Chi ha la partita IVA quando e come può andare in pensione, condizioni e requisiti INPS

Quando vanno in pensione i commercianti? Chi ha la partita IVA può andare in pensione?Come funziona la pensione per imprenditore?

Quale pensione spetta alla partita IVA? Sicuramente, gli autonomi e la partita IVA possono approcciarsi a una formula previdenziale, resta da capire quale strumento risulta essere più idoneo per la tipologia di lavoro che svolgono. 

Esistono anche delle diverse possibilità strettamente connesse alla pensione commercianti INPS, in altre circostanzi si attiva un indennizzo, laddove si chiude dell’attività produttiva. 

Il discorso della pensione commercianti, così come per la partita IVA o per gli imprenditori è fortemente legato del doppio requisito, ovvero età anagrafica e contributiva. Tuttavia, esistono regole che prevedono solo un montante contributivo. 

Non solo requisiti e condizioni per la pensione richiedibili da partita IVA, imprenditori e commercianti, ma occorre valutare attentamente la presenza di più fattori prima d’inoltrare la richiesta di pensionamento all’INPS. 

Per quanto riguarda i commercianti, ovvero coloro impiegati in un’attività lavorativa produttiva di carattere commerciale, esistono diverse possibili alternative di pensionamento. Ogni possibilità prevede il pagamento di un trattamento economico riservato ai commercianti. 

Spesso le formule previdenziali sono aperte a tutti i cittadini, per questo motivo, la pensione di vecchiaia può essere utilizzata per i commercianti come strumento idoneo al pensionamento. 

Se non si soddisfano i requisiti di legge per l’accesso al pensionamento ordinario, esistono diverse alternative. Altre possibilità contemplate nell’ordinamento previdenziale che permettono l’adesione alla pensione anticipata con requisiti totalmente differenti rispetto a standard ordinari.  

Chi ha la partita IVA quando e come può andare in pensione

Iniziamo nel chiarire il concetto della pensione di vecchiaia per i commercianti, così come per tutti coloro che sono impegnati in un’attività produttiva autonoma, quindi, una posizione previdenziale inquadrabile anche da coloro che rientrano nella fascia imprenditoriale.

È, importante, comprendere che le regole ordinarie di pensionamento sono valide per tutti i cittadini indistintamente. 

Per cui, si comprende benissimo che bisogna rientrare nei requisiti e condizioni ordinarie regolarmente presenti nel quadro normativo previdenziale. Infatti, per la pensione di vecchiaia resta l’adesione al trattamento economico al raggiungimento del 67esimo compleanno. 

Partita IVA, commercianti e imprenditori che intendono interfacciarsi con la formula ordinaria di vecchiaia devono possedere un montante contributivo di 20 anni maturato nel periodo legato allo svolgimento dell’attività lavorativa. 

La condizione fissata nell’ordinamento previdenziale per i commercianti è la presenza della cessazione dell’attività lavorativa. 

Chi ha la partita IVA può accedere alla pensiona anticipata ordinaria? Ecco le formule previste dalla legge

Il concetto della pensione anticipata ordinaria è semplice, in quanto, la norma previdenziale prevede il rilascio della prestazione economica alla presenza di un’unica condizione. In questo particolare contesto, l’età anagrafica non viene presa in considerazione dall’INPS, quindi, la prestazione previdenziale in questione non prevede l’aggancio a una tariffa anagrafica. 

Viene evidenziata la presenza del requisito contributivo valevole per tutti i cittadini. Nello specifico, partita IVA, commercianti e imprenditori che maturano 42-41 anni e 10 mesi di versamenti con una finestra mobile di tre mesi, possono richiedere il rilascio della prestazione economica. 

Quali alternative di pensionamento per la partita IVA?

Come abbiamo visto, le regole ordinarie di pensionamento valgono anche per partita IVA, commercianti e imprenditori, per cui si comprende benissimo che volendo a 64 anni possono abbracciare la misura Quota 102. In questo caso, il montante contributivo deve raggiungere i 38 anni.

 Ricordiamo che la misura si trova incanalata verso l’esaurimento, per cui c’è tempo per la presentazione della domanda ancora fino al 31 dicembre 2022

Chi ha la partita IVA può richiedere l’indennizzo mensile all’INPS 

In questo caso entrano in gioco dinamiche diverse, non si parla più di una libera adesione a trattamenti economici previdenziali ordinari, ma bensì dell’innesco di condizioni che portano solo determinate partite IVA a dover richiedere l’indennizzo, ovvero un’indennità mensile. 

 In questo caso, infatti l’indennizzo viene rilasciato a favore dei commerciati che si ritrovano in perdita con l’attività produttiva e, quindi, decidono a malincuore di abbassare la serranda.

Ora, questa non è la condizione per cui l’INPS rilascia un’indennità mensile. Infatti, la chiusura dell’attività deve essere dimostrata attraverso la cessazione conclusiva dell’attività, per cui bisogna seguire tutto l’iter burocratico che porta alla dismissione della licenza. 

Intanto, è necessario considerare la presenza di altre condizioni strettamente legate al rilascio dell’indennità mensile, tra cui la presenza di un’età anagrafica di 57 e 62 anni (donne e uomini). E, ancora, una registrazione quinquennale alla Gestione Speciale oltre ad altre condizioni. 

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