Pensione di vecchiaia a 51 anni di età: quando e a chi spetta

Chi può andare in pensione di vecchiaia a 51 anni di età? Quanti anni di lavoro per andare in pensione a 51 anni? Come si fa ad andare in pensione prima?

Bastano 51 anni per ottenere la pensione? Esiste una modalità o domanda che permette di ritirarsi dal lavoro a 51 anni? Chi realmente può ottenere un trattamento economico previdenziale prima dei 60 anni di età? Non si tratta di un incredibile regalo diretto a tutti. Ma, l’applicazioni della normativa vigente su casi particolari, con decorrenza per il biennio 2021/2022. Poche persone sono a conoscenza di questa particolare opportunità di pensionamento, riservata per una ristretta platea di aventi diritto. 

Un’alternativa previdenziale che si sgancia dalla regola ordinaria dei 67 anni di età, senza considerare neanche l’uscita a 64 anni prevista con la misura Quota 102. Alla fine lo scalone lasciato vacante da Quota 100 non è stato né arginato, né strattonato forse solo tamponato con una misura insufficiente e improduttiva.

Si comprende benissimo, perché chi può, scegliere di restare altri tre anni sul posto di lavoro, per poter sfruttare la pensione di vecchiaia ordinaria, senza dover perdere tempo neanche per la liquidazione della prima rendita.

Proprio in questi giorni, molti lettori si sono chiesti come e quando anticipare il percorso della pensione di vecchiaia. Non a tutti aggrada l’idea di dover andare in pensione a 67 anni di età, in tanti (forse) troppi cercano delle soluzioni alternative per anticipare il più possibile l’uscita dal monto del lavoro.

Una breve guida alla pensione a 51 anni di età. Ti spiegheremo, come funziona la pensione di vecchiaia anticipata, ma soprattutto, quando si ottiene il diritto alle condizioni agevolate.

Pensione di vecchiaia: 51 anni e 10 anni di contributi solo per queste categorie di lavoro

L’INPS sostiene i lavoratori appartenenti alle categorie protette applicando delle agevolazioni nel pensionamento, per le persone affette da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali a cui è stata riconosciuta una invalidità al 45%. E, ancora, a coloro che possiedono inabilità lavorativa nella percentuale più alta del 33%.

La possibilità di accedere a condizioni previdenziali migliori viene riservata anche per i cittadini non vedenti o sordomuti, invalidi di guerra o di servizio. E, infine, l’elenco delle categorie protette si chiude con le vittime del terrorismo o superstiti di coloro che perdono la vita sul posto di lavoro.

Per le categorie protette vengono attivate delle particolari misure di sostegno al reddito, oltre a un collocamento mirato per favorire un rapido inserimento nel mondo del lavoro.

L’INPS, ricorda che le aziende sono vincolate nell’assunzione di un numero bene definito di persone appartenenti alle categorie protette.

Pensione di vecchiaia: 51 anni di età, ecco come si ottiene

I lavoratori non vedenti con una patologia scatenata prima del primo accredito contributivo, possono ottenere delle condizioni privilegiate per l’accesso alla pensione di vecchiaia. 

Si tratta delle disposizioni normative previste per le patologie legate alla cecità assoluta e con un campo visivo residuo almeno 1/10. In questo caso, se la condizione invalidante viene rilevata poco dopo o nel periodo successivo al primo versamento contributivi, è possibile richiedere tutte le agevolazioni legate alla pensione di vecchiaia rilasciata con requisiti anagrafici e contributivi estremamente leggeri.

Lo stesso non si può dire per la finestra mobile di almeno 12 mesi. Il trattamento economico previdenziale a 51 anni viene riconosciuto ad ambo i sessi.

Per i lavoratori autonomi cambiano le condizioni per l’acceso al trattamento economico, gli uomini possono richiedere l’accesso alla pensione a 61 anni, mentre le donne a 56 anni e viene attivata una finestra mobile di 18 mesi. L’anzianità contributiva resta invariata ad almeno 10 anni di versamenti.

Per tutti color che non rientrano nelle condizioni sopra elencate e possiedono un montante contributivo inferiore a 10 anni di versamenti al manifestarsi dello stato di cecità, vengono applicate le disposizioni contenute nelle deroghe Amato. 

Un’alternativa che permette in ogni caso un pensionamento anticipato a 56 anni per le donne lavoratrici, mentre per gli uomini non prima dei 61 anni di età. In questo caso, viene richiesta un’anzianità contributiva minima di 15 anni, a cui si applica una finestra mobile di 12 mesi. 

Applicando le medesime regole per i lavoratori autonomi viene evidenziato uno slittamento del requisito anagrafico che passa a 66 anni per gli uomini e 61 anni per le donne, anche la finestra mobile subisce una variazione portandosi a 18 mesi. Resta invariata l’anzianità di contribuzione stabile a 15 anni di versamenti.

Pensione di vecchiaia: i vantaggi riservati ai non vedenti

I cittadini non vedenti con un campo visivo minimo 1/10, possono richiedere diversi vantaggi, tra cui anche un pensionamento ordinario con regole molto flessibili, perfettamente amalgamate alla tutela dei coloro che possiedono una patologia invalidante.

L’attuale normativa tutela i cittadini non vedenti o con una cecità assoluta, rimodulando i requisiti di accesso al trattamento economico ordinario per il biennio 2021/2022.

Se, la Commissione medica ASL – INPS riconosce al lavoratore un’invalidità nella percentuale dall’80%, successivamente al primo giorno lavorativo, scattano nell’immediato le agevolazioni per il pensionamento agevolato.

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