Svolta Inps! Pensione anticipata di 5 anni. Ecco come

Il 27 luglio è il giorno in cui il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e i sindacati si incontreranno per iniziare a discutere di riforma delle pensioni. Tre le opzioni in campo: Quota 41, Nuova Quota 100, sistema misto a 62 anni. Ma nel frattempo, a costo zero per le casse dello Stato, si fa avanti al proposta di poter anticipare la pensione nel 2022 di 5 anni con una nuova pace contributiva. Come funziona?

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Il 27 luglio è il giorno in cui il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e i sindacati si incontreranno per iniziare a discutere di riforma delle pensioni. Il XX Rapporto dell'Inps ha mostrato che c'è necessità di un dopo Quota 100, ma con costi contenuti, perchè le risorse sono scarse. Sul tavolo del confronto le diverse proposte avanzate, di cui almeno una prevedrebbe un'uscita anticipata a 63 anni ma con assegno ridotto, il cui costo complessivo sarebbe gradito sia al Governo che alla Corte dei Conti. Ma nel frattempo, a costo zero per le casse dello Stato, si fa avanti al proposta di poter anticipare la pensione nel 2022 di 5 anni con una nuova pace contributiva. Come funziona?

Pensioni: la riforma scalda i motori

Salvo soprese dell'ultimo minuto, martedì 27 luglio ci sarà il primo incontro tra il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e i sindacati per discutere del dopo Quota 100. In altre parole il tema che sarà trattato è la riforma delle pensioni. Una trattativa che non si preannuncia semplice ma che ha già messo alcuni paletti condivisi, e che potrebbe portare ad una soluzione entro l'autunno.

Le proposte avanzate negli ultimi mesi sono state diverse, ma ci ha pensato il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, a condensarle nel XX Rapporto annuale sullo stato della previdenza italiana. Nel rapporto non solo di delineano le varie misure tra di loro alternative, ma anche i costi che si dovrebbe sostenere e quali implicazioni. 

Quota 100 è stata un fallimento, sia per i numeri di chi ha deciso di usarla (le aspettative erano di almeno un milioni di pensionati, ed invece si è raggiunto un numero inferiore ai 300,000), che per i costi sostenuti. Prima la Corte dei Conti e poi l'Inps hanno tracciato una riga molto pesante sui conti di Quota 100, con circa 3,5 miliardi di euro spesi solo nel 2019 dei circa 10 miliardi complessivi spesi fino ad oggi, su un totale di 19 miliardi stanziati dal primo governo Conte. Ma i numeri sono un macigno tanto da far scaldare all'improvviso i motori della riforma delle pensioni.

Pensione anticipata: cosa prevede Quota 100

Fino al 31 dicembre 2021 si può ancora sfruttare Quota 100. In realtà anche nel 2022, a patto che le condizioni richieste siano soddisfatte al 31 dicembre del 2021. I requisiti sono sostanzialmente due: età anagrafica di 62 anni e contributi versati pari a 38 anni. Quota 100 può essere richiesta sia dai dipendenti della pubblica amministrazione che da quelli del settore privato. Sempre nel XX Rapporto Inps, sono stati proprio i dipendenti della PA a usufruirne maggiormente. 

Riguardo ai contributi, questi devono essere effettivamente versati, anche perchè Quota 100 fa si che la pensione sia pagata solo ed esclusivamente sui contributi versati. Non ci sono penalizzazioni sulla pensione spettante, rispetto ad andare in pensione con altre formule. Tuttavia bisogna tener presente che il coefficiente di trasformazione è meno vantaggioso perchè si va in pensione a 62 anni rispetto ai 67 anni. Cosa sono i coefficienti di trasformazione? In pratica i contributi versati generano un montante che sarà poi utilizzato per erogare mensilmente la pensione. In genere i coefficienti di trasformazione del montante contributivo in pensioni si aggiornano ogni tre anni. Per il 2021 i coefficienti di trasformazione sono:

  • 61 anni  coefficiente 4,657%;
  • 62 anni coefficiente 4,79%;
  • 63 anni di età coefficiente 4,932%;
  • 64 anni coefficiente 5,083%;
  • 65 anni coefficiente 5,245%;
  • 66 anni coefficiente 5,419%;
  • 67 anni coefficiente 5,604%.

Per Quota 100, il lavoratore che avrebbe i requisiti per farne richiesta, ed ha solo contribuzione, dovrà moltiplicare il montante dei contributi per 4,79% per ottenere l'importo annuo lordo della pensione.

Pensione Inps con 5 anni di anticipo nel 2022

Scade a dicembre 2021 la pace contributiva, prevista dal decreto 4/2019. Questa misura consente, a chi è interessato, di coprire i buchi cumulati durante la carriera, ossia quei periodi che per una serie di motivi (perlopiù nel caso in cui non si era occupati) non sono coperti da contribuzione, con una contribuzione volontaria. In pratica l'onere dei contributi ricade sul lavoratore solo per gli anni in cui non ci sono contributi versati. 

Grazie alla pace contributiva, quindi, si potrebbe pagare di tasca propria (l’onere per il versamento dei contributi per i periodi scoperti spetta infatti al titolare) per anticipare l’accesso alla pensione fino a un massimo di cinque anni.

Prendiamo il caso di un lavoratore che vorrebbe sfruttare Quota 100, ma a fine dicembre 2021 non matura i requisiti contributivi. Potrebbe aumentare la propria posizione contributiva versando di tasca propria gli anni non coperti da contributi per andare in pensione. Se lo stesso soggetto, ad esempio, dovesse raggiungere i 38 anni di contributi a marzo 2022, potrebbe versare volontariamente contributi per quei periodi in cui ne è scoperto: in questo modo, potrebbe ad esempio versare i 4 anni e 10 mesi di contributi che gli mancano per accedere alla pensione anticipata (42 anni 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne). 

La nuova pace contributiva è una proposta sul tavolo che potrebbe piacere all'Inps che più volte a fatto capire che l'unica strada percorribile è una penalizzazione in uscita.

Pensione con cinque anni prima: quanto costa la pace contributiva

Con l’addio di Quota 100, chi per qualche mese non è riuscito a raggiungere i requisiti necessari entro la data del 31 dicembre 2021 rischia di dover attendere cinque anni ancora per andare in pensione.

Infatti, in assenza di una riforma delle pensioni, dal 1 gennaio 2022 l'età per la pensione di vecchiaia passa a 67 anni, mentre la pensione di anzianità o anticipata rimane con 42 anni e 10 mesi per gli uomini, ed un anno in meno per le donne. 

Come evitare questo scalone di cinque anni? Tra le misure discusse in questi giorni c’è anche quella di una nuova pace contributiva. Ma quanto costa?

Per pagare di tasca propria gli anni di contribuzione non versata per qualsiasi motivo (disoccupazione, inoccupazione, ecc), l'Inps richiede di applicare sulle ultime retribuzioni percepite l'aliquota che è applicata ai lavoratori dipendenti, ossia il 33%. Mentre per il lavoratore, ricordiamo che l'onere è solo del 9% in quanto il restante 24% è a carico del datore di lavoro, per il lavoratore che vuole aumentare la contribuzione in modo volontario, deve pagare tutto il 33%. Quindi su una retribuzione media di 50.000 euro, il costo è di 16.500 euro, all'anno. Ma attenzione! L'Inps potrebbe riconoscere uno sconto, così da incentivare al versamento volontario dei contributi per andare prima in pensione.

Pensione anticipata: possibile rinnovo per APE sociale

L'APE Sociale o anticipo pensionistico termina con Quota 100. Il 31 dicembre 2021 questa possibilità non ci sarà più. Ma le possibilità che venga rinnovata sono alte, anche perchè è una delle opzioni che consente di contemperare due esigenze: dare una certa flessibilità di uscita dal mondo del lavoro, e tenere bassa la spesa pensionistica. Sul primo aspetto l'APE sociale richiede un'età anagrafica di 63 anni. Mentre sul fronte della contribuzione gli anni richiesti sono 30 per tutte le categorie ammesse a questa pensione. 

Perchè il costo per l'Inps è ridotto? Perchè fino al compimento del 67mo anno di età, quando poi scatterà la pensione di vecchiaia, l'importo dell'assegno dell'APE sociale è di 1.500 euro se la rata della pensione che sarà percepita al compimento dei 67 anni è più alta di quella soglia, mentre sarà pari alla rata della pensione calcolata al momento dell'accesso alla prestazione se inferiore a 1.500 euro. L'ultima finestra per poter fare domanda per il 2021, è il 30 novembre.

APE Sociale: chi può fare domanda

La prestazione anticipata della pensione non può essere richiesta da tutti ma solo dalle seguenti categorie di soggetti:

lavoratori in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale che sono in possesso di un'anzianità contributiva di almeno 30 anni;

lavoratori che assistono un famigliare cui sia stato riconosciuto il livello di disabilità più grave, come previsto dall’articolo 3, III comma, della legge 104/1990, purchè in possesso di almeno 30 anni di contribuzione e, al momento della richiesta, assistere da almeno sei mesi, il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità.

gli invalidi che siano in possesso di almeno 30 anni di contribuzione ed essere stati riconosciuti invalidi civili di grado almeno pari al 74 per cento.

Riforma Pensioni: tre opzioni sul tavolo

Il 27 luglio con molta probabilità, saranno oggetto di confronto tra il Ministro del Lavoro ed i sindacati, le tre opzioni di riforma delle pensioni presentate nel XX rapporto annuale Inps sulla spesa previdenziale. Fermo restano che, l'obiettivo è trovare una soluzione al dopo Quota 100 con un costo inferiore, ma che sia anche accettato dai lavoratori e dai sindacati, le opzioni illustrate sono tre.

Quota 41 estesa a tutti. Una soluzione basata solo sugli anni di contribuzione. Ma questa ipotesi sarebbe più gravosa di Quota 100. Quindi poco percorribile.

Una nuova Quota 100 con 64 anni di età e 36 di contribuzione. Una soluzione percorribile ma che non accontenta i sindacati che chiedono maggior flessibilità in uscita anche per consentire un ricambio generazionale nel mondo del lavoro.

Infine la proposta dell'Inps con un sistema misto. Un'uscita a 62 o 63 anni ed una pensione pagata solo sulla parte di contributi versati. L'assegno però poi aumenterebbe della componente retributiva al compimento dei 67 anni. Questa ipotesi soddisfa il requisito economico, ma non andrebbe bene per esempio ai lavoratori che riceveranno la pensione solo sul montante contributivo.