa, dunque, sperare che la riforma delle pensioni venga inserita in Manovra 2022. 

L’Opzione donna, però, considerata una delle formule meno onerose, sembra non essere contemplata per il 2022, ma si fermerebbe alle lavoratrici che soddisfano i requisiti entro la fine del 2021, poiché – secondo l’OCSE – aumenta il rischio di povertà nella terza età. 

Pensionamento anticipato con l’APE Sociale 

Alcune categorie di lavoratori hanno la possibilità di andare in pensione beneficiando dell’APE Sociale. Ma di che cosa si tratta esattamente? L’indennità APE Sociale è un’altra misura per il pensionamento anticipato che, però, non consente ai lavoratori di uscire dal mercato del lavoro all’età di 57 anni: è necessario raggiungere il requisito anagrafico di 63 anni e il requisito contributivo di 30 anni

Si tratta di una misura sperimentale entrata in vigore dal 1° maggio 2017 con la Legge di Stabilità 2017, la cui scadenza è stata prorogata fino al 31 dicembre 2021. Come spiega l’INPS

“L’APE Sociale spetta ai lavoratori iscritti all'Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, nonché alla Gestione Separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335”. 

L’APE sociale è un’indennità erogata per 12 mesi direttamente dall’INPS ed è pari alla pensione certificata nel momento in cui se ne fa richiesta, sebbene non possa mai essere superiore a 1.500 euro lordi totali. 

Tutti i requisiti per poter beneficiare della misura dovranno essere maturati entro il 31 dicembre 2021; le domande, invece, dovevano essere presentate entro i termini di scadenza del 31 marzo 2021 e del 15 luglio 2021, ma si ha ancora tempo fino al 30 novembre 2021. Successivamente, in caso di risposta affermativa da parte dell’INPS, sarà necessario presentare la domanda di APE sociale tramite il patronato INCA CGIL. 

L’APE sociale si rivolge solo a determinate categorie di lavoratori, quali dipendenti pubblici e privati, autonomi e iscritti alla gestione separata, che si trovano in una delle seguenti condizioni: 

  • disoccupati con 30 anni di contributi versati;
  • lavoratori che assistono il coniuge o un parente di primo o secondo grado convivente con handicap grave e con 30 anni di contributi versati;
  • persone con invalidità pari o superiore al 74% con 30 anni di contributi versati;
  • lavoratori dipendenti con 36 anni di contributi versati. 

Pensionamento anticipato con l’APE sociale potenziata

L’opzione APE sociale è uno dei temi più discussi della prossima riforma delle pensioni 2022. A differenza di Quota 100, che verrà abolita a fine anno, l’APE sociale sarà potenziata. L’intenzione del Governo è quella di allargare la platea dei beneficiari, quindi favorire il pensionamento anticipato a 63 anni a più soggetti

Si tratterebbe semplicemente di utilizzare una modalità di pensionamento già esistente, senza dover stravolgere l’intero impianto normativo per le pensioni 2022. L’idea sarà quella di ampliare le categorie dei soggetti rientranti nelle attività considerate gravose.