Pensione di reversibilità INPS: ora spetta a tutti i nipoti!

Ormai è deciso: la pensione di reversibilità spetta non solo ai figli ma anche ai nipoti, indipendentemente dalla loro età! È questa la decisione della Corte Costituzionale che si è più volte espressa sul tema della pensione di reversibilità e sui possibili beneficiari del trattamento economico. Vediamo, quindi, quali sono i requisiti richiesti dai nipoti per accedere alla pensione INPS dei nonni.

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La pensione di reversibilità spetta anche a tutti i nipoti (a prescindere dalla loro età anagrafica) di un pensionato deceduto: è questa l’ultima novità che dovrà essere applicata da parte dell’Istituto INPS sul tema della pensione ai superstiti.

Tra i vari indennizzi e trattamenti economici attualmente gestiti da parte dell’Istituto INPS e riconosciuti nei confronti della famiglia di un pensionato che è venuto a mancare, vi è sicuramente la pensione di reversibilità. 

Si tratta, a questo proposito, di un trattamento di tipo economico, che viene generalmente corrisposto ed erogato automaticamente da parte dell’INPS nei confronti di specifiche categorie di familiari con l’obiettivo di sostenere la famiglia del pensionato defunto.

Oggi, nonostante le diverse interpretazioni che si sono susseguite nel tempo, in merito alla legge e alle normative di riferimento volte all’introduzione e al riconoscimento della pensione di reversibilità si è giunti ad un’importante conclusione. La pensione di reversibilità potrà essere ottenuta anche da parte dei nipoti dei pensionati che sono venuti a mancare.

È questa la decisione più importante emersa a seguito di una serie di sentenze e di riforme che si sono susseguite nel corso degli anni, da parte del tribunale e sopratutto dell’opinione della Corte Costituzionale.

In tal senso, tuttavia, non bisogna dimenticare che, affinché i nipoti possano effettivamente iniziare a percepire la pensione di reversibilità relativa all’assegno previdenziale riconosciuto in precedenza al nonno o alla nonna deceduti, dovranno necessariamente sussistere una serie di condizioni essenziali.

Dunque, nel corso dei paragrafi, andremo ad approfondire ulteriormente tutte le ultimissime novità della pensione di reversibilità, offrendo quindi una breve panoramica in riferimento a tutte le ultime notizie legate all’allargamento della platea di soggetti che potranno ottenere la pensione di reversibilità INPS.

Pensione di reversibilità: le ultimissime novità del 2022. Cosa cambia?

La pensione di reversibilità rappresenta uno di quei trattamenti economici di tipo previdenziale che viene spesso coinvolta ed interessata da novità particolari. 

In questo senso, a caratterizzare le ultime notizie sulla pensione di reversibilità sono soprattutto aspetti correlati all’ampliamento della platea di cittadini e di soggetti che potranno a tutti gli effetti ottenere il riconoscimento e l’erogazione degli importi della pensione prima percepita da parte del familiare defunto.

Dunque, proprio in riferimento alle ultime ed importanti novità legate alla pensione di reversibilità, si consiglia la visione del seguente video YouTube, messo a disposizione dal canale di Mondo Pensioni. Attraverso questo contenuto multimediale, infatti, vengono approfonditi al meglio tutti gli aspetti e le peculiarità legate alle notizie dell’ultima ora sulla pensione di reversibilità.

 

A questo proposito, l’ultima di queste novità è stata affrontata proprio durante la giornata del 5 aprile di quest’anno, a seguito della più recente sentenza del tribunale della Corte Costituzionale. Durante tale sentenza, infatti, la Corte si è pronunciata favorevole ad un ulteriore ampliamento della platea di cittadini che di fatto potranno usufruire della pensione di reversibilità.

In tal senso, a partire da quest’anno, la pensione di reversibilità spetterà non soltanto ai figli e ai coniugi della persona defunta, ma una quota della pensione potrà essere ottenuta e riconosciuta anche nei confronti dei nipoti. 

Si tratta di una novità importante, in quanto la platea di beneficiari della pensione di reversibilità dell’INPS sarà ampliata riconoscendo la possibilità di ottenere una quota del trattamento previdenziale, anche a quei nipoti che hanno già compiuto la maggiore età e che non risultavano essere conviventi con il nonno defunto. 

Pensione di reversibilità per tutti i nipoti: chi poteva averla?

Ma per comprendere a tutti gli effetti quali sono le categorie di soggetti che potranno accedere al sostegno della pensione di reversibilità INPS, è necessario andare con gradi e spiegare al meglio tutte le condizioni richieste affinché si possa accedere al trattamento in questione. 

In tal senso, per avere un’idea chiara dei soggetti che avranno pieno diritto di accesso alla pensione di reversibilità, occorre fare riferimento direttamente alle disposizioni e alle linee guida fronte direttamente dall’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, all’interno dell’apposita sezione telematica disponibile nel portale online istituzionale. 

Dunque, come spiegato dall’INPS, il diritto ad accedere alla pensione di reversibilità spetta innanzitutto nei confronti delle seguenti categorie di soggetti considerati cosiddetti “superstiti”: 

  • I coniugi;
  • I figli di età anagrafica inferiore ai 18 anni; 
  • I figli considerati inabili all’attività lavorativa, a carico del genitore, senza limiti di età;
  • I figli maggiorenni studenti che non svolgono attività lavorativa (con particolari limiti del 21° anno di età e del 26° anno di età, per chi frequenta l’università).

Gli altri beneficiari della pensione di reversibilità 2022: la lista completa

A questo proposito, per quanto riguarda la prima categoria, quella dei coniugi, si intendono inclusi in tale ampia categoria non soltanto i coniugi e i soggetti uniti civilmente con il pensionato defunto, ma anche i coniugi separati, e, in alcuni casi specifici anche i coniugi separati.

Tuttavia, occorre fare ulteriori precisazioni in riferimento alle categorie di soggetti che potranno avere la possibilità di beneficiare del trattamento della pensione di reversibilità.

Infatti, nei casi in cui non vi siano coniugi e figli che potrebbero avere diritto ad usufruire della pensione del pensionato defunto, subentrano in automatico anche altre categorie di soggetti, a cui potrebbe spettare una quota del trattamento previdenziale.

Dunque, a titolo esemplificativo, è possibile evidenziare anche le seguenti ulteriori categorie di persone, intense come superstiti: 

  • genitori del pensionato che hanno almeno 65 anni di età anagrafica;
  • fratelli celibi o sorelle nubili a carico del pensionato deceduto, nei casi di assenza dei genitori, coniugi e figli, solo se inabili al lavoro e non titolari di una pensione.

Pensione di reversibilità per tutti i nipoti: quando si può avere?

Dunque, nel precedente paragrafo, abbiamo visto che ci sono specifiche categorie di soggetti che di diritto avranno la possibilità di accedere al trattamento legato alla pensione di reversibilità.

Tuttavia, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale numero 88 del 5 aprile 2022, la Corte si è pronunciata favorevole alla concessione e al riconoscimento di una quota della pensione del pensionato defunto anche nei confronti di tutti i nipoti.

Dunque, attraverso l’approvazione di questa recente sentenza, la Corte Costituzionale ammette definitivamente la possibilità dell’Istituto INPS di erogare il trattamento legato alla pensione di reversibilità, non soltanto nei confronti di quei nipoti minorenni, indipendentemente dal fatto che essi siano o meno conviventi con il pensionato defunto.  

Infatti, la vera novità legata alla pensione di reversibilità riguarda proprio l’opportunità per i nipoti maggiorenni di poter ottenere un sostentamento continuativo attraverso questa tipologia di trattamento, nei casi in cui essi siano orfani di genitori e considerati inabili allo svolgimento di attività lavorativa.

Dunque, si tratta di un ulteriore passo in avanti intrapreso da parte della Corte Costituzionale al fine di salvaguardare ulteriormente quelle categorie di persone considerate più fragili e che non hanno la possibilità di effettuare un lavoro, dunque non in grado di poter ottenere un reddito lavorativo autonomamente.