Pensione di reversibilità: allargata platea dei beneficiari!

Arrivano buone notizie dal mondo delle pensioni: il Governo ha allargato ufficialmente la platea dei beneficiari della pensione di reversibilità.

Pensione di reversibilità: allargata platea dei beneficiari!

Arrivano buone notizie dal mondo delle pensioni: il Governo ha allargato ufficialmente la platea dei beneficiari della pensione di reversibilità. Abbiamo anche novità dall’Istituto Nazionale per la previdenza Sociale a riguardo.

Ricordiamo che la pensione di reversibilità non è altro che un assegno che corrisponde a una % del totale della pensione maturata dal cittadino che, dopo la sua morte, continua ad essere percepita da alcuni soggetti. 

Fino ad ora, nella grande maggioranza dei casi, la pensione di reversibilità è stata percepita dalle mogli vedove. A seguito di riforme e di alcuni interventi, non da ultimo quello della Corte Costituzionale con la sentenza numero 88 del 2022, la platea dei beneficiari di questa pensione si è ampliata notevolmente.

Come? Includendo anche, in particolari condizioni, i coniugi separati o divorziati, oltre che superstiti delle unioni civili, ma anche figli e nipoti. Andiamo subito a vedere, nel caso di una morte, tra chi dovrà essere spartita la pensione di reversibilità del defunto. 

Pensione di reversibilità spetta anche ai coniugi separati!

Il coniuge, se beneficiario unico, dunque, se non concorrono altri soggetti al pagamento della pensione di reversibilità, potrà incassare il 60 per cento del totale dell’assegno della pensione diretta, o indiretta qualora il soggetto lavoratore defunto non abbia mai maturato il diritto alla pensione, ma risulta avere un minimo di 15 anni di contributi.

Il 60 per cento potrà essere ripartito qualora, alla pensione del defunto, concorrano altri membri del nucleo familiare, ma anche qualora il coniuge stesso superi certi limiti reddituali.

Il tutto, però, si complica se prendiamo in considerazione i coniugi separati o divorziati. Partiamo dal primo dei due casi. 

Nel caso di coniuge separato, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, mediante la circolare n. 19 del 1° febbraio 2022, ha chiarito che:

“Il coniuge separato – anche se con addebito o per colpa senza diritto agli alimenti – è equiparato sotto ogni profilo al coniuge superstite, in favore del quale opera la presunzione della vivenza a carico del dante causa al momento della morte di quest’ultimo, e pertanto ha diritto alla pensione ai superstiti.”

Dunque, la pensione di reversibilità è stata anche destinata ai coniugi separati, con addebito e senza alcun diritto agli alimenti. La legge 903 dell’anno 1995, infatti, non stabilisce che il coniuge sia a carico del titolare del trattamento pensionistico alla data del decesso, ma solo che questo sia sposato con il defunto. 

A tal proposito si era espressa anche la Corte di Cassazione con diverse sentenze in cui si auspicava un’equivalenza di trattamento tra i separati di diverso titolo. Da ora, infatti, potranno essere riesaminate le domande per la pensione di reversibilità che non sono state accolte.

Pensione di Reversibilità, cosa accade, invece, per chi è divorziato?

Qualcosa cambia, però se parliamo di coniugi divorziati. L’ex coniuge, infatti, mantiene il diritto alla reversibilità 

“qualora non si sia risposato, se il rapporto assicurativo del defunto preceda alla fine del matrimonio e se sia titolare di un assegno divorzile già sancito dal giudice con la pronuncia dello scioglimento del matrimonio o con la revisione delle disposizioni relative all’importo alle modalità dei contributi da corrispondere.” Sole 24 Ore

Non è sufficiente, dunque, dimostrare di essere nelle condizioni per poter percepire la pensione di reversibilità, né di aver ricevuto pagamenti in forma regolare dal coniuge quando era in vita. Tale principio è ribadito dalla Cassazione che, inoltre, aggiunge che il diritto ad ottenere un assegno di tipo divorzile è un atto personalissimo e non si può richiedere l’accertamento per la prima volta agli eredi.

Qualora, invece, il pensionato dovesse lasciare, una volta morto, un coniuge superstite e un ex coniuge titolare di un assegno di reversibilità la sua pensione di reversibilità dovrà essere ripartita tra i due (o le due).

La ripartizione avverrà tenendo conto della durata di ciascuno dei due matrimoni e di eventuali convivenze secondo i costumi matrimoniali, si legge sul Sole 24 Ore:

“cui per stabilità della comunione spirituale materiale non si può riservare un ruolo di semplici correttivi ma un’autonoma rilevanza giuridica. a pesare anche l’importo del mensile la posizione economica delle parti.”

Sul totale della pensione di reversibilità andranno ad influire anche l’importo del mensile e ciascuna delle due posizioni economiche degli eventuali beneficiari. 

Pensione di Reversibilità ecco chi può beneficiarne oltre gli ex coniugi

Non sono solo gli ex coniugi separati o divorziati che potranno beneficiare della pensione di reversibilità del defunto, ma tra i possibili beneficiari troviamo anche

  • Figli legittimi naturali
  • Figli riconosciuti
  • Figli dichiarati
  • Figli adottivi
  • Minori inabili al lavoro
  • Ragazzi maggiorenni fino a ventuno anni solo se iscritti in scuole, università o a corsi professionali
  • Giovani adulti fino a 26 anni se universitari 

Ma potranno fruire della pensione di reversibilità anche, alle stesse condizioni, i nipoti, anche se non conviventi con il defunto e anche se con più di diciotto anni se risultano essere orfani o inabili al lavoro purché a carico. 

Con “a carico” non intendiamo in senso fiscale o come una piena dipendenza, ma come un sostentamento di tipo continuativo.

Pensione di Reversibilità senza figli e senza ex coniugi. A chi spetta?

La pensione di reversibilità, qualora dovessero mancare coniugi e figli, andrà a:

  • genitori a carico con più di sessantacinque anni se senza alcun tipo di trattamento pensionistico;
  • fratelli celibi o alle sorelle nubili se a carico, inabili al lavoro e se non in possesso di trattamenti pensionistici

Possono percepire la pensione di reversibilità ‘coniugi’ di unioni civili, ma non coniugi superstiti di coppie omosessuali stabili e di lunga durata qualora la morte del partner fosse antecedente all’entrata in vigore della Legge Cirinnà

“Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze.”

Perderanno i diritti alla pensione di reversibilità tutti coloro che: sono ex coniugi e convoleranno a nuove nozze; per i beneficiari della pensione che perdono i requisiti, quali:

  • superare i limiti di età imposti dalla legge
  • venire meno delle inabilità
  • percezione di un altro trattamento di tipo pensionistico

Pensioni di maggio 2022 quando arrivano 

Concludiamo la nostra breve guida lasciando perdere la pensione di reversibilità e parlando delle pensioni di maggio 2022.

Le pensioni di maggio 2022 saranno versate il 2 maggio 2022, il primo giorno bancabile di maggio, ai titolari di:

  • Conto BancoPosta
  • Postepay Evolution
  • Libretto di Risparmio;

ma non solo, poichè sempre il 2 maggio 2022 arriveranno le pensioni a coloro che hanno:

  • Carta Libretto,
  • Postepay Evolution,
  • carta Postamat

In particolare, questi cittadini potranno prelevare la propria pensione dagli sportelli ATM Postamat, senza bisogno di recarsi presso gli Uffici Postali.

Infine, coloro che dovranno recarsi presso gli uffici postali dovranno rispettare un preciso ordine alfabetico, proprio come accadeva durante la pandemia di coronavirus. L’ordine, però, dopo il termine dello stato di emergenza è stato solo posticipato alla prima settimana del mese di competenza. Il calendario è variabile e sarà affisso all’esterno di ciascun Ufficio Postale.

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