Pensione 702 euro mensili requisiti al 31 dicembre! È possibile

Chi va in pensione con 702 euro mensili, se matura i requisiti entro il 31 dicembre 2022?Pensione di vecchiaia 702 euro a 71 anni nel 2026.Pensione sociale.

Chi va in pensione con 702 euro mensili, se matura i requisiti entro il 31 dicembre 2022? L’ordinamento previdenziale è particolarmente complesso composto di norme, eccezioni e condizioni collegate alle varie prestazioni previdenziali. Fatto sta, che attraverso l’età pensionabile, ovvero 67 anni il lavoratore ottiene il pensionamento.  

Come si legge da pensionielavoro.it, l’attuale sistema pensionistico colloca l’età pensionabile a 67 anni, momento in cui il lavoratore dovrebbe agganciarsi alla pensione di vecchiaia. Intanto, sono necessari un numero di contributi accreditati o versati fissati da normativa in 20 anni. Il punto? Non tutti i lavoratori che maturano tali requisiti ottengono la pensione di vecchiaia.

 Esistono delle condizioni che si attivano proprio nel momento in cui il lavoratore spera di andare in pensione ostacolando il passo al pensionamento. Per cui, il lavoratore viene quasi costretto dalla norma legislativa a rimandare l’uscita. Un paradosso che coinvolge tantissimi lavoratori, non un’eccezione capitata a caso. 

 Pensione 702€ mensili requisiti al 31 dicembre! È possibile

Come evidenziato da ProiezionidiBorsa.it, le contraddizioni dell’INPS sono tante, sicuramente arrivare a maturare 20 anni di anzianità, raggiungendo anche i 67 anni di età prima della data del 31 dicembre 2022, ci si allinea perfettamente per le condizioni disposte dalla normativa per la pensione di vecchiaia.

Ricordiamo che parliamo di requisiti fissati dalla legge in forma fissa fino all’anno 2024. Criteri e condizioni che non sono vincolati o subordinati dalla presenza del cambiamento delle condizioni sulla speranza di vita estratta dai dati provenienti dall’ISTAT. Nulla che porti a pensare a un innalzamento dei requisiti delle pensioni. 

Tuttavia, la sorpresa spunta non sempre all’improvviso, generando quelle che in gergo si chiamano “eccezioni” alla norma. 

In questo contesto entra in gioco il sistema retributivo, per cui tutti color che non possiedono un’anzianità entro la data ultima del 31 dicembre 1995, non devono basarsi sui riferimenti normativi ordinaria. 

Analizzando questi elementi aggiuntivi, chi raggiunge faticosamente l’età pensabile, perfezionando i requisiti per la pensione di vecchiaia entro la data del 31 dicembre 2022, non potrà andare in pensione, se non è presente un ulteriore condizione.

In questo caso, infatti il limite dell’assegno pensione che l’INPS dovrebbe erogare non deve superare il valore di 702 euro mensili.

Si tratta, dell’attivazione di quelle condizioni delimitate per i contributivi puri. Il cavillo aggrappato alle regole della pensione di vecchiaia, prevede per i contributivi puri la presenza di un assegno pensione che rientri in 1,5 volte il trattamento minimo vitale, ovvero dell’assegno sociale. Un valore che per il 2022 si attesta sull’importo di 468 euro mensili. 

Pensione di vecchiaia 702 euro a 71 anni nel 2026 

Nel momento in cui si attivano le regole per i contributivi puri si associa alla pensione di vecchiaia la presenza dell’assegno sociale. In questo contesto, l’assegno ordinario fune da salvaguarda al diritto di pensione.

Non permettendo ai lavoratori di ancorarsi al trattamento di pensione di vecchiaia ordinario, anche in presenza di 20 anni di contributi e un’età anagrafica di 67 anni. Nessuna pensione se il tetto dell’assegno sfora i 702 euro mensili. Ricordiamo che questa condizione si applica ai contributivi puri.

 In altre parole, una bella fetta di lavoratori dovrà per rispettare il limite disposto dalla normativa. Ne consegue avrà 702 euro di pensione al mese non prima del 2026, ovvero al compimento dei 71 anni di età. 

Pensione sociale, compatibilità e variazioni nel sistema previdenziale italiano  

Come riportato da laleggepertutti.it, Una delle stranezze del legislatore è stata quella di rendere incompatibile la misura rivolta all’assegno sociale, se in presenza con un trattamento previdenziale ordinario anticipato o di vecchiaia.

Chiarendo che per coloro che viaggiano con il calcolo contributivo è possibile cumulare due assegni, ovvero l’assegno sociale e quello di pensione spettante.  

Questo, per comprendere che i cavilli legati alle norme previdenziale sono davvero tanti, per cui imbattersi in un errore è molto facile. 

Va detto che, l’INPS per calcolare l’importo dell’assegno sociale procede alla riduzione di 1/3 del totale del reddito personale. 

In questo contesto, c’è da dire che la pensione di reversibilità è compatibile con l’assegno sociale, tenendo conto dei limiti reddituali previsti dalla normativa. 

Mentre, cambiano le condizioni anche per la pensione d’invalidità. Infatti, nel momento in cui il beneficiario raggiunge i 67 anni di età anagrafica, si attiva il passaggio che porta all’assegno sociale sostitutivo. 

L’indennità di accompagnamento o accompagno alla pensione è perfettamente cumulabile con il rilascio dell’assegno sociale. Così come, risulta conciliabili con la presenza degli assegni di assistenza rilasciati dall’INAIL (inabilità assoluta e permanente). Medesimo discorso, per gli assegni previdenziali assistenziali per inabilità o che rientrano nei trattamenti di famiglia. 

La pensione sociale, quanto vale nel 2022?

Il valore mensile della pensione sociale equivale a un ammontare pari a 468,10 euro mensili, regolarmente distribuita dall’INPS agli aventi diritto. 

Esiste una differenza nel rilascio dell’importo tra coloro a cui l’INPS distribuisce l’assegno sociale pieno (reddito zero), e coloro che rientrano nelle soglie reddituali disposte dalla normativa, per cui l’Istituto rilascia un importo ridotto. 

È possibile procedere all’integrazione dell’importo attraverso l’incremento al milione e, ancora con la maggiorazione base. Attraverso la prima condizione si attiva un incremento nella misura di 191,74 euro al mese, mentre, nel secondo caso l’integrazione si aggira intorno ai 12,92 euro al mese. 

Assegno sociale sostitutivo, a chi spetta e quanto vale

Gli invalidi nel momento in cui raggiungono i 67 anni di età, non ricevono più l’invalidità mensile, ma bensì viene rilasciato l’assegno sociale sostitutivo rappresenta una prestazione assistenziale erogata dall’INPS in forma fissa del valore corrispondete all’importo di 381,23 euro mensili, maggiorabile sino a 468,11 al mese, se in presenza di condizioni reddituali personali previsti dalla normativa. 

Infine, la pensione sociale corrisponde al valore mensile (pieno) pari a 385,78 euro erogata per 13 mensilità. È possibile richiedere l’integrazione dell’importo, se sussistono le condizioni dettate dalla legge. 

Prendo la pensione di cittadinanza possono integrare l’importo con l’assegno sociale?

La pensione sociale e l’assegno sociale sono valori che possono essere integrati tenendo conto delle variazioni connesse al nucleo familiare aventi diritto alla pensione di cittadinanza. In sostanza, si attivano quelle condizioni che portano all’integrazione dell’importo in forma indiretta.

Ci sono tanti cambiamenti in vista per il Reddito di cittadinanza e pensione, per questo motivo, ti consiglio di leggere l’articolo della collega Francesca Ciani, che spiega le tante variabili legate al sussidio:

“Coloro che percepiscono la pensione d’invalidità… Hanno visto calare l’assegno del RdC….”

Intanto, è necessario tener presente che la pensione di cittadinanza viene rilasciata fino a un importo di non oltre 1.536 euro mensili, riferiti ai membri appartenenti al nucleo familiare. In ogni caso, l’INPS rilascia il beneficio sulla base di specifici requisiti reddituali, patrimoniale e personali.  

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