Pensione con Opzione donna: ancora cambiamenti! Cosa succede ora

L’8 febbraio è stato confermato il nuovo incontro tra Governo e sindacati per la riforma della Pensione con Opzione Donna: arrivano nuovi cambiamenti per l’accesso previdenziale anticipato per le donne.

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Ancora novità per la pensione con Opzione Donna. L’accesso anticipato all'assegno previdenziale riconosciuto nei confronti delle donne lavoratrici dipendenti ed autonome è finito nuovamente al centro del dibattito del Governo Meloni.

È stata la ministra del Lavoro, Marina Calderone, a comunicare delle possibili modifiche e ulteriori cambiamenti alla pensione con Opzione Donna. Si tratta di correzioni che potrebbero essere introdotti già nei prossimi mesi, con un intervento sulla riforma pensato ad hoc.

Il prossimo incontro tra i vertici dell’esecutivo di Giorgia Meloni e le parti sociali in merito alla discussione sulla pensione con Opzione Donna è stato già fissato per il giorno mercoledì 8 febbraio.

Pensione con Opzione donna: le novità del 2023

La Legge di Bilancio entrata in vigore a partire dal primo gennaio 2023 è andata sicuramente a determinare delle notevoli restrizioni nei confronti delle categorie di donne lavoratrici che fino allo scorso anno avrebbero potuto accedere all’anticipo previdenziale.

Per capire la portata della direzione restrittiva che è stata intrapresa dal Governo Meloni con le novità sulla pensione con Opzione Donna, è importante riprendere gli interventi più importanti introdotti dal 2023:

  • modifiche del requisito legato all’età anagrafica;

  • modifica della categoria di lavoratrici.

Innanzitutto, cambia quindi la condizione di accesso riferita all'età anagrafica delle donne lavoratrici che hanno intenzione di fare domanda per andare in pensione in anticipo grazie alla formula dell’Opzione Donna.

Infatti, mentre in passato i requisiti erano legati al raggiungimento di 58 anni per le lavoratrici dipendenti e di 59 per le lavoratrici autonome, con la nuova manovra è stata confermata una stretta anche su queste condizioni. Ora possono fare richiesta dell’Opzione donna, le lavoratrici che hanno compiuto 60 anni e 35 di contributi entro il 31 dicembre 2022.

Al contempo, cambiano anche le categorie di lavoratrici che possono accedere all’anticipo previdenziale. Infatti, qualora non cambiassero i requisiti nel 2023, potranno beneficiare dell’Opzione Donna soltanto le caregiver, le lavoratrici licenziate o di aziende in situazioni di crisi, oppure le donne con un’invalidità di almeno il 74%.

Le discussioni sulla pensione con Opzione donna

È chiaro che, facendo riferimento a tutte le novità che sono state intraprese dalla squadra dell’esecutivo di Giorgia Meloni, è stata confermata una vera e propria stretta sui requisiti di accesso alla pensione con l’Opzione Donna.

Proprio per questo motivo, i sindacati si sono più volte espressi in merito alla necessità imminente di rivedere subito le condizioni previste per accedere all’anticipo previdenziale per le lavoratrici.

La richiesta dei sindacati sulla pensione con Opzione Donna è piuttosto chiara: ritornare subito ai requisiti del 2022. Cosa significa? Eliminare le restrizioni per categorie e consentire l’accesso alla pensione sia per le donne dipendenti a 58 anni che per quelle autonome a 59 anni.

Il Governo Meloni non può non considerare la preoccupazione espressa dai sindacati, ed è per questo che durante l'incontro con le parti sociali, la stessa ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha confermato l'impegno del Governo per identificare delle nuove misure in grado di generare maggiore consenso.

Questa situazione di difficoltà sembra essere confermata anche da alcune stime, secondo cui meno di cinque mila donne lavoratrici potranno effettivamente accedere quest’anno alla Pensione con Opzione donna, qualora i requisiti dovessero restare gli stessi previsti dalla Legge di Bilancio attuale.

Cosa può cambiare per la pensione con Opzione donna

In merito a cosa potrebbe cambiare per l’accesso anticipato alla pensione attraverso la formula dell’Opzione donna, al momento è ancora troppo presto per dirlo.

Ciò che è certo è che l'incontro che si terrà durante la giornata dell’8 febbraio rappresenterà sicuramente un passo in avanti per il Governo Meloni al fine di andare a individuare dei nuovi interventi ed una riforma ad hoc per eliminare, almeno in parte, le strette sull’Opzione Donna.

Sicuramente le richieste da parte dei sindacati sono già chiare, come sottolineato dai vertici della Cisl:

Va fatto un passo indietro su Opzione donna, con il ritorno al requisito dei 58 anni senza i vincoli introdotti in manovra. Ci sono poi da riconoscere forti incentivi alle madri lavoratrici, con uno sconto di almeno un anno di contributi per figlio.

Dunque, quello che viene richiesto è sicuramente una completa revisione degli interventi restrittivi portati avanti con la recente Legge di Bilancio. Bisognerà però attendere almeno l’incontro di inizio febbraio per capire quali saranno le prossime prospettive per la pensione con Opzione Donna.