Pensione a 62 anni con lo scivolo allargato. A chi spetta!

Buone notizie per 30mila lavoratori: grazie allo scivolo allargato avranno la possibilità di andare in pensione anticipatamente. Stiamo parlando un folto gruppo di persone, che avrà la possibilità di uscire dal mondo del lavoro in anticipo, anche se saranno costrette a dover accettare un taglio dell'assegno previdenziale che riceveranno ogni mese.

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Buone notizie per 30mila lavoratori: grazie allo scivolo allargato avranno la possibilità di andare in pensione anticipatamente. Stiamo parlando un folto gruppo di persone, che avrà la possibilità di uscire dal mondo del lavoro in anticipo, anche se saranno costrette a dover accettare un taglio dell'assegno previdenziale che riceveranno ogni mese.

La misura è stata inserita da Andrea Orlando, Ministro del Lavoro, all'interno di un pacchetto di norme del Dl Sostegni Bis. Tra le tante proposte che sono state previste rientra anche il potenziamento del contratto di espansione, che era stato introdotto dal cosiddetto Dl Crescita per dare la possibilità alle imprese di ringiovanire la propria forza lavoro. La misura era stata introdotta per le aziende che avessero più di 1.000 dipendenti: la Legge di Bilancio 2021 aveva allargato questa possibilità alle aziende con 250 dipendenti, ma adesso si starebbe puntando ad allargare ulteriormente la platea di beneficiari.

Pensioni, cosa cambia da quest'anno!

Grandi novità all'orizzonte, quindi, per i lavoratori che abbiano intenzione di andare in pensione. Il contratto di espansione sarà allargato anche alle aziende che abbiano almeno 100 dipendenti. In questo caso sarà possibile applicare sia lo scivolo che permette di andare in pensione anticipatamente, ma anche la riduzione dell'orario di lavoro per quei dipendenti che non abbiano maturato i requisiti per poter accedere all'assegno previdenziale anticipatamente. Stando alle prime proiezioni, questo ulteriore allargamento della platea dei beneficiari del contratto di espansione arriverà ad includere almeno 13.000 aziende, per un totale almeno di 30.000 lavoratori.

Ovviamente questa misura avrà un costo non indifferente per le casse dello Stato. Per coprire la manovra sono stati stanziati qualcosa come 101,7 milioni di euro per il 2021, mentre per il 2022 sarebbero pronti la bellezza di 225,5 milioni di euro e 50,5 per il 2022 e 30,4 per il 2024. In totale al nostro Erario questa misura verrà a costare qualcosa come 408,2 milioni di euro.

Andare in pensione anticipatamente, comunque, costituirà un costo anche per i lavoratori, che saranno costretti a sacrificare buona parte del proprio assegno mensile. Nel caso in cui una persona avesse intenzione di abbandonare il posto di lavoro 5 anni prima del previsto, prendendo in considerazione una retribuzione lorda pari a 36.000 euro, sarebbe costretto a rinunciare all'8,5% del proprio assegno previdenziale.

I requisiti per andare in pensione prima!

Per poter andare in pensione anticipatamente è necessario possedere alcuni requisiti. Il contratto di espansione, infatti, è attiviabile unicamente dalle aziende che abbiano intenzione di:

  • facilitare l'uscita dal mondo del lavoro dei dipendenti ai quali manchino 60 mesi alla pensione di vecchiaia;
  • assumere nuovi dipendenti qualificati;
  • sfruttare la cassa integrazione straordinaria, che permette di ridurre fino al 30% l'orario dei dipendenti che non abbiano raggiunto i requisiti anagrafici per andare in pensione;
  • provvedere alla formazione del proprio personale sulle nuove tecnologie.

La misura che il Governo starebbe spingendo in queste settimane prevede, quindi, uno scivolo di cinque anni sulla pensione di vecchiaia. Sarà possibile uscire dal mondo del lavoro a 62 anni di età o avendo maturato i 37 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 36 anni e 10 mesi per le donne. Il lavoratore continuerà ad incassare 13 mensilità nel periodo contrassegnato dal cosiddetto scivolo. Nel caso in cui lo scivolo dovesse accompagnare alla pensione anticipata l'azienda dovrà provvedere a versare i contributi fino alla conclusione.

Uno scivolo anche nel pubblico!

Fino a questo momento abbiamo parlato della possibilità di andare in pensione anticipatamente nel privato. Renato Brunetta, Ministro per la Pubblica Amministrazione, ha ipotizzato uno scivolo di 5 anni anche per i dipendenti statali. In altre parole, in questo modo, pubblico e privato avrebbero la stessa possibilità di smettere di lavorare anticipatamente.

Renato Brunetta ha, infatti, annunciato, un nuovo contratto, riforme ed assunzioni per la pubblica amministrazione: il ministro ha sottolineato l'importanza del capitale umano e ha sottolineato come sia importante sbloccare il turn over dei dipendenti pubblici. Attualmente l'età media è pari a 50,7 anni, con quasi il 17% dei lavoratori che hanno oltre 60 anni e solo il 2,9% meno di 30. L'intenzione è quella di favorire il ricambio generazionale. Brunetta propone, quindi, un incentivo all'esodo per i dipendenti della pubblica amministrazione, che dovrebbe spingere quei dipendenti che non si sentono pronti ad accettare la sfida tecnologica ad andare in pensione. L'idea, quindi, è quella di applicare il contratto di espansione anche al settore pubblico e permettere uno scivolo fino a 5 anni per accedere alla pensione e favorire, in questo modo, le nuove assunzioni.