In pensione con 500 euro in più al mese! Ecco come averli!

È possibile andare in pensione con un assegno più alto? Sì, con le adeguate accortezze si può arrivare ad incassare fino a 500 euro in più al mese.

È possibile andare in pensione con un assegno più alto? Sì, con le adeguate accortezze si può arrivare ad incassare fino a 500 euro in più al mese. L’importante è muoversi per tempo e fare di tutto per integrare l’assegno mensile, che ci arriverà una volta che usciremo dal mondo del lavoro. La parola d’ordine è integrare, che è anche la strada maestra per salvare la pensione.

A penalizzare pesantemente l’assegno previdenziale è stato il passaggio al sistema contributivo, che ha comportato una pesante riduzione di quello che tecnicamente è stato battezzato come tasso di sostituzione. Per essere maggiormente chiari, stiamo parlando della percentuale dell’ultimo stipendio che verrà erogata ai diretti interessati come pensione. Per essere un po’ più pratici possiamo affermare che una volta che smetteremo di lavorare diventeremo tutti più poveri. Ovviamente non tutti nello stesso modo: c’è chi perderà qualcosa di più e c’è chi perderà qualcosa di meno. A tutto questo c’è una soluzione? Sì: per riuscire a mantenere il proprio tenore di vita sarà necessario pensare ad integrare la propria pensione con qualche forma di previdenza alternativa: fondi di categoria, fondi pensione aperti o i Pip (ossia i piani individuali pensionistici).

Mettendo da parte un po’ di risparmi nel momento in cui si lavora con questi sistemi di investimento, sarà possibile ottenere alcuni benefici. Uno dei più importanti sono le minori imposte pagate sulla rendita o sul capitale, che si otterranno nel momento in cui si andrà in pensione.

Pensione, cosa cambia dall’ultimo stipendio!

Andare in pensione! Il sogno di molti lavoratori: ma quali sono le differenze che contraddistinguono i dipendenti dagli autonomi? A quanto dovrebbero ammontare i versamenti, per riuscire ad ottenere un assegno previdenziale degno di questo nome? Ma soprattutto: a quanto potrebbero ammontare questi millantati benefici fiscali? A venirci incontro, rispondendo a queste domande ci ha pensato Smileconomy, che per conto dell’inserto L’Economia del Corriere della Sera ha provato a dare una risposta a tutti i quesiti del caso. L’obiettivo fisso era quello di riuscire ad ottenere una rendita aggiuntiva pari a 500 euro netti sulla pensione.

È un obiettivo facilmente raggiungibile. Lo può benissimo raggiungere un lavoratore che abbia 30 anni e che arrivi a versare almeno 211 euro al mese e che sia disposto a mantenere un alto profilo di rischio del proprio investimento. Ma lo può raggiungere anche un lavoratore di 50 anni, con un versamento mensile di 848 euro ed un profilo di rischio basso. L’analisi effettuata da Smileconomy ha preso in considerazione tre differenti tipi di lavoratori. L’età anagrafica è differente: 30, 40 e 50 anni, ma tutti devono aver iniziato a lavorare a 25 anni dopo il 1996 – sostanzialmente quando si è passati al sistema contributivo -. Il reddito, diviso in tredici mensilità, è rispettivamente di 1.500, 2.000 e 2.500 euro.

Proviamo a fare qualche stima sugli assegni previdenziali

Sono due gli scenari sui quali si è provveduto ad effettuare una stima della pensione e del relativo tasso di sostituzione. Il primo senario, che possiamo considerare come quello base, prevede una crescita bassa del Pil (intorno allo 0,3) e dell’attesa di vita. Il secondo scenario, quello alternativo, ha previsto un’alta crescita del Pil (che potrebbe attestarsi intorno all’1%) e dell’attesa di vita. Per riuscire ad ottenere una rendita pari a 500 euro da affiancare alla pensione sono state prese in considerazione due diverse linee di investimento: la prima è a basso rischio, nella quale si punta solo e soltanto su obbligazioni governative dell’area euro; la seconda è ad alto rischio, nella quale si preferiscono unicamente le azioni globali.

Partiamo dallo scenario base. In questo caso aspettandosi una bassa crescita del Pil e dell’attesa di vita, sostanzialmente i tassi di sostituzione, per quanti siano dei dipendenti, oscillano tra il 65% ed il 70%, mentre per gli autonomi la forbice oscilla tra il 51% di un 50enne ed il 64% di un 30enne, nel caso in cui ci sia una continuità lavorativa. Il secondo scenario, invece, prevede che i lavoratori vadano in pensione più tardi e con un assegno più alto: in questo caso il tasso di sostituzione oscilla tra il 70 ed il 79% per i dipendenti e tra il 54% e il 66% per gli autonomi.

Pensioni, ecco come avere un’integrazione da 500 euro

Per riuscire ad ottenere un’integrazione alla propria pensione del valore di 500 euro al mese è necessario, quindi, effettuare un versamento ogni trenta giorni, il cui importo varia a seconda dell’età anagrafica del lavoratore. Elemento molto importante, poi, è la minore o maggiore linea di rischiosità scelta. Nel caso in cui il diretto interessato abbia 30 anni, potrà effettuare un investimento compreso tra i 211 ed i 292 euro. Un quarantenne dovrà versare tra i 362 ed i 456 euro, un 50enne dovrà preventivare una spesa compresa tra i 729 ed i 848 euro mensili. In quest’ultimo caso sembra poco conveniente procedere coni versamenti integrativi alla pensione, per la spesa risulta essere più alta rispetto alla rendita che si riuscirebbe ad ottenere.

Ma se consideriamo l’attesa media di vita, il quadro cambia radicalmente – spiega Andrea Carbone, ideatore di Smileconomy -. Nell’ipotesi del profilo a basso rischio, un 50enne verserebbe 848 euro al lordo del beneficio fiscale per 15 anni (697 al netto del beneficio fiscale), ma ne riceverebbe 500 per oltre 22 anni. Al netto del beneficio fiscale, quindi, avrebbe un indice di efficienza finanziaria di 1,3 (è il rendimento a vita media per ogni euro investito, ndr). Per un 30enne che investe in una linea a rischio elevato, invece, questo indice sale addirittura a 2,3.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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