Pensione, Ape sociale ultima chance entro il 30 novembre, ma solo con questa condizione

Chi può andare in pensione con l'Ape social? Quali sono i requisiti per l'ape social? Quanto prendo di pensione con Ape sociale?

Esaurite le finestre d’uscita per la pensione Ape sociale, resta solo un’ultima possibilità per presentare la richiesta per la certificazione del diritto all’anticipo pensionistico, il riferimento cade sul periodo interposto tra il 16 luglio e il 30 novembre 2022. D’altra parte, la misura è incanalata verso la scadenza naturale fissata per il 31 dicembre 2022. 

Al momento, i lavoratori che intendono presentare la prima richiesta possono inoltrarla attraverso il canale online dedicato all’INPS, contact center o Patronato e Caf. 

Putroppo, per quest’ultima scadenza le condizioni cambiano, infatti l’INPS procede allo smaltimento delle richieste in funzione delle risorse finanziarie disponibili. 

Il Governo italiano ha provveduto a differire la misura per l’anno in corso inserendola nella Legge di Bilancio 2022. Poche persone (forse) sanno che l’anticipo pensionistico prevede tre date per la richiesta della certificazione del diritto alla pensione, di cui l’ultima è strettamente legata alla presenza delle risorse. Diverse novità sono state introdotte dall’INPS attraverso la circolare n. 62/2022. 

L’INPS, ricorda che possono presentare la richiesta anche i lavoratori che hanno maturato i criteri di ammissione al beneficio negli anni precedenti, ma non hanno richiesto l’ammissione al trattamento economico previdenziale. 

Pensione, Ape sociale ultima chance entro il 30 novembre, ma solo con questa condizione

Spesso viene associata o abbinata la misura Ape sociale a una vera pensione diretta, in verità si tratta di ricevere un’indennità assegnata mensilmente dall’INPS, come supporto al reddito. 

Per questo motivo, si richiede la certificazione del diritto alla pensione, ovvero un documento rilasciato dall’INPS nel quale emerge la presenza dei requisiti e condizioni.

Il prepensionamento scatta in seguito di una doppia richiesta a 63 anni e si protrae fino a 67 anni di età.  

In linea generale, l’INPS riconosce un importo mensile molto simile alla pensione, per cui la soglia massima riconosciuta non supera i 1.500 euro al mese (lordi). Non viene applicata alcuna rivalutazione sulla rata mensile. 

Per il rilascio del beneficio economico è necessario cessare l’attività lavorativa prodotta da lavoro autonomo, dipendente o parasubordinato esercitata sia su territorio nazionale che estero. 

La misura Ape sociale risulta essere non associabile ad altra forma d’indennità di disoccupazione. Nello stesso tempo, il Reddito di cittadinanza risulta compatibile con la percezione dell’indennità mensile. 

Ammesso lo svolgimento di un lavoro (dipendente o parasubordinato) solo in funzione del reddito annuo entro il limite di 8.000 euro, se l’attività esercitata contiene una finalità autonoma il limite reddituale annuo scende sul valore di 4.800 euro. 

I lavoratori in pensione con l’Ape sociale, ma solo con questi requisiti  

Il prepensionamento può essere richiesto dai lavoratori che rientrano nelle categorie di tutela indicati nella Legge di Bilancio 2022 a partire dai 63 anni di età. 

Possono richiedere la partecipazione alla prestazione economica i disoccupati, gli addetti alle mansioni gravose e usuranti, come ad esempio i camionisti (leggi qui), gli invalidi con una percentuale al 74% (leggi qui) e, ancora, i caregiver con specifiche condizioni (leggi qui). 

Nella Legge di Bilancio 2022 per ampliare la platea degli aventi diritto, sono state falciate diverse condizioni oltre a rafforzare le categorie di tutela con l’ingresso di altre mansioni. 

È stata falciato il periodo trimestrale legato alla disoccupazione, condizione che potrebbe essere reintrodotta nel 2023. In verità, il nuovo Esecutivo potrebbe prorogare la misura o renderla definitivamente strutturale. 

La contribuzione necessaria per rilascio del diritto all’anticipo pensionistico Ape sociale risulta variabile in funzione della categoria di lavoro di appartenenza. Per cui, si comprende la differenza riferita al requisito contributivo che parte 30, 32 e 36 anni contributivi.

Cosa c’è e cosa manca nell’Ape sociale

Non tutti comprendono esattamente le potenzialità di questo grande strumento previdenziale. D’altra parte, non sfugge che si tratta dell’unica formala di pensionamento anticipato senza penalizzazioni. Infatti, non si prevedono grandi forme di penalizzazioni legate anticipo pensione di circa quattro anni, rispetto ai 67 anni previsti per l’età pensionabile. 

Tuttavia, la pecca di questa misura è strettamente il carattere assistenziale o la propensione a essere considerata tale visto il riconoscimento dell’indennità mensile senza tredicesima, rivalutazione, ne reversibilità. 

Non si può parlare neanche di una misura esclusivamente flessibile, anzi appare per molti versi rigidissima. Specie, perché, non solo non assicura al beneficiario la corresponsione della tredicesima mensilità, ma anche delle altre prestazioni spesso legate a diversi trattamenti economici previdenziali. 

La rigidità della misura è contenuta tutta nei 12 mesi di erogazione del trattamento. Il nodo legato all’importo è il valore della rata mensile che non superare 1.500 euro mensili, né tantomeno essere erogato oltre i 67 anni di età. 

Concludendo, il vero problema di questa misura è la natura non reversibile, in presenza del decesso prematuro dell’avente diritto gli eredi superstiti non ricevono alcuna somma di denaro come prestazione economica reversibile. 

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