Pensione anticipata: 63 anni per tutti! Ok da Draghi e INPS

La Riforma Pensione è sulla linea di partenza. Tante sono le proposte sul tavolo del Governo guidato dal premier Draghi presentate dai sindacati dei lavoratori e dall’INPS. Fra queste spicca un opzione di pensione anticipata che consente un’uscita dal mondo del lavoro con un’età anagrafica di 63 anni, ma con un assegno pensionistico decurtato negli importi. Scopriamo quali sono le proposte al vaglio dell’esecutivo e come funzionano.

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La Riforma Pensioni si lascia attendere. D’altra parte, il tema è diventato particolarmente caldo negli ultimi mesi per migliaia di italiani prossimi ad abbandonare il mondo del lavoro ma lasciati a brancolare nel buio senza notizie certe al riguardo.

La preoccupazione cresce soprattutto a causa dell’instabilità economica generata dalla pandemia. La grave crisi economica che si avverte in lungo ed in largo per l’Italia, conseguente l’emergenza epidemiologica da Covid-19, non è certo di aiuto.

Allo stato attuale, nessuna decisione ufficiale è stata presa nonostante l’opzione di pensione anticipata Quota 100 a fine anno chiuderà definitivamente i battenti.

Al 31 dicembre 2021 scade il termine previsto per accedere alla misura già prorogata della Legge di Bilancio 2021 fino al termine dell’anno corrente.

Il destino di molti italiani che dopo anni di sacrificio e di lavoro sperano di poter godere finalmente del meritato riposo è dunque appeso ad un filo.

Quale sarà il possibile scenario pensionistico per il 2022? Cerchiamo di capire come potrebbe evolversi il quadro della situazione.

Agli interessati si consiglia la visione di un dettaglio video YouTube di “Mondo Pensioni”, un canale che con una certa frequenza mette a disposizioni degli utenti online interessati video guide per fare il punto sugli ultimi aggiornamenti in tema di pensioni e non solo.

Nel corso dell’articolo, invece, analizzeremo le ipotesi e le proposte al vaglio del Governo per poter accedere in anticipo all’assegno pensionistico, quali saranno i requisiti e le condizioni per accedere alle formule di pensione anticipata, e quali rischi potrebbe comportare una mancata decisione sulla Riforma Pensioni.

Nel video in questione si offrono interessanti spunti su come si potrebbe andare in pensione nel 2022.

Riforma Pensioni: Draghi stretto in una morsa ecco come stanno le cose

Che in Governo Draghi sul tema pensione si trovi stretto fra più fuochi non è affatto un mistero. Proposte, idee, ipotesi provenienti da enti, INPS e partiti politici non rendono certamente le cose più semplici. 

L’obiettivo da raggiungere è di optare per una Riforma Pensioni in grado di mettere tutti d’accordo, sindacati, lavoratori, INPS e prossimi pensionati, intaccando il meno possibile le casse dello Stato.

Un compito assai arduo a dirla tutta. A rendere ancora più complicata la situazione è la sospensione di Quota 100 prevista alla fine del 2021 con tutti i pericoli che ne derivano.

Il più temuto riguarda la creazione dello scalone che preclude la possibilità di accesso alla pensione anticipata prima del raggiungimento di un’età anagrafica di 67 anni.

Tirando le somme, la situazione non è delle migliori. Il premier dovrà velocizzare i tempi per giungere il prima possibile ad una riforma pensioni ben vista da tutti senza perdere di vista l’obiettivo della decisione finale: conciliare le volontà di tutti con il maggior risparmio di costi al fine di non aumentare ancora di più il deficit pubblico già alle stesse a causa della pandemia.

Pensione anticipata 2022: stop a Quota 100, ok ad Ape Sociale e Opzione Donna

Prima di soffermarci sulla moltitudine di proposte di pensione anticipata in mano al Governo guidato dall’ex governatore della Banca Centrale Europea (BCE), è indispensabile andare indietro nel tempo per meglio comprendere la situazione attuale.

Le tre formule di pensione anticipata (Quota 100, Opzione Donna e APE Sociale) volute dall’attuale presidente del Movimento 5 Stelle (M5S), Giuseppe Conte, sono state prorogate a tutto il 2021 dalla Legge di Bilancio 2021.

Si tratta di formule anticipate di pensionamento già messe alla prova a seguito delle proroghe avute nel corso degli anni. Fra queste, però, Quota 100, ha suscitato non poche polemiche sia fra le diverse fazioni politiche, sia fra i cittadini.

A far torcere il naso è l’eccesivo costo della misura che grava in modo consistente sulle casse dello Stato, senza dubitare dell’efficacia della stessa.

Messa da parte Quota 100, l’unica via concretamente da battere per il dopo è la proroga dell’APE Sociale ampliando la platea dei beneficiari ai lavoratori che svolgono un’attività gravosa, unitamente ad un integrazione strutturale e definitiva di Opzione Donna nel sistema pensionistico, oltre ad un potenziamento degli scivoli aziendali, del contratto di espansione e dell’isopensione.

Ad essere convinto che questa sia l’unica via percorribile per riorganizzare il nuovo sistema pensionistico a partire dal 2022 è il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, seguito a ruota dagli esponenti delle file della maggioranza, Lega compresa.

Insomma, la proroga e la modifica dell’APE Sociale e di Opzione Donna sembra più che certa.

Riforma pensioni: come funziona il sistema pensionistico italiano

Prima di entrare nel cuore dell’articolo esaminando nei dettagli le principali proposte sotto la lente di ingrandimento del Governo Draghi, in primis quella presentata dal presidente INPS, Pasquale Tridico, è necessario sintetizzare, quanto più possibile, il funzionamento del sistema pensionistico in vigore in Italia.

Attualmente, sono due i metodi utilizzati per il calcolo della pensione sul territorio dello Stato: metodo contributivo e anagrafico

Il primo riconosce l’accesso al pensionamento avendo maturato un certo numero di anni di contributi, il secondo è ancorato al raggiungimento dell’età anagrafica del contribuente per ottenere la pensione di vecchiaia.

La più recente Riforma delle Pensioni (Legge Fornero) trova fondamento nel metodo contributivo, ossia su un’indennità di pensione determinata nell’importo sui contributi maturati dai futuri pensionati e accumulati durante tutta la vita lavorativa.

A conferma si legge del sito internet inps.it: “la pensione di vecchiaia è una prestazione vitalizia di natura economica e previdenziale, erogata all’iscritto che ha raggiunto il limite massimo d’età congiuntamente a una determinata anzianità contributiva”.

Il limite massimo di età è di 67 anni ma nella prossima Riforma delle Pensioni non si esclude un aumento. Questo perché l’età pensionabile dipende dalle rilevazioni compiute dall’ISTAT circa l’aspettativa media di vita degli italiani. 

Considerando che questa è sempre cresciuta nel corso degli anni, non si esclude un suo innalzamento per il 2022 sopra i 67 anni.

Pensione a 63 anni per tutti: l’ipotesi di sistema misto INPS

Il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, nel corso della presentazione del XX Rapporto della previdenza in Italia non ha perso l’occasione di illustrare il flop di Quota 100

La misura approvata nel 2019 e che consente di accedere alla pensione anticipata con un’età anagrafica di 62 anni e un’anzianità contributiva minima di 38 anni, a conti fatti, si è rivelata un vero disastro sul fronte economico e in termini di utilità.

In quest’ultimo caso, l’obiettivo di attuare uno “svecchiamento” della platea dei beneficiari allo scopo di offrire ai giovani la possibilità di entrare nel mondo del lavoro più facilmente, è venuto meno.

Sfortunatamente, sul lato dei costi Quota 100 è stata duramente criticata da entità molto autorevoli, ad iniziare da casa nostra, dalla a Ragioneria di Stato, dalla Corte dei Conti, a finire all’Unione Europea. Tanto basta a far capire come in Italia urge il riassetto del sistema delle pensioni.

Dunque, non si può far finta di non vedere e sentire, soprattutto dopo l’intervento del presidente Tridico sui catastrofici risultati ottenuti dalla formula di pensione anticipata implicita in Quota 100, così come non si può correre il rischio di cadere in un altro fossato di costi esorbitanti per mettere a punto la Riforma delle Pensioni. 

In tal senso, la proposta delineata del Presidente INPS, è che sembra essere gradita anche al Governo Draghi, è di introdurre un sistema di pensionamento misto fatto di un’uscita dal mondo del lavoro con un’età anagrafica tra i 62 e 63 anni.

Nello specifico, per i primi 4 anni l’assegno pensionistico potrebbe essere pagato tenendo conto dei contributi versati all’INPS dai contribuenti, dal sessantasettesimo anno di età, ossia al raggiungimento dell’età di pensione, si potrebbe unire anche la quota retributiva.

Insomma, una chance molto allettante che permetterebbe, a conti fatti, un consistente risparmio di costi (nel 2022 potrebbero essere risparmiati circa 500 euro milioni di euro fino ad arrivare a circa 2.4 milioni di euro nel 2029).

Pensione anticipata a 63 anni: APE Sociale promossa dall’INPS e da Draghi

Nonostante i numerosi grattacapi sulle misure da prendere in considerazione per la Riforma Pensioni 2022, i più pare vedano di buon occhio la possibilità di andate in pensione a 63 con l’APE Sociale

Al momento, tale formula di pensione anticipata rimarrà in vigore fine al 31 dicembre 2021. Tuttavia, la possibilità di un suo rinnovo nel 2022 appare ormai certa.

Da più parti, infatti, si sono alzare le voci per un estensione dell’APE sociale anche per il prossimo anno. Ma c’è di più, il Governo Draghi pare propenso ad un allargamento della platea dei beneficiari ammessi alla pensione anticipata potenziando ancora di più la misura.

E l’idea sembra non dispiacere al Presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, che non ha mai fatto mistero di essere favorevole a tale formula di pensione anticipata a 63 anni purché ne sia estesa l’applicazione ad altri lavoratori per consentire un’uscita dal mondo del lavoro a quante più persone possibili prima del compimento dei 67 anni di età previsti per la pensione di vecchiaia.

Dunque, l’APE Sociale potrebbe essere l’asso nella manica da giocare nella Riforma Pensioni. Ma per quale motivo? 

In verità le motivazioni sono molte.

Innanzitutto, la formula di pensione anticipata dell’APE Sociale rispetta la condizione di flessibilità, in secondo luogo sposa con la proposta INPS di un’uscita dal mondo del lavoro ad un’età di 63 anni, infine, permette quel ricambio generazionale su cui Quota 100 ha fallito.

L’analogia con il sistema misto INPS è strettamente legata all’importo dell’assegno da erogare in via anticipata, vale a dire prima del compimento dell’età anagrafica di 67 anni.

Secondo quanto riportato sul sito inps.it: “L'indennità prevista dall’APE Sociale, in caso di iscrizione ad un’unica gestione, è pari all'importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell'accesso alla prestazione (se inferiore a 1.500 euro) o a 1.500 euro (se la pensione è pari o maggiore di questo importo)”. 

La misura, in questo modo, assicurerebbe un risparmio di costi poiché per i primi 4 anni pensione verrà erogato un assegno contenuto negli importi.