Pensione 57 anni con 20 anni di contributi! Ecco come fare

Pensione anticipata 57 anni anziché 67 con 20 anni di contribuzione! Ecco, l'uscita a 57 anni di età, requisiti e domanda INPS, possibile già da subito!

Un pensionamento a 57 anni sarebbe l’ideale per molti lavoratori, ma è ancora possibile? Oggi, nulla dovrebbe stupirci più di tanto, sicuramente ci troviamo dinnanzi a scelte rese possibili dall’ordinamento previdenziale solo per specifiche categorie di lavoratori.

E, non si esclude che in queste categorie di lavoro rientrino una bella fetta di lavoratori ignari dell’esistenza di queste formule pensionistiche. Opzioni che se non sfruttate non consentono di collocarsi in quiescenza anticipando la pensione anche di 10 anni, rispetto all’età pensionabile. 

Il Governo Draghi non ha disilluso le aspettative dell’Europa sulla uscita a 62 anni di età, tanto da falciare l’unica uscita flessibile anticipata che riusciva a tener testa alla pensione di vecchiaia.

Per questo motivo, la misura sperimentale Quota 100 non è stata rinnovata alla data del 31 dicembre 2021. Un danno per milioni di cittadini che si sono visti strappare dalle mani la possibilità di andare in pensione cinque anni prima rispetto a 67 anni. 

Per placare il malcontento generale l’Esecutivo ha approvato una misura meno flessibile che permette di anticipare l’uscita di appena tre anni rispetto alla pensione di vecchiaia. Ad oggi, i cittadini possono scegliere di collocarsi in pensione a 64 anni di età, senza subire penalizzazioni. 

Si comprende benissimo che l’intento del Governo Draghi resta quello d’indirizzare tutti i lavoratori alla pensione con la Legge Fornero. 

In tutto questo, resta da considerare la presenza dell’anzianità contributiva necessaria sia per anticipare l’uscita flessibile od ordinaria, che nel richiedere la pensione di vecchiaia ordinaria. 

Ecco, perché, per alcuni lavoratori sono sufficienti 20 anni di versamenti, mentre ad altri ne occorrono da 30 a 41 a seconda della tipologia di pensione. 

Una breve guida alla pensione a 57 anni di età. Ti spiegheremo, quando e come anticipare l’uscita dal lavoro anche di 10 anni. 

Pensione a 57 anni, ecco le 4 possibilità che non ti aspetti

Il legislatore non ha vincolato il lavoratore alla sola uscita a 67 anni di età servendosi della pensione di vecchiaia, se risultano accreditati 20 anni di anzianità, oppure, all’esclusiva presenza di un’anzianità contributiva di 41 o 42 anni di età (donna o uomini), quindi, avvalendosi della pensione anticipata ordinaria.

Intanto, sono presenti delle deroghe, eccezioni e formule previdenziali o scivoli, che permettono di uscire molto prima dal lavoro rispetto all’età di 67 anni. Insomma, ci sono delle alternative alla pensione di vecchiaia ordinaria o pensione anticipata ordinaria che agevolano l’accesso alla pensione. 

Le lavoratrici autonome o dipendenti possono tranquillamente anticipare la pensione a 59 o 58 anni di età, se legate alla presenza di 35 anni di accrediti contributivi.

In questo caso, le lavoratrici si servono della misura Opzione donna impiegata sino al 31 dicembre 2021. L’anticipo non viene premiato dal calcolo della pensione che segue esclusivamente il sistema contributivo.

Alla fine penalizza le donne che vantano sulle spalle carriere discontinue. Il Governo Draghi si è impegnato a rendere strutturale la misura. Tuttavia, ad oggi, non vi sono provvedimenti in questo senso, anche perché la stessa discussione della riforma pensioni è slittata per l’autunno

Con la rendita RITA si anticipa di 10 anni, ecco perché si esce a 57 anni di età

Tuttavia, il riferimento nel corso dell’articolo è caduto sull’anticipo di 10 anni, quindi sulla possibilità concessa ai lavoratori di collocarsi in quiescenza a 57 anni di età contro i normali 67 previsti per l’età pensionabile. Al momento, queste caratteristiche vengono rispecchiate integralmente dalla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, più famosa come RITA. 

Si tratta della possibilità di ritirarsi dal lavoro a 57 anni di età, se è presente un fondo integrativo di previdenza complementare, senza penalizzazioni.

Il vero problema potrebbe ruotare sul rischio di consumare la pensione considerata di “scorta”. Prima di procedere con le spiegazioni delle altre misure che permettono l’uscita più o meno a 57 anni, occorre riflette sul potenziale RITA. 

D’altra parte, l’anticipo viene servito in un modo molto allettante, quello che non emerge è senz’altro il principio per cui il lavoratore si accorda sulla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata

Il breve, se il lavoratore procedere alla riscossione del capitale a 57 anni, quindi, incassa prima il montante accumulato nel fondo integrativo, portando in diminuzione la rendita. Un danno considerato che la stessa dovrebbe servire per sostenere la pensione aiutandolo a vivere agiatamente. 

Si tiene conto solo delle riforme che hanno impattato fortemente sul sistema previdenziale imponendo un insano rigore sulle pensioni e, non dei disastri prodotti dalle stesse, a cui il lavoratore deve porre rimedio.  

L’obiettivo della pensione integrativa resta quello d’integrazione al trattamento pensionistico, mentre spesso funge da sostituzione. Viene attivata per coprire il bisogno del lavoratore di andare in pensione trasformandosi più in uno scivolo previdenziale.

Una rendita mensile che accompagna il lavoratore alla pensione. Ecco, perché, vengono meno le ragioni che spingono il lavoratore all’adesione del fondo di previdenza integrativo complementare. In altre parole, viene stravolta la natura della Rendita Integrativa Temporale Anticipata. 

I lavoratori utilizzando Rita aderiscono a un piano anticipato particolarmente flessibile rispetto all’età pensionabile, ricevendo un assegno anche maggiore in funzione del piano di cumulo realizzato. 

Intanto, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata è nata per sopperire i bisogni degli esodati frutto della Riforma Fornero, voluta dall’ex Governo Renzi presente nella Legge di Bilancio 2017. 

I lavoratori che si incollano alla rendita ricevono un assegno mensile percorrendo l’intero periodo temporale che li porta all’età di 67 anni (età pensionabile). 

Il lavoratore aderendo alla Rendita Integrativa Anticipata, si trova dinanzi due possibilità, quali:

  • decidere di anticipare la pensione a 57 anni, un’ipotesi plausibile specie per coloro che risultano in stato di disoccupazione o inoccupazione da un periodo temporale abbastanza lungo di almeno 24 mesi. In presenza di un’anzianità contributiva minima di 20 anni. 
  • decidere di anticipare la pensione a 62 anni di età, quindi facendo slittare la rendita di altri cinque anni. Se, presenti cinque anni di versamenti accreditati nel fondo previdenziale. 

Da 57 anni a 63 anni, ecco come si muovono le tutele per la pensione 

Il legislatore ha permesso lo scivolo a 63 anni di età, anticipando la pensione di quattro anni rispetto all’età pensionabile. La misura Ape sociale è aperta a quattro categorie di lavoratori, tra cui: lavoratori in stato di disoccupazione, caregivers, invalidi civili e lavoratori impiegati nei lavori gravosi.

L’ammissione all’anticipo viene condizionata dalla presenza di altre condizioni. Tasselli che si muovono coordinati tra loro e permettono ai lavoratori di uscire con 30, 32 e 36 anni di accrediti contributivi, se sono presenti i requisiti come qualità necessaria per il diritto allo scivolo pensionistico. 

All’anticipo segue un assegno del valore di 1.500 euro (pro rata), incollano al lavoratore per l’intero periodo temporale che lo porta alla pensione di vecchiaia o al trattamento anticipato ordinario.   

Alle lavoratrici madri viene concesso una riduzione sui versamenti nella misura massimo di due anni, calcolando uno sconto per ogni figlio, ma rilasciabile solo due anni.  

Si consiglia la lettura dell’articolo: Ape Rosa c’è chi potrà anticipare l’uscita con 28 anni di contribuzione!

Con la pensione di vecchiaia si può uscire a 57 anni? La risposta inaspettata 

I lavoratori affetti da disabilità grave con un’invalidità nella misura dall’80% rientrano in specifici criteri previsti dalla pensione di vecchiaia anticipata. Ecco, perché, spesso sentiamo parlare di amici in pensione a 56 anni (donne) o 61 anni (uomini). 

Il legislatore ha previsto nei casi di cecità riconosciuta in forma grave la possibilità di allontanarsi dal lavoro anticipando l’uscita più o meno di un decennio.

Questo, perché, si attivano le agevolazioni anagrafiche previste in favore dei titolari Legge 104, mentre non sono presenti nella normativa indicazione sull’anzianità contributiva che resta invariata ad almeno 20 anni di accrediti contributivi.

D’altra parte, la presenza della pensione di vecchiaia anticipata non costituisce motivo ostativo per il riconoscimento di ammortizzatori sociali o altre forme di detrazioni, così come restano invariate le regole sui permessi retribuiti. 

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
780FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate