Pensione minima a 70 anni, cosa cambia e quanto aumenta dal 1°gennaio

L'aumento delle pensioni minime ci sarà nel 2023, ma ci sono diversi fattori da valutare, tra cui 6 scaglioni reddituali di cui tener conto.

Cosa cambia dal 1° gennaio 2023, per chi ha compiuto 70 anni di età? Nel merito della questione molti sono i dubbi dei lettori, tanto che interessa sapere se raggiungendo 70 anni di età si ottiene subito l’aumento a 600 euro. E, ancora, quando scatterà l’aumento pieno per l’effetto della rivalutazione dei prezzi al consumo dettata dall’indice ISTAT.

Purtroppo il cavallo di battaglia di Forza Italia non sembra andato a buon fine, così l’aumento delle pensioni minime per tutti è (quasi) sfumato.

In molti dovranno rinunciare al pensiero di un trattamento che passi da 572 euro direttamente a 1.000 euro. Intanto, secondo le prime indiscrezioni l’aumento sulle pensioni doveva avvenire in modo progressivo, partendo dal 1° gennaio 2023 con una base iniziale di 100 euro in più al mese.

I pensionati 70enni avrebbero ricevuto subito un aumento netto di 600 euro mensili. Questa variazione non è presente in uno dei tanti emendamenti collegati alla legge di Bilancio 2023.

Al momento, problemi di cassa spingono questa misura al 2024, non si escludono ulteriori novità, come appunto un aumento del trattamento proporzionato al reddito.

In ogni caso, si tratta d’interventi che dovrebbero essere introdotti con la Riforma pensioni.

L’aumento pensioni ci sarà nel 2023? Si, assolutamente, ma legato alla presenza della perequazione. Dal 2023 scatterà un aumento dei trattamenti, per cui la minima dovrebbe arrivare a sfiorare il tetto di 600 euro mensili.

E, comunque, la misura agganciata al requisito reddituale del valore presumibile di 9.600 euro (soglia reddito di cittadinanza) resta ancora al vaglio dei Relatori.

Per consentire l’applicazione dell’aumento pensionistico il governo italiano ha disposto una dote finanziaria pari a circa 400 milioni di euro, a copertura delle modifiche previdenziale contenute nella legge di Bilancio 2023.

Aumento pensioni minime 2023

Il capitolo delle pensioni minime non è stato chiuso, ma è stato oggetto di altri correttivi. Ci sarà un adattamento pensionistico legato a 6 scaglioni reddituali fino a 4 volte il minimo vitale.

L’Istituto nazionale della previdenza sociale procede – come per ogni anno – ad attaccare sui tutti i trattamenti la perequazione. In sostanza, a incidere fortemente sarà il tasso record d’inflazione registrato nell’ultimo anno, che farà lievitare le pensioni minime.

Secondo numerosi esperti, il governo Meloni ha delimitato la perequazione rapportata a reddito dei pensionati, più precisamente su fasce reddituali.

In sostanza, il meccanismo applicato segue un ordine scaglionato, per cui anche i pensionati più ricchi hanno la possibilità di ricevere qualche spicciolo di aumento.

Infatti, nel 2023 tali trattamenti dovrebbero passare a circa 600 euro mensili. Si tratta di una possibilità riservata agli over 70, più precisamente al raggiungimento almeno di 75 anni di età.

Leggi anche: Pensione di reversibilità 2023, di quanto aumenta dal 1° gennaio

Tabella pensioni minime e novità della Manovra 2023

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha programmato nella Manovra 2023, l’utilizzo di un bonus aggiuntivo al trattamento minimi, per cui alla misura del 7,3% della perequazione viene aggiunto un altro piccolo tassello.

Per questo motivo, l’aumento massimo ottenibile sulle pensioni minime dovrebbe attestarsi intorno a +8,7%.

In altre parole, solo per le minime è stato previsto un aumento del +1,5%, rispetto agli altri trattamenti previdenziali.

Per il 2024 tale percentuale toccherà la soglia del +2,7%. Per questo motivo, i trattamenti minimi sotto 4 volte il minimo vitale avranno diritto a una perequazione piena nella misura del 7,3%.

In sostanza, coloro che percepiscono un trattamento economico previdenziale del valore di 1.000 euro ricevono 1.073 euro mensili.

Sugli altri trattamenti economici sarà applicata una perequazione fino a 4 volte il minimo vitale. Per l’eccedenza sarà spalmata una percentuale inferiore prodotta dallo scaglione reddituale.

Leggi anche: “Pensioni 2023, cambia di nuovo la rivalutazione degli assegni: ecco nuovi importi e fasce”

Le percentuali di aumento sulle pensioni minime

I pensionati ricevono un aumento in proporzione a una specifica percentuale. Sui trattamenti minimi cade il 120%, mentre per le pensioni fino a 2.100 euro scende al 100%, per poi collocarsi al 35% per i trattamenti che sforano i 5mila euro.

Infine, oltre al trattamento economico previdenziale minimo, saranno modificati i valori di tutte le prestazioni previdenziali e assistenziali riconosciute dall’Istituto nazionale della previdenza sociale.

La stima porta a circa 23 milioni di trattamenti adeguanti all’inflazione per un sovvenzionamento complessivo di 50 miliardi di euro da dividere per i prossimi tre anni.

Concludendo, nella legge di Bilancio 2023 sono contenuti i parametri per l’adeguamento dei trattamenti previdenziali, per cui sono stati previste 6 fasce reddituali a cui sarà applicata la perequazione.

Leggi anche: “Pensione anticipata 2023: quanti anni servono agli uomini per uscire dal lavoro”

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