Pensioni 2023, come si lascia il lavoro quest’anno. Ecco tutte le alternative possibili

Pensioni, resta per il 2023 ancora la Legge Fornero. Ma diverse sono le alternative che permettono l’uscita anticipata da lavoro. Ecco quali sono.

Pensioni, resta la Legge Fornero ancora per il 2023. Ma sono diverse le alternative che permettono di andare in pensione in maniera anticipata evitando di aspettare i 67 anni. Ecco quali sono le possibili strade per lasciare il lavoro in maniera anticipata.

Nella Legge di bilancio 2023 approvata dal Consiglio dei ministri il 21 novembre scorso, che ha ricevuto il via libero definitivo del Senato il 29 dicembre 2022 si sono delineate le possibili soluzioni a disposizione dei lavoratori che vogliono andare in pensione prima dei 67 anni di età stabiliti dalla legge Fornero.

Sono circa 64 mila lavoratori che potrebbero richiedere la pensione anticipata nel 2023, grazie alle misure “ponte” previste dalla nuova legge finanziaria.

Molti coloro che sceglieranno di andare con la nuova Quota 103, che si ipotizza possa interessare circa 41.100 lavoratori.

Altri 20 mila saranno i pensionamenti provenienti dalla proroga dell’Ape sociale ed Opzione donna sarà scelta invece da circa 2.900 lavoratrici.

Numerose perciò le possibilità offerte dalle leggi attualmente in vigore. Ma vediamole nel dettaglio.

Pensioni 2023, come si lascia il lavoro quest’anno. Ecco tutte le alternative possibili

La legge di Bilancio 2023 non ha modificato la legge che riguarda il sistema pensionistico italiano. Attualmente resta in vigore la legge Fornero anche se numerose sono le misure ponte introdotte e confermate dalla manovra finanziaria 2023.

Tra le alternative possibili offerte dalle leggi troviamo Quota 103, Quota 100 e 102, Ape sociale, Opzione Donna e molte altre.

Quota 103, novità della nuova legge finanziaria permette di lasciare il lavoro con 62 anni d’età e 41 anni di contributi.

Fino ai 67 anni di età il trattamento economico di Quota 103 non potrà essere cumulato con altro reddito da lavoro, se non con quello occasionale fino a 5.000 euro.

Nel caso si posseggano i requisiti per accedere a Quota 103, il lavoratore potrà chiedere il rinvio beneficiando del “bonus Maroni”. Si tratta di un incentivo che verrà corrisposto direttamente nello stipendio della quota di contributi a carico del lavoratore dipendente (circa il 9,19%).

Altre due possibilità sono rappresentate da Quota 100 e Quota 102. Può usufruire di Quota 100, cioè 62 anni di età e 38 di contributi, chi al 31 dicembre 2021 possedeva i requisiti richiesti.  

Mentre di Quota 102, con 64 anni di età e 38 di contributi potrà usufruirne coloro che hanno maturato i requisiti al 31 dicembre del 2022.

Pensioni 2023, tra le alternative Ape Sociale e Opzione donna

Tra le altre possibili soluzioni ponte troviamo l’Ape Sociale. Si tratta di una strada percorribile da determinate categorie di lavoratori in difficoltà, come ad esempio coloro che hanno svolto lavori gravosi o che assistono un coniuge con una disabilità o si trova in stato di disoccupazione.

Tale soluzione permette di ottenere un’indennità mensile a titolo di anticipo pensionistico.

I requisiti da soddisfare sono molteplici, sia anagrafici che contributivi tra i quali avere 63 anni di età e almeno 30 anni di contributi, che diventano 36 per i lavoratori che hanno svolto attività gravose.

L’attività usurante deve essere svolta per sette anni negli ultimi dieci oppure per sei anni negli ultimi sette.

All’Ape sociale possono accedere anche coloro che hanno un’invalidità civile superiore o uguale al 74% e chi assiste da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con un handicap o una disabilità. 

La legge finanziaria 2023 ha ridimensionato Opzione donna. Dal nuovo anno coloro che richiederanno l’uscita dal lavoro con la misura ponte dovranno avere 60 anni, oppure a 59 anni con un figlio e a 58 anni con due o più figli, ma l’anticipo pensionistico sarà riservato solo alle donne caregiver, alle invalide al 74% e alle lavoratrici di aziende in crisi. 

Pensione 2023, queste altre due alternative: Pensione anticipata e Quota 41 per i lavoratori precoci

Altra valida alternativa è l’uscita tramite pensione anticipata che richiede solo requisiti contributivi. La legge di bilancio non ha introdotto alcuna novità, anzi sono stati confermati i requisiti: 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. 

Ultima soluzione ponte riguarda i lavoratori precoci rivolta a chi ha 41 anni di contribuzione, di cui 12 mesi antecedenti al 19° anno di età, e si trova in determinate condizioni.

La misura viene definita Quota 41 precoci ed è rivolta a coloro che si si trovano in stato di disoccupazione (in seguito a licenziamento, ma anche a dimissioni per giusta causa), hanno un’invalidità superiore o uguale al 74%, sono caregiver e hanno svolto attività usuranti. 

 

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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