Andranno in pensione a 56 anni questi lavoratori fortunati!

Alcuni lavoratori riusciranno a salvarsi dalla Riforma pensioni senza interventi suppletivi o correttivi. Ecco chi va in pensione a 56, 61 e 64 anni di età.

Alcuni lavoratori riusciranno a salvarsi dalla Riforma pensioni, senza interventi suppletivi o provvedimenti successivi. Nel 2023 potranno ancora far valere la contribuzione piena di 20 anni e ridotta nei casi di eccezioni anche a 15

Una parta di lavoratori potrà andare in pensione a 56 – 61 e 64 anni compiuti. 

Sfasiamo il mito che solo gli over 60 pensano a come pensionarsi. La questione vera, è molto diversa, la crisi energetica sta abbattendo il tessuto economico del Paese, tante aziende hanno proiettato la chiusura in un futuro molto ravvicinato.

Ed, è inevitabile che si anticipano i giorni per pensare a un sostegno economico o alla pensione. D’altra parte, il più delle volte la questione è puramente matematica, per andare in pensione servono i requisiti, e si sa, alla fine quel che conta sono gli anni di versamenti contributivi maturati, ma anche l’età dell’approccio alla pensione.  

Se stai pensando a come andare in pensione, ti dico subito che difficilmente riuscirai nell’impresa senza la giusta contribuzione. Non dovrai dire “addio a un sogno”, ma dovrai accontentarti di un trattamento assistenziale. 

Come si legge da proiezionidiborsa.it, quello che spesso sfugge è che i lavoratori che rientrano in specifiche condizioni possono scegliere di pensionarsi con 20 anni versamenti, senza arrivare a 67 anni di età. E, quindi abbandonarsi al riposo e tranquillità molti prima degli altri. 

La normativa vigente incolla un abbuono anche di 11 anni, permettendo la pensione anticipata a 56 anni, ove sono richieste particolari condizioni l’età per la prestazione previdenziale si sposta a 61 – 64 anni. 

Andranno in pensione a 56 anni questi lavoratori fortunati!

Come riportato dalla laleggepertutti.it, è importante, comprendere che la presenza dell’età pensionabile è fortemente legata all’invalidità accertata nella percentuale dall’80% e, ancora, prevede un’agevolazione maggiore per i non vedenti.

Non parliamo di nuove misure o nuove disposizioni nate per sopperire ai problemi economici dei cittadini soffocati dai repentini e insistenti aumenti delle materie prime. Nessun nuovo provvedimento per agevolare l’accesso alle prestazioni economiche previdenziali. La verità è molto più semplice.

La normativa previdenziale non apre i cassetti all’improvviso per far appari regole e norme da applicare all’occorrenza. Accade, spesso, anzi troppo frequentemente che diverse disposizioni non si conoscono e spiegate possono apparire nuove.

Sicuramente, si apre la porta a una prospettiva previdenziale molto agevolata, a cui hanno diritto i cittadini associati a una patologia invalidanti.

Andiamo per ordine e cerchiamo di capire, come funziona, a chi spetta, come viene liquidato il trattamento previdenziale.

Ecco i tre requisiti per la pensione a 56 anni!

I lavoratori invalidi hanno diritto a pensionarsi con condizioni molto più vantaggiose. Una misura riservata ai lavoratori appartenenti al comparto privato. Non rientrano in nessuna eccezione i lavoratori autonomi e quelli appartenenti al pubblico impiego. L’accoglimento della misura è vincolato da un’invalidità attestata all’80%.

Non tutti sono a conoscenza della presenza e del valore dell’età pensionabile. Un diritto acquisibile con la presenza di una patologia invalidante certificata dalla USL in collaborazione con l’INPS. 

In sostanza, i lavoratori vengono ammessi alla pensione di vecchiaia che contiene una natura anticipata. Ecco, perché, sono previsti minimo 20 anni di contribuzione, ammesse la donna a 56 anni, fatti entrare nella misura gli uomini a 61 anni. Entrambi attendono un anno per la decorrenza della pensione. 

Si tratta, di una certificazione rilasciata dalla struttura del Servizio sanitario nazionale italiano, conosciuta come Unità Sanitaria Locale agganciata all’Ente di previdenza

D’altra parte, è anche vero, che la Commissione valuta la presenza di più atti, certificati e documenti volti a individuare e classificare la patologia di cui soffre il richiedente. Il giudizio finale viene trasmesso all’interno di un verbale, in cui la Commissione certifica la presenza dell’invalidità è rilascia una percentuale. Quest’ultimo elemento è indispensabile per poter accedere a diverse agevolazioni economiche, sociale e fiscali.

La normativa su questo punto è molto chiara, infatti, riprende in più occasioni la possibilità per i cittadini di abbracciare una pensione di vecchiaia anticipata, rispetto a quello che normalmente sono i requisiti ordinari.  Vengono applicate le disposizioni contenute nella Legge n. 222 che disciplina le regole previste nell’ordinamento previdenziale per l’invalidità pensionabile, ovvero le direttive previdenziali per i lavoratori inabili o invalidi.

Pensione di vecchiaia anticipata: come richiederla e cosa a stare attenti

Non tutti possono aderire a questo beneficio. Spesso i cittadini possono accedere alla pensione di vecchiaia solo se raggiungono i 67 anni di età, altri invece, non hanno neanche questo privilegio. Tuttavia, la norma ammette anche la presenza di un requisito ridotto, se vengono applicate le deroghe Amato.

La norma prevede delle “eccezioni” che ammorbidiscono il criterio contributivo. Ecco, perché, sentiamo di amici o conoscenti in pensione con appena 15 anni di contributi. Tuttavia, tale agevolazione che permette agli uomini l’accesso al trattamento a 61 anni, mentre alle donne le stesse condizioni si attivano a 56 anni.

In ogni caso, occorre che la contribuzione sia stata accreditata in un periodo precedente al 1992. Se è presente anche l’autorizzazione a procedere con il pagamento dei contributi volontari entro la data del 24 dicembre 1992.

E, ancora, sono sufficienti 15 anni di versamenti effettivi, se presente un’anzianità assicurativa almeno 25 anni prima della richiesta dell’aggancio al trattamento, oltre a 10 anni di carriera lavorativa interrotta.

È, importante, però evidenziare che la pensione di vecchiaia anticipata non è uno formula accessibile ai lavoratori pubblici e autonomi.

Quanto tempo devo aspettare per la liquidazione della pensione di vecchiaia anticipata?

Esiste una finestra mobile di 12 mesi, con decorrenza dall’ultimo periodo in cui il lavoratore ha perfezionato i requisiti necessari per accedere alla prestazione previdenziale. Ciò significa che per ottenere la pensione occorre aspettare almeno un anno.

Pensione di vecchiaia anticipata, cosa sapere sul calcolo dell’assegno?

La pensione di vecchiaia anticipata non è una prestazione diversa da quella ordinaria. In sostanza, il legislatore ha previsto delle condizioni speciali, laddove fossero evidenti delle condizioni particolari.

Per questo motivo, gli invalidi possono afferrare questa tipologia previdenziale, così come in non vedenti con condizioni più ancora diverse rispetto agli invalidi stessi.

La base di calcolo per l’assegno di pensione tende a variare in virtù del periodo di riferimento della contribuzione accreditata o versata.

Infatti, l’INPS applica il sistema retributivo sulla parte di retribuzione presente fino alla data del 31 dicembre 2011. Successivamente, si aggancia il sistema contributivo per i cittadini che hanno maturato più di 18 anni di versamenti alla data del 31 dicembre 1995.

E, ancora, l’Istituto applica il sistema retributivo fino alla data del 31 dicembre 1995. Successivamente, si aggancia il sistema contributivo per i cittadini che hanno maturano una quantità inferiore a 18 anni di contributi alla data del 31 dicembre 1995.

E, infine, l’INPS applica solo il sistema contributivo per i cittadini che hanno maturato una quantità di contribuzione al 31 dicembre 1995

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