Pensione anticipata: le 3 scorciatoie in vigore nel 2022!

Le tre scorciatoie percorribili nel 2022 per accedere alla pensione anticipata, si tratta di Opzione donna, Quota 102 ed Ape sociale, in attesa della riforma.

La tanto attesa riforma delle pensioni è stata nuovamente rimandata, il 2022 quindi non sarà l’anno della svolta, ma verrà etichettato come l’ennesimo anno di transizione.

Il Governo Draghi alla scadenza di Quota 100 ha risposto con le conferme, introdotte nella Legge di Bilancio 2022, di vecchie forme di pensione anticipata, potenziate come nel caso dell’Ape sociale e di nuove misure, ma solo nel nome, come Quota 102, confermata anche Opzione donna.

In questo articolo dunque approfondiremo le possibilità nelle mani dei lavoratori per poter andare in pensione anticipata prima della probabile riforma del 2023.

Capiremo il perchè provvedimenti come Quota 102 non sono piaciuti ad opinione pubblica e sindacati, il potenziamento dell’Ape sociale grazie all’ampliamento della platea dei potenziali beneficiari oltre a capire perchè Opzione donna è una misura non conveniente che incentiva la povertà.

Il nostro sistema previdenziale è in continuo divenire tra interventi normativi e propositi di riforma più o meno di portata strutturale. 

Il 2022 sarà un anno di tavoli ed confronti tra forze politiche, INPS e sindacati per designare una riforma previdenziale necessaria per sostenere il sistema pensioni in Italia nei i prossimi anni.

Molte delle misure in vigore quest’anno, alcune delle quali sarebbero dovute essere strutturali, scadranno il 31 dicembre questo è un altro fattore che ci da l’idea inequivocabile della transitorietà del 2022.

Andiamo dunque a disegnare la mappa, in attesa delle nuove misure per il 2023, delle principali modalità di pensionamento anticipato nell’anno in corso, senza dimenticare quelli previsti dalla pensione di vecchiaia.

Pensione anticipata: con Quota 102 si va in pensione a 64 anni

E’ Quota 102 la risposta del Governo Draghi all’abolizione di Quota 100.

Misura tutt’altro che innovativa visto che rappresenta, come vedremo, una versione peggiorativa della sua predecessora.

Peggiorato infatti il requisito anagrafico portato a 64 anni contro i 62 previsti da Quota 100.

Quota 102 è praticamente, come vedremo ora che andremo ad analizzare i requisiti, una Quota 100 più severa, che si avvicina alla Legge Fornero.

Per l’intero 2021 i sindacati hanno manifestato e protestato nell’ottica di una tutela del lavoratore, chiedendo flessibilità in uscita e criticando la legge Fornero come unica possibilità per andare in pensione.

Potranno accedere a Quota 102, i lavoratori che entro il 31 dicembre 2022 avranno maturato i seguenti requisiti:

  • 64 anni di età;
  • 38 anni di contributi maturati durante la propria vita lavorativa.

Nonostante Quota 102 scadrà il 31 dicembre 2022, coloro che avranno acquisito il diritto nell’anno in corso potranno decidere di esercitarlo anche in futuro.

Questa misura pre-pensionistica non prevede nessuna penalizzazione o taglio dell’assegno.

Tra le categorie che non hanno diritto a richiedere Quota 102 ci sono i dipendenti delle Forze Armate oltre che delle forze di Polizia e della Polizia penitenziaria.

Esclusi anche Vigili del Fuoco e personale della Guardia di finanza.

Quota 102 non è cumulabile con altre tipologie di reddito siano esse provenienti da lavoro dipendente o autonomo. L’unico concesso è quello autonomo derivante da prestazione occasionale nei limiti di 5mila euro annui così come previsto dalla Legge.

Il principio di non cumulabilità decadrà una volta maturati i requisiti per la pensione di vecchiaia.

Pensione anticipata: dal 2022 per molti ma non per tutti grazie all’Ape sociale

L’Ape sociale è la misura sul quale il Governo ha puntato di più per quanto riguarda il tema pensione anticipata nel 2022.

Quella che sarebbe dovuta diventare una misura strutturale è però stata approvata come misura sperimentale che dovrà essere rinnovata a fine dell’anno in corso.

L’Ape sociale come vedremo, più che un provvedimento previdenziale potremmo considerarlo assistenziale, poichè è rivolto a particolari categorie di lavoratori.

Il pagamento del trattamento A.S. è di responsabilità dell’Istituto di Previdenza Nazionale fino alla maturazione dei requisiti previsti dalla pensione di anzianità.

Chi potrà avere diritto a quanto previsto dall’Ape sociale?

Ecco i requisiti:

  • 63 anni di età con 36 di contributi che scendono a 30 nel caso di disoccupati, disabili e caregivers.

Ne avranno diritto:

  • disoccupati senza copertura di assegni sociali o per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato;
  • lavoratori dipendenti addetti ad attività lavorative gravose;
  • portatori di handicap, con una percentuale di invalidità di almeno il 74%
  • caregivers che assistono parenti affetti da disabilità gravi.

Ci sono infine alcune condizioni particolari rivolte a donne lavoratrici che potranno usufruire di riduzioni del requisito contributivo nel caso abbiano figli a carico.

Il Governo con la Legge di Bilancio 2022 ha potenziato l’Ape sociale allargando la platea di beneficiari.

In che modo?

In pratica è stato aumentato il numero delle categorie di lavori definiti gravosi o usuranti dalle 15 del 2021 alle 38 nel 2022.

Tra le professioni aggiunte, annunciate dal presidente dell’INPS Pasquale Tridico compaiono ceramisti, infermieri, autisti camion e mezzi pesanti, estetisti, addetti alle pulizie, per consultare la lista completa cliccate qui.

L’intera manovra graverà sulle casse dello Stato per un totale di 141 miliardi di euro a fronte di circa 20mila adesioni previste.

Pensione anticipata con Opzione donna, ma conviene veramente?

Confermata in extremis Opzione donna la misura rivolta al solo pubblico femminile, che dunque potrà usufruire di un trattamento pensionistico anticipato, ma con forti penalizzazioni, come vedremo nel proseguo del paragrafo.

Le donne lavoratrici potranno accedervi nel momento ni cui matureranno i requisiti previsti dalla normativa entro e non oltre il 31 dicembre 2021.

Accedere ad opzione Donna sarà concesso solo a chi avrà compiuto 59 anni di età con 35 anni di contributi maturati, requisito anagrafico che scende a 58 nel caso di lavoratrici dipendenti.

Anche in questo caso una volta acquisito il diritto, l’esercizio potrà essere chiesto negli anni successivi. 

Attenzione, per i lavoratori dipendenti, ai fini del conseguimento della pensione, è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro. Non è invece richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratrice autonoma.

Resta comunque un trattamento poco conveniente, almeno dal punto di vista economico.

Andare in pensione con opzione donna infatti significa accettare tagli all’assegno previdenziale che in alcuni casi possono arrivare al 30% rispetto a quanto previsto nel caso si andasse avanti fino alla pensione di vecchiaia.

Questo accade poichè il meccanismo di calcolo si basa solo sul metodo contributivo senza tenere in considerazione l’importo delle buste paga degli ultimi anni o mesi di lavoro.

Pensione di vecchiaia: i requisiti

Infine riportiamo la normativa che regola il diritto alla pensione di vecchiaia.

L’età pensionabile anche per questo 2022 resta invariata a 67 anni senza tenere conto dell’aumento dell’aspettativa di vita.

Il beneficiario dovrà risultare iscritto all’assicurazione generale obbligatoria, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima e alla Gestione separata.

Il minimo di contributi richiesti è di 20 anni durante l’intera vita lavorativa.

Nei prossimi anni fino al 2025 il limite anagrafico non verrà innalzato, questo è quanto comunicato dal Ministero dell’Economia attraverso  D.M. 27 ottobre 2021 a seguito anche della valutazione di uno studio pubblicato dall’Istat.

Queste insomma tutte le novità in tema di previdenza per il 2022, in attesa della riforma necessaria per garantire la sostenibilità del sistema pensioni nel prossimo decennio.

Redazione Trend-online.com
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