Tutti in pensione a 64 anni: una sentenza rivoluziona tutto!

Addio sogni di gloria. Questa volta sono tramontate tutte le speranze dei lavoratori: si potrà andare in pensione solo a 64 anni. Non c'è niente da fare: si apre una nuova ferita per quelle persone che sono avanti con gli anni ed ai quali piacerebbe godersi la vita ed i nipoti. Non c'è giorno che non si riapra il capitolo delle pensioni e che, in qualche modo, qualcuno voglia dire la propria ed imporre un determinato punto di vista.

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Addio sogni di gloria. Questa volta sono tramontate tutte le speranze dei lavoratori: si potrà andare in pensione solo a 64 anni. Non c'è niente da fare: si apre una nuova ferita per quelle persone che sono avanti con gli anni ed ai quali piacerebbe godersi la vita ed i nipoti. Non c'è giorno che non si riapra il capitolo delle pensioni e che, in qualche modo, qualcuno voglia dire la propria ed imporre un determinato punto di vista. Questa volta ad intervenire è la Corte dei Conti, che attraverso il Rapporto 2021 sul Coordinamento della Finanza Pubblica ha messo in evidenza come nel periodo compreso tra il 2012 ed il 2020 siano state almento 711mila persone a godere delle varie deroghe alla Riforma Fornero riuscendo ad andare in pensione anticipatamente. Nel calderone ci rientrano anche le clausole di salvaguardia agli esodati.

La Corte dei Conti fa il proprio lavoro e sottolinea che, nel momento in cui si volesse provvedere a togliere qualcosa come 79.260 assegni previdenziali erogati in anticipo nello stesso periodo, si riuscirebbe ad ottenere un risparmio totale del 18,7% della spesa previdenziale italiana. In altre parole, nel momento in cui si dovessero togliere le pensioni anticipate, i conti dell'Inps potrebbero risparmiare un bel po'.

In pensione solo a 64 anni, una possibilità!

I magistrati della Corte dei Conti prevedono che nell'arco dei prossimi due anni il costo della spesa previdenziale potrà arrivare a rappresentare un elemento critico dei conti pubblici. Questo forse lo sapevamo già, ma adesso ne abbiamo ricevuto la conferma ufficiale. A questo punto viene messa in evidenza la necessità di andare alla ricerca di una soluzione, che non pesi troppo sulla contabilità pubblica, prima che si concluda l'esperienza di Quota 100.

Andrebbe esaminato il tema di come garantire una maggiore flessibilità in uscita preservando però, per la componente retributiva dei trattamenti, quegli elementi di equità attuariale che informano la crescente platea di lavoratori la cui pensione è calcolata con il metodo interamente contributivo - scrive la Corte dei Conti -. Sarebbe utile considerare l’ipotesi di costruire, eventualmente con gradualità ma in un’ottica strutturale, un sistema di uscita anticipata che converga su una età uniforme per lavoratori in regime retributivo e lavoratori in regime contributivo puro.

In estrema sintesi, la Corte dei Conti starebbe suggerendo la possibilità di andare in pensione a 64 anni.

È un aspetto, quello dell’età di possibile uscita dal lavoro prima dei 67 anni (attuale requisito per la pensione di vecchiaia), che sarà di crescente rilievo - scrivono i magistrati -; infatti, ai lavoratori in regime pienamente contributivo la legislazione vigente giàgarantiscela possibilità di andare in pensione a 64 anni (se con 20 anni di anzianità contributiva e un assegno di importo pari a 2,8 volte l'assegno sociale).

Tutte le altre proposte!

Pasquale Tridico, presidente dell'Inps, aveva messo sul tavolo una proposta che sembrava potesse essere una dellle scelte più semplici. L'ipotesi era quella di proporre un'uscita dal mondo del lavoro a 62-63 anni grazie al sistema contributivo. Dopo che fossero passati quattro o cinque anni e si fosse arrivati a 67 anni - ossia l'età della pensione di vecchiaia - verrebbe riconosciuta anche quest'ultima, grazie anche al sistema retributivo.

Molto più fermi, invece, sono i sindacati, che continuano ad insistere sulla possibilità di andare in pensione a 62 anni. Su questo punto i sindacati sarebbero in attesa di una risposta da parte di Andrea Orlando, Ministro del Lavoro. Abbiamo visto che la Corte dei Conti non ha escluso a priori la possibilità di garantire una certa flessibilità per quanti vogliano uscire dal mondo del lavoro perché ritiene indispensabile mantenere

per la componente retributiva dei trattamenti, quegli elementi di equità attuariale che informano la crescente platea  di lavoratori la cui pensione è calcolata con il metodo interamente contributivo.

Arriva la quattordicesima!

Pronti, invece, ad incassare la quattordicesima? La mensilità extra che l'Inps provvederà ad erogare dovrebbe arrivare al massimo entro la fine del mese di luglio. Per quanti ne avranno diritto, sicuramente si vedranno arrivare una pensione bella sostanziosa. Ne hanno diritto quanti abbiano compiuto almeno 64 anni di età e percepiscano un reddito complessivo che sia inferiore a 1,5 volte rispetto al trattamento trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti fino al 2016 e fino a 2 volte il trattamento minimo annuo del Fondo lavoratori dipendenti dal 2017.

LA quattordicesima potrà essere erogata a luglio o a dicembre, nel caso in cui il requisito angrafico sia stato raggiunto dopo il 1° agosto. Gli importi, invece, vengono erogati basandosi sui contribuenti che il pensionato ha versato nel corso della propria vita. Nel caso in cui avessero dei redditi inferiori a 1,5 volte l'assegno minimo riusciranno ad ottenere 437 euro di quattordicemia, purché abbiano versato almeno 15 anni di contributi.