Pensione mix Tridico: a chi spetta, come funziona e quali penalizzazioni sull’assegno

Si scioglie il mistero legato al mix pensione di Tridico. Arriverà davvero la pensione a due tempi per tutti i lavoratori? Il vero problema, di questa proposta è che non è piaciuta da subito, bocciata quasi sul nascere. Eppure, presentata con molta accuratezza e, nonostante le belle parole, non ha convinto i lavoratori, né tantomeno, le parti sociali.

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Si scioglie il mistero legato al mix pensione di Tridico. Arriverà davvero la pensione a due tempi per tutti i lavoratori? Il vero problema, di questa proposta è che non è piaciuta da subito, bocciata quasi sul nascere. Eppure, presentata con molta accuratezza e, nonostante le belle parole, non ha convinto i lavoratori, né tantomeno, le parti sociali. 

Tuttavia, negli ultimi giorni qualcosa è cambiato, stranamente la discussione è ricaduta sul mix pensione di Tridico. È difficile stabilire se si tratti di una casualità o una scelta ponderata per arrivare a ottobre con una riforma pensioni pronta e siglata.

Com’è possibile che vengano inseriti dei correttivi per aumentare l’appetibilità della proposta ai sindacati, che potrebbero rispondere in termini più solerti nell’accettare le proposte previdenziali del presidente dell’INPS, Pasquale Tridico. 

A questo punto, non ci resta che analizzare minuziosamente i punti salienti del mix pensione proposto da Tridico. Occorre, sottolineare, la presenza di un pensionamento anticipato per coloro che vantano una contribuzione entro il 31 dicembre 1995, a cui vengono applicate le regole del sistema misto.  

Pensione mix Tridico: a chi spetta, come funziona e quali penalizzazioni sull’assegno

Il mix pensione di Tridico comprende un’ampia sfera di lavoratori, attraverso al rilascio di un trattamento previdenziale in due tempi. C’è, infatti, chi rientra (fortunatamente) nel sistema misto per il calcolo dell’assegno pensione.  Sicuramente, molto più vantaggioso del solo contributivo, in quanto incamera una parte retributiva e una contributiva. 

Come riportato da Money.it, il calcolo della pensione include dei periodi bene definiti, quali:

  • l’INPS considera il calcolo retributivo per tutti coloro che possiedono un’anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995;
  • l’Istituto considera il calcolo contributivo per tutti coloro che possiedono un’anzianità contributiva maturata dal 1° gennaio 1996;
  • se entro il 31 dicembre 1995 si possiede un’anzianità minima di 18 anni, viene spalmato il retributivo fino alla data del 31 dicembre 2011, poi scatta il contributivo. 

Il sistema misto riguarda essenzialmente coloro che possiedono una parte di contribuzione valida per il sistema retributivo e una quota su cui ricade quello contributivo. 

Discorsi che potrebbero essere totalmente stravolti con l’ingresso della nuova misura previdenziale voluta dal presidente dell’INPS.

Pensione come viene diviso l’assegno nei due tempi di Tridico

Il sistema di Tridico potrebbe rappresentare quella scelta previdenziale legata all’uscita anticipata. D’altra parte, le parti sociali hanno richiesto una maggiore flessibilità d’uscita dal lavoro. E, anche se all’inizio il mix di Tridico non ha scatenato un particolare entusiasmo, le cose potrebbero essere cambiate. Specie, se la discussione odierna è orientata su questa misura.  

I sindacati, più volte hanno richiesto l’ingresso di una riforma pensioni che garantisse sul superamento delle regole promosse dalla Riforma Fornero. Non precludendo scelte per i lavoratori, anzi inserendo quelle opportunità anticipata, per evitare di abbracciare le regole ordinarie (pensione di vecchiaia). 

L’idea del mix di Tridico è stata ispirata dalle richieste delle parti sociali. Attraverso questo sistema, non si esclude la presenza di un’uscita flessibile anticipata, ma il gioco ricade sulla quota retributiva che verrebbe posticipata a 67 anni e non solo. 

In altre parole, aderendo al mix di pensione di Tridico il lavoratore riceve un assegno liquidato con il sistema contributivo.

In sostanza, verrebbe applicato un doppio calcolo previdenziale, il primo interamente contributivo, poi al raggiungimento dei 67 anni, scatterebbe il ricalcolo dell’assegno completo, a cui viene aggiunto il sistema retributivo. 

Una soluzione che permettere di evitare scossoni alla stabilità del sistema, mantenendo stabili i conti pubblici. D’altra parte, viene eliminata la parte vantaggiosa per il lavoratore, che dovrà attendere 3 o 4 anni prima di ricevere l’assegno pensione completo. 

Non sfugge che il sistema contributivo valuta e prende in considerazione solo il valore della contribuzione versata, a cui vengo applicati i coefficienti di calcolo, il tutto nella voce regolare della penalizzazione per il lavoratore. 

D’altra parte, questa è l’unica misura che non grava sui conti pubblici, per questo motivo, dovrebbe trovare l’approvazione del Governo Draghi. 

In pensione prima con il mix di Tridico, ecco quando si può richiedere l’uscita anticipata 

Il punto critico resta il requisito anagrafico abbinabile al mix Tridico, se è necessario guadagnare tempo l’uscita anticipata passa molto prima dei 67 anni di età.

Ecco, perché, il limite anagrafico viene fissato tra 63 e non oltre 64 anni, ovvero circa quattro anni prima del trattamento previdenziale ordinario. Nello stesso modo, l’altro aspetto determinante per il rilascio del beneficio viene legato alla presenza di un montante contributivo minimo di 20 anni.

In questo modo, l’INPS pagherebbe delle pensioni basse, senza incidere i conti pubblici. 

Quanto mi costa sull’assegno pensione il mix di Tridico 

Nell’ipotesi in cui passi questa misura nella nuova riforma pensione, il lavoratore che richiede l’uscita attraverso questo sistema riceve un assegno tranciato. Non solo. Occorre, considerare, che la pensione viene liquidata con il sistema contributivo, sfavorevole sotto diversi aspetti. Oltre tutto, viene applicata una penalizzazione maggiore quanti sono gli anni di anzianità che ricadono nel contributivo. 

Il vero problema, ruota suola doppia penalizzazione che si trascina dietro l’uscita a 63 o 64 anni, a cui segue un calcolo sull’anzianità contributiva maturata dopo il 1° gennaio 1996. Il tutto agganciato a un coefficiente di trasformazione molto più basso, a paragone di un lavoratore che esce regolarmente a 67 con la pensione di vecchiaia. 

La parte vantaggiosa rappresentata dalla contribuzione maturata nel sistema retributivo, non verrebbe presa in considerazione prima dei 67 anni di età. In sostanza, con questo sistema gli over 67 ricevono un assegno conteggiato pienamente in tutte le sue parti.