In pensione a 56 anni anziché 67! Chi può farlo

Chi può uscire dal lavoro a 56 anni e 20 di contributi. Andare in pensione a 56 anni è possibile, ma non tutti lo sanno. Pensione di vecchiaia anticipata.

C’è ancora chi può anticipare l’uscita dal lavoro all’età di 56 anni? È corretto parlare di prepensionamento a 56 anni di età? Qual è il trattamento pensionistico che prevede una riduzione sull’età pensionabile? Sembra strano parlare della possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro sfruttando una misura convenzionale. Non una strada anticipata ordinaria, ma l’applicazione di deroghe che permettono un taglio sul requisito anagrafico. Sarà tanto penalizzante? No, assolutamente. 

Esiste una bella fetta di lavoratori che a causa di eventi particolari, possono anticipare l’uscita dal lavoro molto, ma molto prima dei 67 anni di età. E, questa, sicuramente è una bella notizia, ma non è “tutto oro quel che luccica”, sebbene l’ordinamento previdenziale prevede la presenza della deroga Amato, si comprende subito che la misura non può essere utilizzata da tutti. 

 La verità è che l’INPS nei casi di ridotta capacità lavorativa rilascia delle prestazioni assistenziali eccezionali. Non parliamo solo dell’assegno ordinario rilasciato per i casi d’invalidità o, ancora, della possibilità di accedere alla pensione legata alle circostanze d’inabilità al lavoro. In questo articolo, andremo ad analizzare le modalità agevolate del rilascio della pensione di vecchiaia anticipata a favore degli invalidi e non vedenti se è presente un’invalidità nella misura all’80%

Non tutti (forse) sanno che esiste delle disposizioni particolari contenute nell’articolo 1 comma 8 del decreto legislativo n.  503/1992 (decreto Amato), che permettono agli invalidi di aderire alla pensione di vecchiaia anticipata. Non una novità, ma la possibilità di accedere al trattamento previdenziale in presenza di un’età pensionabile ridotta di 11 anni. 

In merito a questo particolare riferimento anche la Cassazione in diverse sentenze ha spiegato che si tratta della partecipazione al decreto Amato, (D.Lgs. n. 503/1992), che applicata ai requisiti previsti dalla Riforma Fornero in tema di pensione di vecchiaia ordinaria un taglio significativo sull’età pensionabile.

Nessun riferimento alla presenza di un trattamento d’invalidità particolare, ma emerge la sola applicazione delle deroghe previste nell’articolo 1, comma 1 Legge n. 222/1984.

Un discorso affrontato in modo dettagliato nel video YouTube di Campini net, sulla Pensione INPS di vecchiaia anticipata per invalidità 80%, di cui si consiglia la visione. 

Diverse sono le dinamiche che attivandosi portano ad anticipare nei casi d’invalidità la pensione di vecchiaia a 56 – 61 anni (donne-uomini). Resta da considerare la presenza di una finestra mobile di 12 mesi. 

In sostanza, il discorso non cade sulla presenza di un vero trattamento d’invalidità, ma piuttosto, sulla presenza della deroga che permette un’uscita anticipata flessibile applicata sui requisiti anagrafici della pensione di vecchiaia. Per questo motivo, il trattamento prende il nome di anticipato.  

Ecco come cambiano i requisiti nel trattamento previdenziale previsto per la pensione di vecchiaia 

Seguendo la base di queste indicazioni, ricordiamo ancora una volta, che i criteri di ammissione alla pensione di vecchiaia restano invariati. In ogni caso, questa formula previdenziale prevede l’uscita dal lavoro a 67 anni di età, se è presente una contribuzione pari a venti anni.

Come riportato da La Legge per Tutti, applicando le deroghe Amato è possibile portare in riduzione il montante contributivo anche a 15 anni. In ogni caso, resta valida la presenza di un trattamento previdenziale il cui valore non scenda sotto 1,5 volte il trattamento minimo, se viene applicato il metodo contributivo. 

Sempre per la deroga le lavoratrici possono allontanarsi dal lavoro a 56 anni ottenendo la pensione di vecchiaia anticipata. I lavoratori devono aspettare qualche anno in più, ovvero 61 anni di età. In ogni caso, appare determinante la presenza di un’invalidità nella misura all’80%, con un’anzianità contributiva riconducibile al 31 dicembre 1995. 

In questi casi, i lavoratori regolarmente annotati presso l’A.G.O. o altre forme sostitutive dell’INPS possono tranquillamente collocarsi al riposto utilizzando la pensione di vecchiaia anticipata con 20 anni di versamenti che possono diventare 15 anni, sempre applicando i percorsi speciali delle deroghe Amato. 

Nel merito dell’anzianità contributiva, si precisa che non è ammesso il cumulo dei contributi, né tantomeno la totalizzazione. Tuttavia, il lavoratore può avvalersi della ricongiunzione dei contributi

Attenzione! Chi va in pensione a 56 – 61 anni utilizzando le disposizioni previste dal decreto Amato sulla pensione di vecchiaia, non subisce penalizzazioni, né tantomeno viene applicato il metodo contributivo. 

Il ruolo fondamentale dell’invalidità pensionabile nella pensione di vecchiaia 

Il ruolo fondamentale del requisito legato all’invalidità pensionabile è stato affrontato dall’INPS nell’articolo 1, comma 1 della Legge n. 222/1984. Nel quale, ha spiegato le direttive principali rivolte ai lavoratori che a causa delle difficili condizioni di salute affrontano grosse complicazioni nello svolgimento dell’attività lavorativa o, ancora, le complicazioni sono tali da impedire il normale svolgimento del lavoro.

Per questo motivo, il lavoratore che si ritrova in queste condizioni può ottenere diverse agevolazioni assistenziali e previdenziali. In ogni caso parliamo del riconoscimento d’invalidità nella misura all’80%.

Oltre tutto va detto che, è importante che venga accertata la ridotta parziale o totale capacità lavorativa. L’INPS in merito all’invalidità impone dei rigorosi controlli prima di rilasciare la percentuale d’invalidità.

In sostanza, permette al lavoratore di accedere alla pensione di vecchiaia in presenza di un diverso requisito anagrafico, ma verifica prima la presenza delle condizioni per l’applicazione del percorso straordinario. Difatti, la percentuale d’invalidità viene rilasciata al lavoratore dopo un’attenta analisi eseguita dagli uffici sanitari INPS. 

La pensione di vecchiaia anticipata è una formula previdenziale non applicabile a molti casi, anche in presenza del riconoscimento dell’invalidità. Il legislatore ha inserito diversi paletti specie per i lavoratori autonomi e per quelli impiegati nella P.A. Infatti, quest’ultimi si trovano in una condizione lavorativa che non permette il rilascio della prestazione di vecchiaia anticipata, se non sono presenti versamenti nel fondo pensioni o sostitutivi. 

Mi è stata riconosciuta una percentuale d’invalidità all’80%, ma l’accertamento è stato eseguito da un altro ente. Posso accedere alla pensione di vecchiaia con un’età pensionabile ridotta?  No, assolutamente. L’INPS in merito a questo punto, o meglio sulla definizione dell’invalidità pensionabile per i lavoratori inabili o invalidi è chiarissima, tiene conto delle disposizioni della Legge n. 222/1984.

In presenza di altro accertamento che pone in rilievo la presenza di un’invalidità nella misura all’80%, tale documento non acquisisce valore ai fini del rilascio del diritto alla pensione (leggi qui). Tuttavia viene utilizzato dai sanitari INPS per il giudizio finale del medico legale. Ciò significa che il medico legale tiene conto nella valutazione anche della certificazione emessa da un altro ente.  

C’è anche il prepensionamento: diversi trattamenti per i lavoratori invalidi

La sola presenza dell’invalidità permette l’accesso a diversi trattamenti assistenziali e previdenziali, per cui è possibile accedere a diverse forme di prepensionamento. Esiste, infatti, l’assegno straordinario o il contratto di espansione e, ancora, l’isopensione.

Agganciandosi a una di queste forme di prepensionamento il lavoratore viene seguito nel percorso diretto alla pensione ordinaria. In sostanza, parliamo di strade che escludono la possibilità di poter abbracciare la pensione di vecchiaia anticipata con l’applicazione di quelle deroghe che permettono una maggiore uscita flessibile, intesa in termini di età anagrafica. 

Se sei interessato all’approfondimento delle strade che portano al prepensionamento, ti consiglio di leggere questo articolo: “Prepensionamento 2022

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