La Fornero detta le regole, come andremo in pensione adesso!

La riforma delle pensioni cambierà drasticamente il volto ed il futuro lavorativo degli Italiani. Chiude Quota 100 e la Fornero detta le regole. Quanti hanno intenzione di andare in pensione nel corso del nuovo anno lo dovranno fare rispettando i requisiti della legge varata nel 2011, quella, per intenderci, firmata dall'allora ministro del lavoro, fatta di lacrime e sangue.

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La riforma delle pensioni cambierà drasticamente il volto ed il futuro lavorativo degli Italiani. Chiude Quota 100 e la Fornero detta le regole. Quanti hanno intenzione di andare in pensione nel corso del nuovo anno lo dovranno fare rispettando i requisiti della legge varata nel 2011, quella, per intenderci, firmata dall'allora ministro del lavoro, fatta di lacrime e sangue.

All'orizzonte ci sono ulteriori cambiamenti, che arriveranno ad impattare le aspettative e le speranze della maggior parte dei lavoratori italiani. La Legge Fornero ha introddo una regola precisa e che deve essere seguita nel corso del tempo, poco importa se sono passati dieci anni dalla sua introduzione. Ogni 24 mesi i requisiti per andare in pensione devono essere adeguati alle aspettative di vita. Cosa significa questo? Molto semplicemente, questo comporterà la necessità di avere più contributi per andare in pensione.

Pensioni, la Fornero detta le regole!

Inutile negarlo, inutile nascondersi dietro ad un dito. La Fornero detterà le regole: quanti hanno intenzione di andare in pensione dovranno necessariamente tenere nella dovuta considerazione che, dal prossimo anno, saranno richiesti più contributi rispetto a quelli necessari oggi. In molti sapranno che la Legge Fornero ha modificato le regole per accedere alla pensione: norme introdotte dieci or sono, ma che in parte sono state messe in pausa proprio da Quota 100. Il sistema che è in vigore ad oggi è il risultato delle varie regole che sono state introdotte tra il 1996 ed il 2011, quando si dovette affrontare il nodo delle pensioni e cercare di rendere il sistema previdenziale più sostenibile.

Tra i requisi per poter accedere all'assegno previdenziale è quello che lega il momento in cui è possibile uscire dal mondo del lavoro alle aspettative di vita dopo i 65 anni. Questo adeguamento avviene ogni due anni. Più le aspettative di vita aumentano, più sarà necessario rimanere al lavoro. Nella maggior parte dei casi, questi adeguamenti riguardano l'età anagrafica. In alcuni casi, però, potrebbero essere richiesti anche più contributi rispetto ad oggi per accedere alla pensione.

Pensioni, quando tutto rimane quasi uguale!

Ci sono casi in cui i lavoratori troveranno pochi cambiamenti. Stiamo parlando della possibilità di andare in pensione con 20 anni di contributi: allo stato attuale esistono due misure differenti che permettono ai contribuenti di usufruire di questa possibiltà: la pensione di vecchiaia a 67 anni e quella anticipata riservata ai contributivi puri. In quest'ultimo caso si raggiunge il diritto a 64 anni, nel momento in cui si matura il diritto ad un assegno pari o superiore a 2,8 volte quello sociale.

Anche queste due misure sono soggette agli adeguamenti periodici, che avvengono ogni due anni, con le speranze di vita. In questo caso, però, ad essere aggiornata sarà unicamente la componente anagrafica. Dal prossimo anno non sarà necessario aver compiuto o 67 o 64 anni per riuscire ad andare in pensione: l'età anagrafica sarà incrementata, adeguandosi alle aspettative di vita dopo i 65 anni. Sul lato dei contributi richiesti, invece, non cambiarà nulla. Continuerà ad essere necessario aver maturato un'anzianità lavorativa di 20 anni.

Stesso tipo di ragionamento varrà anche per la pensione di vecchiaia contributiva: in questo caso sono necessari solo e soltanto cinque anni di contributi per poter andare in pensione. E' necessario, però, attendere di aver compiuto almeno 71 anni. In questo caso non sono attese particolari modifiche, dato che potrebbe essere modificato unicamente il requisito contributivo.

Quote che cambiano, desideri che svaniscono!

Purtroppo gli adeguamenti alle aspettative di vita andranno ad impattare su varie opzioni che i lavoratori hanno per andare in pensione. Ad essere modificate sono soprattutto quelle opportunità che non guardano all'età anagrafica, ma che prevedono unicamente il requisito contributivo per uscire dal lavoro.

Allo stato attuale, per poter ottenere la pensione anticipata, è necessario soddisfare alcuni requisiti, che sono i seguenti:

  • uomini: 42 anni e 10 mesi di contributi;
  • donne: 41 anni e 10 mesi di contributi.

In questo caso, dato che tra i requisiti per andare in pensione non c'è l'età anagrafica, l'adeguamento alle speranze di vita andrà a toccare i contributi. Quindi più aumentano le aspettative di vita, più contributi saranno necessari per andare in pensione. Stesso discorso vale anche per la cosiddetta Quota 41, per la quale si guardano unicamente i contributi e non l'età anagrafica (ricordiamo che in questo caso è necessario aver maturano 41 anni di contributi previdenziali). Anche in questo caso potrebbe esserci un adeguamente che porterà a richiedere di stare di più al lavoro prima di andare in pensione.

Dobbiamo, comunque, necessariamente sottolineare che per quanto riguarda Quota 41, non sono previsti degli adeguamenti prima del 1° gennaio 2027. Quindi tutto rimarrà bloccato ancora per un po' di tempo. Sarà poi necessario verificare quale impatto il Covid avrà avuto sulle aspettative di vita: questo è un evento straordinario, che comunque ha rallentato il processo che porterà a modificare i requisiti per andare in pensione nel futuro.