La Legge di Bilancio 2021 introduce importanti novità per il mondo delle pensioni, anche se all'orizzonte non c'è una formula che salvi dalla Fornero. Come ogni anno nella Manovra devono essere introdotte delle misure che coinvolgano l'ambito fiscale e quello lavorativo. A tenere banco sui tavoli delle varie discussioni ci sono l'Ape Sociale, Opzione donna e il blocco delle rivalutazioni dei requisiti pensionistici. Ma non basta: uno degli argomenti che hanno tenuto vivo il dibattito tra le parti sociali è legato a Quota 100 ed al suo futuro. Ma soprattutto è ventilata l'ipotesi di un'introduzione di Quota 41, che coinvolga tutti i lavoratori.
Ma proviamo ad entrare nel dettaglio e a cercare di capire quale potrebbe essere il destino dei lavoratori, che vorranno andare in pensione nel corso dei prossimi anni.
Pensioni, arriva la proroga dell'Ape Sociale!
Tra le righe e la pagine della Legge di Bilancio è possibile intravedere anche la proroga dell'Ape Sociale fino al 31 dicembre 2021. Gli interessati potranno, quindi, scegliere di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, purché abbiano raggiunto i 63 anni di età. Possono andare in pensione sia i lavoratori del settore privato, che quelli del settore pubblico. Sono esclusi da questa misura i liberi professionisti, che siano iscritti ad un Albo Professionale: ci riferiamo, quindi, a commercialisti, consulenti del lavoro ed avvocati, solo per citare alcuni esempi.
Oltre alle condizioni appena elencate, il lavoratore che abbia intenzione di andare in pensione anticipatamente deve:
- aver maturato almeno 30 anni di contributi entro il 31 dicembre 2020;
- aver smesso di lavorare;
- essere residente in Italia;
- non essere titolare di un'altra pensione in Italia o all'estero;
- maturare una pensione di vecchiaia di importo non inferiore a 1,4 volte l’importo della pensione minima dell’Inps (718,20 euro circa).
Ricordiamo, inoltre, che l'Ape Sociale provvede a tutelare alcune categorie di lavoratori che sono in difficoltà economica. Ecco chi è tutelato:
- disoccupati;
- invalidi (superiore o uguale al 74%);
- caregivers;
- addetti a mansioni cd. gravose (contenuti nel Decreto 18 aprile 2018).
Prorogata anche Opzione Donna!
Nella Legge di Bilancio è prevista l'estensione di Opzione Donna, almeno fino al 28 febbraio 2021. Stiamo parlando di una misura, che permette di andare in pensione anticipatamente alle lavoratrici donne (ovviamente!). La misura è rivolta sia alle dipendenti che alle autonome ed è concessa al raggiungimento di alcuni requisiti. La lavoratrice dovrà aver raggiunto:
- 35 anni di contributi;
- aver compiuto 58 anni le lavoratrici dipendenti e 59 anni quelle autonome.
Ricordiamo, comunque, che Opzione Donna è condizionata ad una finestra mobile. Questo particolare meccanismo prevede che il primo assegno della pensione venga erogato dopo 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti per le dipendenti o 18 mesi per le autonome.
Il contratto di espansione: un capitolo fondamentale!
Anche per il 2021 viene confermato il contratto di espansione. Non solo, viene introdotta anche un'importante novità: la misura viene estesa alle aziende di tutti i settori, che abbiano almeno 250 dipendenti.
Confermata nel 2020, questa misura venne introdotta nel 2019:il suo scopo era quello di agevolare il ricambio generazionale all'interno delle aziende. L'intento è quello di dare un sostegno alle imprese che stanno attraversando una situazione di crisi, che abbiano un esubero strutturale di personale. Il contratto di espansione permette di accompagnare alla pensione i dipendenti più anziani. Questi dovono essere sostituiti con dei nuovi assunti e con una temporanea riduzione degli orari di lavoro, sostenuti dal contratto di solidarietà.
Se nel 2020 il contratto di espansione si rivolgeva principalmente alla azinede con 1.000 dipendenti, da quest'anno la soglia scende a 250 unità, allargando, quindi, la platea degli interessati. Per far andare in porto il contratto di espansione, il datore di lavoro interessato deve presentare domanda all’Inps, corredata dalla presentazione di una fideiussione bancaria, a garanzia della solvibilità in relazione agli obblighi. Il datore di lavoro è obbligato a versare mensilmente all’Inps la provvista per la prestazione e per la contribuzione figurativa.