Pensione anticipata a 57 anni? E' possibile! Ecco come

La pensione anticipata a 57 anni è possibile, grazie ad alcune opzioni pensionistiche, tutt'ora disponibili anche col Governo Draghi. In particolare, queste opzioni permettono ad alcune categorie di lavoratori e lavoratrici di beneficiare di alcuni supporti economici, come nel caso della RITA, o di supportare i propri casi se diversamente abili, come la 104.

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La pensione anticipata a 57 anni è ancora possibile, grazie al Governo Draghi. In particolare, in vista delle modifiche con la riforma delle pensioni 2022, la pensione da una parte rischia di tornare sotto quella prevista dalla Legge Fornero, e quindi 67 anni d'età anagrafica e 20 anni di contributi.

Ma dall'altra c'è la possibilità, di far beneficiare a chi non ha ancora avuto accesso a Quota 100 o ad Opzione Donna, di qualche opzione pensionistica che consenta l'uscita tra i 57 anni e i 63 anni massimo.

Il problema di alcune di queste purtroppo è la quota contributiva che richiede, come accadrebbe qualora il governo approvasse la misura di Quota 41, cioè 41 anni di contributi come minima contributiva.

Ecco, già solo quest'ultima opzione ti garantirebbe di andare in pensione anticipata a 57 anni. Ma per evitare di far confusione, è meglio se ti spiego come sta la situazione.

Pensione anticipata a 57 anni! Ecco come

Ci sono tre possibilità per andare in pensione anticipata a 57 anni:

  • con la RITA ( Rendita Integrativa Temporanea Anticipata)
  • con la Legge 104, cioè su quanto è stato disposto dalla legge 104/1992;
  • con Opzione Donna (sempre se entro il 2022 non viene sospesa).

Sono tre opzioni che possono garantire l'uscita anticipata entro i 57 anni, al massimo 58-59 anni come quanto disposto da Opzione Donna per le lavoratrici.

O addirittura a 60 anni, come ci viene spiegato in questo video dallo Studio Legale Terrenzio.

Diversamente, per quanto riguarda ulteriori possibilità per andare in pensione entro un'età diversa da quanto disposta dalla Legge Fornero sono:

  • Ape sociale (Anticipo Pensionistico Sociale)
  • Quota 100 (sempre se si fa richiesta entro il 31 dicembre 2021);
  • Quota 41.

Quest'ultima, come detto, garantirebbe un'uscita congrua a 57 anni, se si inizia a lavorare dai 16 anni e si garantisce 41 anni di contributi. Ma è tutt'ora in fase di discussione, perché le risorse che chiederebbe sarebbero importanti, pari al 0,4% del PIL solo nel 2022, qualora venisse approvata.

Inoltre Quota 41 prevederebbe l'accesso secondo alcuni limiti, quali: 

  • almeno 12 mesi di retribuzione prima dei 19 anni;
  • 41 anni di contributi dai 19 anni in seguito.

Non sarebbero più 57 anni, bensì 60. Sempre meglio di andare comunque in pensione a 67 anni. Anche se, con l'arrivo del calcolo dell'aspettativa di vita, previsto entro 31 dicembre 2021, si parla di 70 anni come nuovo requisito anagrafico per la Fornero.

Chi può andare in pensione anticipata a 57 anni?

La pensione anticipata a 57 anni è prevista per chi ha accesso, nel caso della RITA, ai fondi complementari, cioè essere iscritto ad un fondo pensione.

Si tratta di fondi previsti solo per alcune categorie lavorative, le quali prevedono di devolvere per questo fondo una parte del proprio stipendio, così da richiedere in seguito anche il riscatto o l'anticipo, ma solo a seconda di determinate situazioni economiche e sanitari.

Generalmente le categorie che possono iscriversi al fondo pensione RITA sono:

  • lavoratori dipendenti;
  • lavoratori autonomi;
  • liberi professionisti;
  • precettori di redditi diversi dal lavoro.

Aggiungo che potresti anche arricchire la RITA destinando il tuo TFR (Trattamento di Fine Rapporto). Anche se bisogna stare attenti con questa rendita, perché:

  • con la cessazione dell'attività lavorativa devi attendere cinque anni per il raggiungimento dei requisiti, quindi arrivare a 62 anni d'età;
  • se dimostri di essere inoccupato da oltre 24 mesi, puoi andare in pensione anticipata a 57 anni

Sennò rimane come alternativa Opzione Donna, ma solo per le lavoratrici che hanno:

  • almeno 58 anni di età e 35 anni di contributi, se dipendenti;
  • almeno 59 anni di età e 35 anni di contributi, se autonome.

Ma a causa di quanto accaduto col recente report annuale dell'OCSE sulle spese statali per le pensioni, si teme che Opzione Donna non venga rinnovata per il 2022, quindi che si possa accedere solo se si ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2021.

Il problema per quest'ultima comunque è quella dei contributi. Purtroppo è il nodo gordiano delle pensioni in Italia: servono molti anni di contributi.

Si può andare in pensione anticipata senza contributi?

Non è possibile andare in pensione anticipata senza contributi, perché la legge base delle pensioni in Italia, cioè la Fornero (L. 92/2012) prevede almeno 20 anni di contributi se si vuole ritirarsi a 67 anni.

Qualora avessi meno di 20 anni, ma almeno 10 anni di contributi, avresti la possibilità ma entro i 70 anni. E conta che se arriva il calcolo dell'aspettativa di vita, previsto ogni 2 anni, entro dicembre 2021 vedremo se l'uscita non sarà a 70 anni per chi ha 20 anni di contributi.

L'unica possibilità per averlo con pochissimi o quasi nessun contributo è con la pensione sociale, o meglio assegno sociale, previsto per coloro che:

  • hanno compiuto 65 anni;
  • si trovano in condizioni di povertà.

E per condizioni di povertà intendo un ISEE che preveda:

  • 5.983,64 euro annui, se non coniugati.
  • 11.967,28 euro annui, se coniugati.

Inoltre, come previsto dall'art.26 della legge n.153 del 30 aprile 1969, è possibile riceverla per coloro che:

  • non hanno versato alcun contributo;
  • hanno un'invalidità riconosciuta minima del 74%.

Ma attenzione, le pensioni sociali non sono uno strumento di tipo previdenziale, ma assistenziale.

Pertanto non t'aspettare un assegno ricco: si parla generalmente di 460,28 euro mensili di base, soggetto a maggiorazioni e riduzioni, anche del 50% sull'assegno stesso.

Praticamente una specie di Pensione di Cittadinanza antelittera, ma con un'età comunque non di 57 anni. Altrimenti l'unica soluzione sarebbe con la Legge 104, ma spetta solo alle persone con una grave disabilità.

Pensione anticipata per invalidità: sì, con la 104!

Nel caso di pensione anticipata per invalidità la Legge 104/1992 permette a chi soffre di un handicap riconosciuto almeno all'80%, di poter avere diverse agevolazioni e di poter anticipare la propria uscita pensionistica. 

In questo caso il requisito anagrafico scende fino a:

  • 61 anni per il genere maschile,
  • 56 anni per il genere femminile.

Non c'è distinzione tra generi o attività lavorative (pubblico o privato che sia). Semmai richiede il riconoscimento dell'80% di invalidità, tramite certificato medico rilasciato dalla Commissione Medico-Legale dell'ASL

A questo si aggiunge anche la possibilità di andare in pensione anticipata se c'è stata la comparsa della cecità. Qualora il lavoratore o la lavoratrice hanno all'attivo almeno 10 anni di assicurazione e contribuzione dopo la comparsa della malattia, l'età arriva in questo caso a:

  • 61 anni per il genere maschile,
  • 57 anni per il genere femminile.

In entrambe le situazioni, la Legge 104 non prevede sconti a livello di contributi: saranno necessari sempre 20 anni di contributi.

Oltre a questi supporti per l'uscita pensionistica, la Legge 104 garantisce anche delle detrazioni e degli ammortizzazioni per spese mediche o automobilistiche (es. l'acquisto di una macchina per il trasporto di persone affette da disabilità). Uno dei più "sentiti" di recente è l'esenzione del bollo auto, ma secondo alcuni precisi requisiti.

A sua volta c'è anche l'aumento, per chi beneficia della Legge 104, dei giorni di permesso dal lavoro, oltre che all'incentivizzazione per lo smart working, per i lavoratori diversamente abili. 

Se tra tutti questi hai modo di poter accedere ad almeno una, puoi fare richiesta presso l'INPS.

Come si può richiedere la pensione anticipata a 57 anni?

Per richiedere la pensione anticipata a 57 anni, cioè nel caso di Legge 104 o di RITA, o almeno a 58-59 anni con Opzione Donna, puoi fare richiesta presso l'INPS, accedendo alla tua pagina riservata attraverso:

  • SPID (Servizio Pubblico di Identità Digitale),
  • CIE (Carta d'Identità Elettronica),
  • CNS (Carta Nazionale dei Servizi).

Oppure contattare direttamente il Contact Center dell'INPS per avere maggiori informazioni. Nel sito dell'INPs inoltre puoi trovare una simulazione per il calcolo dell'ISEE. Può sempre essere utile se vuoi scoprire a quali bonus puoi accedere.

Ti ricordo però che Opzione Donna potrebbe rischiare di non essere disponibile qualora il Governo Draghi decida di non rifinanziarla, così come ha a sua volta disposto per Quota 100. 

In particolare, davanti alla questione della Riforma delle Pensioni 2022, ci sono delle novità in merito, in particolare per quanto riguarda l'Ape Sociale e la categoria dei caregiver.

Pensioni news: da Draghi più soldi per caregiver e Ape Sociale

A seguito degli eventi e dei danni economici e sociali prodotti dal Covid, il governo Draghi ha proposto di potenziare l'Ape Sociale, cioè l'anticipo pensionistico sociale, con particolare riferimento alle categorie che hanno lavori usuranti e gravosi.

L'estensione della platea per l'Ape Sociale riguarderebbe categorie come quella dei falegnami, forestali, saldatori, panettieri, tassisti, commessi, bidelli, insegnanti e tanti altri. Tipo i caregiver, quelli che sono rimasti a casa (chi in smart wrorking, chi come licenziato) per accudire i propri cari.

Questo però implica comunque i seguenti requisiti:

  • 63 anni di età;
  • almeno 30 anni di anzianità contributiva per lavoratori ordinari;
  • almeno 36 anni di anzianità contributiva per lavoratori di mansioni usuranti;
  • non essere titolari di pensione diretta in Italia o all'estero.

E questo senza avere lavori occasionali che superino gli 8000 euro lordi (se da dipendente) o i 4000 (se da autonomo), altrimenti avviene la riduzione dell'assegno, che andrà sotto ai 1.500 euro, cifra mensile spettante dalle dodici mensilità previste. Mensilità che prevede almeno il calcolo del sistema misto.

A questo si associa anche l'esclusione per i lavoratori:

  • iscritti presso le gestioni previdenziali private,
  • non in possesso di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995.

Però, a differenza della Fornero, il calcolo dell’aspettativa di vita per questa quota verrà ricalcolata entro il 2026.

Sennò toccherà affidarsi alla Fornero, e vedere arrivare la pensione a 70 anni suonati.