Pensioni: Quota 102, Ape Sociale, ecco cosa cambia nel 2022!

La Legge di Bilancio 2021, legge 234 del 2021, è arrivata in porto. Il 30 dicembre 2021 è stata approvata in maniera definitiva dalla Camera dopo avere ottenuto in precedenza l'approvazione al Senato. La Legge Fondamentale dello Stato ha anche portato novità sul tema pensioni. Dopo mesi di proposte, incontri e confronti ecco tutte le novità ufficiali. E come si potrà lasciare il lavoro nel 2022.

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La Legge di Bilancio per il 2022, legge 234 del 2021, è arrivata in porto. Il 30 dicembre 2021 è stata approvata in maniera definitiva dalla Camera dopo avere ottenuto in precedenza l'approvazione al Senato.

La Legge Fondamentale dello Stato ha anche portato novità sul tema pensioni. Dopo mesi di proposte, incontri e confronti ecco tutte le novità ufficiali.

E come si potrà lasciare il lavoro nel 2022. Quali saranno i requisiti necessari per godersi la pensione dopo una vita di lavoro.

Pensioni 2022: ecco le novità principali della Legge di Bilancio

In primo luogo va detto che al 31 dicembre 2021 si è concluso in maniera definitiva l'esperimento di Quota 100. Il pensionamento con 62 anni d'età e 38 di contributi istituito dal primo Governo guidato da Giuseppe Conte sostenuto dalla maggioranza gialloverde formata da Lega e Movimento 5 Stelle.

Questa misura ritenuta troppo onerosa a lungo andare per le casse dello Stato non è stata confermata da parte dell'esecutivo guidato da Mario Draghi.

La novità principale sul tema pensioni del 2022 è l'introduzione di “Quota 102”. Che cosa è quota 102? Quota 102 è un sistema che consente di andare in pensione con 64 anni e 38 anni di contributi, proprio Quota 102 quindi.

Ma ci sono anche altre novità legate ad Ape Sociale che ha un ampliamento del numero di persone che potranno accedervi e la conferma di Opzione Donna.

Una misura, quest'ultima, contestata anche a livello europeo con l'OCSE che ne sottolineava la non opportunità ma che il Governo, a sorpresa, ha voluto confermare. 

Pensioni 2022: ecco la novità assoluta di Quota 102

La Legge di Bilancio numero 234/2021 dà la possibilità di uscire dal lavoro con la cosiddetta Quota 102. Quota 102 è una possibilità che viene concessa di uscire con 64 anni di età avendone contemporaneamente 38 di contributi. Ovviamente questi requisiti devono essere raggiunti nell'anno 2022, dal 1 gennaio scorso fino al 31 dicembre.

Per i lavoratori scolastici – come spiega il portale Pensioni Oggi – c'è la possibilità di presentare domanda entro il 28 febbraio 2022 nel caso si raggiungano i requisiti entro il 31 dicembre 2022. Quindi la pensione avrà come data di partenza quella del 1 settembre 2022. 

Va anche sottolineato che chi è arrivato a Quota 100 entro il 31 dicembre 2021 quando vigeva la regola dei 62 anni con 38 di contributi può presentare la propria domanda di pensionamento anche nel nuovo anno appena iniziato da qualche giorno. 

Pensioni 2022: Ape Sociale per il 2022 è confermata e anche rinforzata

Un'altra novità sempre introdotta dalla Legge 234 del 2021 è quella dell'estensione di Ape Sociale. Un sistema che consente di andare in pensione prima rispetto ai criteri della normale pensione di vecchiaia a 67 anni.

In particolare con Ape Sociale hanno un vantaggio, quello di potere andare in pensione prima, alcune categorie di persone come ad esempio gli invalidi civili almeno al 74%, le persone disoccupate con esaurimento totale della loro indennità ricevuta per la disoccupazione, le persone cosiddette caregivers che si occupano di persone che non sono autosufficienti.

La norma poi parlava di persone che svolgono attività difficoltose, usuranti e gravose. Proprio su questo aspetto c'è stato un allargamento delle professioni che possono accedere ad Ape Sociale.

Per ulteriori approfondimenti legati a questo aspetto è possibiole consultare a questo link l'allegato 3 della Legge di Bilancio approvata lo scorso 30 dicembre.

Ape Sociale è un trattamento pensionistico che viene liquidato a partire da un'età di 63 anni in presenza di una quantità di anni di contributi variabile a seconda del lavoro.

Ad esempio una delle norme di cui si è parlato e dibattuto molto nelle commissioni parlamentari in occasione del dibattito sulla Legge di Bilancio è stata quella che ad esempio ha ridotto a 32 anni il requisito necessario ad esempio per i ceramisti e per gli operai addetti nel settore dell'edilizia.

Pensioni 2022: Opzione Donna misura confermata anche per il 2022

E arriviamo alla conferma a sorpresa. Dall'Europa si erano levate voci molto critiche su Opzione Donna. La si ritiene una misura troppo costosa. Ma l'esecutivo Draghi anche per il 2022 ha voluto rinnovare e confermare questa possibilità di lasciare il lavoro da parte delle donne.

Senza nemmeno cambiare i requisiti che erano in vigore. Lasciando immutate le condizioni che erano presenti. Ovvero la Legge di Bilancio consente alle donne lavoratrici dipendenti di  lasciare il lavoro una volta raggiunti i  58 anni con 35 anni di contributi.

Nel caso si tratti di lavoratrici autonome cambia la situazione e va aggiunto un anno. I requisiti indispensabili diventano quelli di 59 anni di età e 35 anni di contributi.

Come detto in precedenza per chi opera nel settore della Scuola entro il 28 febbraio 2022 c'è la possibilità di fare domanda per lasciare il servizio. E in questo caso la data effettiva di inizio del pensionamento è quella del 1 settembre 2022. 

Pensionamento di vecchiaia e pensionamento anticipato nel 2022

Non ci sono stati cambiamenti legati alle normative da questo punto di vista: si può andare in pensione anticipata per gli uomini con 42 anni e 10 mesi di contributi.

Per le donne si può andare in pensione anticipata con  41 anni e 10 mesi di contributi. Questi sono criteri che se soddisfatti danno il diritto di lasciare il lavoro e non servono altre situazioni legate all'età.

Per la pensione di vecchiaia invece serve soddisfare il criterio di avere 67 anni di età e contemporaneamente 20 anni di contributi. 

Riforma Pensioni: una finestra sul futuro e sul 2023

Fino questo punto abbiamo parlato delle novità che sono in vigore per il 2022. E nel 2023 che cosa succederà? Il governo guidato da Mario Draghi ha studiato queste mosse sostanzialmente perchè c'era la necessità in qualche maniera di superare l'emergenza legata alla chiusura di Quota 100.

Allo stesso tempo non ci si è occupati di disegnare ora una riforma complessiva per gli anni a venire. Su questo aspetto si è scelto di temporeggiare e normare solo per l'urgenza.

L'esecutivo ha in programma diversi incontri con i rappresentanti dei sindacati per cercare di disegnare quella che sarà la previdenza del futuro. Degli anni a venire.

Che con ogni probabilità porterà ad un innalzamento graduale dell'età pensionabile fino ad arrivare all'applicazione completa della Legge Fornero.

E' noto che il Governo Draghi vorrebbe un sistema quanto più basato sul sistema contributivo possibile. I sindacati vorrebbero più passi avanti verso forme di flessibilità in uscita da parte dei lavoratori.

Ed era stata proposta una possibilità di uscire dal lavoro con 41 anni di contributi per tutti a prescindere dall'età che però è stata respinta. 

Riforma Pensioni 2023: l'incognita Quirinale

Da sottolineare infine che su questo dialogo tra Governo e forze sindacali per disegnare la previdenza che verrà incide anche un altro fattore ovvero l'elezione del nuovo presidente della Repubblica.

Il presidente della Camera Roberto Fico ha già convocato il Parlamento per la prima votazione per lunedì 24 gennaio. Nel caso dovesse essere eletto presidente della Repubblica Mario Draghi è chiaro che occorrerà vedere se terminerà la legislatura o se nascerà un altro governo.

In questo caso occorrerà vedere quali saranno le forze a sostenerlo. O se si andrà ad elezioni politiche anticipate con la certezza che sarà un altro esecutivo a prendere in mano il dossier. 

Per queste e tante altre ragioni è molto azzardato parlare ora di Pensioni 2023 perchè il quadro è in continuo mutamento.