Pensione minima: 500 euro a tutti garantiti! Ecco come

La pensione minima è un argomento poco conosciuto, eppure si tratta di una forma di erogazione mensile per chi ha diritto alla pensione, che viene garantita a chi riceve un importo mensile basso. Si tratta di una soglia minima che si aggira intorno ai 500 euro, che si può ricevere in determinate circostanze. Vediamo nell'articolo come chiedere la pensione minima e come funziona.

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In questi mesi si discute sul futuro delle pensioni in Italia, in particolar modo si prospettano diversi cambiamenti che riguardano sia alcuni sistemi di prepensionamento (come Quota 100) sia alcune forme pensionistiche al momento presenti, come Opzione Donna, o la pensione di reversibilità.

In alcuni casi si ipotizzano tagli sulle pensioni, anche se al momento ancora nulla è certo, ad esclusione dell'eliminazione del sistema di prepensionamento Quota 100, che terminerà l'applicazione già a fine anno. Tuttavia non tutti conoscono una possibilità, che è quella rappresentata dalla pensione minima, che permette di ricevere un'erogazione mensile almeno di 500 euro, in diversi casi. Come spiega Orizzontescuola.it, la pensione minima è un'integrazione alla pensione:

"La pensione minima è l’integrazione al trattamento minimo che viene riconosciuta dallo Stato a tutti coloro che hanno una pensione di importo basso che viene elevato, quindi, a 515 euro mensili e per averla, quindi, si deve prima accedere alla pensione di vecchiaia."

La pensione minima quindi è di fatto un trattamento che va ad integrare la mensilità erogata ogni mese per la pensione, ma per averla è necessario comunque essere in linea con i requisiti per l'accesso alla pensione di vecchiaia. Vediamo in questo articolo quali sono i requisiti, e a chi può spettare una pensione minima, in base al trattamento pensionistico in corso.

Pensione minima: cos'è e come funziona

La pensione minima in un certo senso garantisce un'erogazione minima per chi si trova in pensione, ma non si tratta di un trattamento pensionistico a sé. La pensione minima comporta che chi ha diritto di accesso alla pensione di vecchiaia, ma con una somma molto bassa, possa ricevere almeno 500 euro come mensilità.

Il panorama pensionistico italiano risulta essere molto frastagliato, e in questo periodo è in corso una trasformazione delle pensioni italiane, come spiega un video recente del canale Youtube Speedy News Italia, che tratta tematiche relative al lavoro e agli incentivi per le famiglie e per le imprese:

Questo periodo per le pensioni è critico, e c'è chi propone pensioni più alte a partire dai prossimi anni, in particolare per le pensioni di invalidità. L'aumento delle pensioni è di sicuro interesse per tutti i pensionati italiani, in concomitanza con diverse conseguenze anche sulle pensioni portate dalla crisi economica e l'arrivo della pandemia.

Il sistema pensionistico italiano secondo molti va rivisto, e si prospettano modifiche importanti su diverse tipologie di erogazioni, anche perché nel 2023 sarà applicato un adeguamento delle pensioni, con diversi aumenti. Tuttavia, anche se per questi aumenti bisognerà attendere ancora il 2023, nel frattempo va tenuto presente che una pensione minima esiste, anche se non tutti la conoscono, che garantisce che i cittadini in pensione possano ricevere un'erogazione superiore a quella prevista inizialmente.

La pensione minima nel dettaglio è di 515 euro, per quest'anno, ma non è accessibile da chi non ha i requisiti anagrafici e di versamento di contributi per accedere alla pensione di vecchiaia. Requisiti che vanno rispettati per poter terminare il lavoro e accedere al periodo di pensione.

Pensione minima e di vecchiaia: come funziona

La pensione minima si può ricevere nel momento in cui vengono rispettati i requisiti per poter accedere alla pensione di vecchiaia. Come spiega la comunicazione ufficiale INPS, tali requisiti prevedono:

"Il requisito anagrafico richiesto per l’accesso alla pensione di vecchiaia, per gli iscritti alle forme esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria, che maturano a decorrere dal 1° gennaio 2012 il diritto a pensione, è determinato in 66 anni con un'anzianità contributiva minima pari a 20 anni."

Tuttavia ci sono diversi trattamenti pensionistici che permettono di accedere al periodo di pensione in anticipo rispetto ai requisiti per la pensione di vecchiaia. Una di queste era Quota 100, che prevedeva una somma 100 tra l'età anagrafica e gli anni contributivi effettivamente versati.

Quota 100 tuttavia presto verrà dismessa, e le ipotesi di proroga o ripetizione della misura al momento risultano scartate. La pensione minima tuttavia non influisce sui criteri per l'accesso al periodo di pensione, ma sull'importo erogato. La pensione minima infatti viene applicata quando la cifra erogata mensilmente risulta particolarmente bassa, almeno al di sotto di 500 euro.

Con la pensione minima per l'anno in corso vengono erogate mensilità corrispondenti ad almeno 515 euro, purché siano rispettate le condizioni per ricevere la pensione di vecchiaia. Non tutti conoscono questa possibilità, eppure è utile sapere che sotto una certa soglia non si può andare.

La cifra mensile prevista dalla pensione minima cambia di anno in anno, perché varia al variare dei dati forniti dall'ISTAT che tengono in considerazione diversi parametri, tra cui la speranza media di vita. Speranza che per l'anno in corso si è abbassata di un anno, in concomitanza con l'arrivo dell'emergenza sanitaria.

Pensione minima aumentata: previsioni

Secondo le previsioni, la cifra della pensione minima potrà già aumentare nei prossimi anni, proprio a causa delle modifiche che verranno apportate in base ai più recenti dati ISTAT. La demografia italiana vede sostanzialmente un brusco calo di nascite per il periodo 2020-2021, e un abbassamento della speranza di vita di almeno un anno. Per questo motivo le pensioni vanno riviste, alla luce dei cambiamenti recenti.

Si parla quindi di una rivalutazione delle pensioni, oltre alle modifiche che molti trattamenti pensionistici subiranno in concomitanza con la riforma delle pensioni. La pensione minima, va ricordato, viene assegnata solamente quando si tratta di una integrazione necessaria, per alcuni tipi di reddito.

Quando queste soglie di reddito vengono superate, cade la necessità di integrazione. Tuttavia le cifre presto potrebbero variare nuovamente, e bisognerà attendere la riforma per conoscere gli importi esatti. Oltre alla pensione minima, verranno apportate alcune modifiche anche alle pensioni al momento presenti che sostengono le fasce di popolazione più svantaggiate: dalle donne a chi svolge lavori particolarmente gravosi.

Con l'anno nuovo quindi si assisterà ad un cambiamento radicale di alcuni trattamenti pensionistici, ma la pensione minima rimarrà applicata dove è necessario. Va ricordato infine che il sistema pensionistico italiano, a differenza di quelli presenti in altri paesi europei e del mondo, non risulta essere sostenibile nel lungo periodo, e la riforma dovrà tenere conto anche di questo.

Pensione in anticipo per chi svolge lavori gravosi 

Un particolare tipo di pensione è stato allargato a diversi cittadini italiani. Si tratta di tutti quei cittadini che svolgono lavori di tipo gravoso, che possono accedere alla pensione all'età di 63 anni. Recentemente è stato disposto un allargamento dei beneficiari di questa particolare pensione, estesa a diverse mansioni lavorative.

Sotto il cappello di lavori gravosi infatti rientrano, con l'applicazione dell'Ape Sociale, nuove professioni: dai lavoratori presso le scuole di infanzia ai benzinai, dai panettieri ai macellai, vengono inclusi anche i commessi e le cassiere, i magazzinieri e i lavoratori forestali, oltre a diversi operai industriali.

Per chi svolge uno di questi lavori sarà infatti possibile accedere alla pensione in anticipo, rispetto alla normale pensione di vecchiaia, in base alle modifiche in corso. Come spiega un articolo di Tg24.sky.it, sono state individuate in una lista le nuove categorie di lavoratori ammesse al trattamento pensionistico in base ai dati effettivi sui diversi mestieri:

"Per stilarla sono state incrociate diverse elaborazioni tra cui dati di Inail, Istat e Inps. Per la prima volta si ha una lista che si basa su dati scientifici che individuano le categorie più esposte di altre a oneri fisici e stress lavorativi."

Si passa da 65 a 203 mansioni incluse nella pensione che tutela i lavoratori più svantaggiati, e la proposta è andata in qualche modo a bilanciare l'eliminazione del sistema sperimentale di prepensionamento Quota 100.

Nuovi tagli alle pensioni: quali ne sono coinvolte

Se da un lato vengono proposti aumenti per la pensione minima, e allargamenti a chi può accedere alla pensione in anticipo per lavori gravosi, dall'altro lato sono sempre in agguato nuovi tagli. Si tratta di alcune misure definitivamente eliminate, e altre per cui al momento ci sono soltanto ipotesi.

Tra le misure che termineranno alla fine dell'anno, la prima è Quota 100. Si tratta di un sistema di pensionamento che è stato introdotto in via sperimentale, per essere applicato con diversi obiettivi. Uno di questi fin dall'inizio è stato il ricambio generazionale nelle aziende: alcuni escono prima dal lavoro per dare posto alle giovani generazioni.

Tuttavia questa misura è stata richiesta da un numero ristretto di cittadini, e di fatto non ha garantito il ricambio generazionale sperato, complice anche la difficoltà dell'attuale mercato del lavoro. L'abolizione di Quota 100 risulta quindi inevitabile, alla fine del 2021. In ogni caso non è l'unica misura che presto potrà scomparire, perché i nuovi tagli ipotizzati vanno a colpire soprattutto le pensioni di reversibilità e Opzione Donna.

Si tratta di due misure di pensionamento che vanno a sostenere alcune fasce specifiche di popolazione: la prima pensione viene erogata ai superstiti, successivamente al decesso di un famigliare stretto. La seconda erogazione viene destinata alle lavoratrici donne dipendenti o autonome. Secondo le proposte avanzate dall'OCSE, queste due pensioni dovrebbero essere eliminate o ridotte, perché di fatto comportano una spesa per lo stato molto elevata.

Per Opzione Donna, va ricordato che si tratta di una misura non molto apprezzata dalle lavoratrici, per gli importi bassi di erogazione. Per le pensioni di reversibilità invece, l'OCSE prende di mira le pensioni erogate ai superstiti che ricevono altri tipi di reddito. Per avere conferme su questi cambiamenti ipotizzati tuttavia bisognerà attendere, almeno il prossimo anno.