Pensioni in aumento del 6,2% dal 2024: assegni più ricchi grazie alla rivalutazione

Il Governo ha annunciato un nuovo aumento sulle pensioni: +6,2% sugli assegni dal 2024, grazie alla rivalutazione confermata nel Def. Ecco gli importi

Il Governo Meloni ha inserito le prime stime sulla rivalutazione delle pensioni all’interno del Documento di Economia e Finanza (Def): gli assegni aumentano del 5,4%, con l’aggiunto dello 0,8% legato all’inflazione, per un totale di 6,2% complessivo a partire dal 1° gennaio 2024.

Di quanto aumentano gli assegni e come cambia la rivalutazione delle pensioni nel 2024: confermate le sei fasce con tagli sopra i 2.100 euro.

Ecco i dettagli, i nuovi importi e le stime.

Pensioni, aumento +6,2% dal 2024: le previsioni nel Def

Scattano nuovi aumenti sulle pensioni a partire dal 2024: la conferma, con relative previsioni sui tassi di rivalutazione, è stata inserita nel Def approvato dal Governo Meloni. Cosa cambia dal prossimo anno?

Come abbiamo spiegato in un precedente articolo, le pensioni aumentano nel 2024 non solo grazie all’inflazione ma anche in adeguamento al costo della vita denotato dall’ISTAT.

Secondo le previsioni contenute nel Def, a partire dal 1° gennaio 2024 le pensioni dovrebbero aumentare del 5,4%, al quale si aggiungerà lo 0,8% arretrato di quest’anno per una rivalutazione complessiva stimata per il 6,2%, non molto distante dal 7,3% di rivalutazione applicata sulle pensioni 2023.

Secondo le stime sull’inflazione, e questa è un’ottima notizia, il tasso stimato dovrebbe scendere attorno al 2,4% nel 2024, e all’1,9% nel 2025.

Resterà confermata anche la rivalutazione piena solo per gli assegni fino a 2.100 euro, mentre per gli importi più elevati sarà applicata una decurtazione sull’aumento.

Pensioni, di quanto aumentano dal 2024?

Di quanto aumentano le pensioni nel 2024? Le stime prevedono l’applicazione delle sei fasce di rivalutazione che il Governo Meloni ha adottato sin da quest’anno: l’aumento pieno spetta per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo, ovvero fino a poco più di 2.100 euro.

Per tutti gli altri assegni di importo superiore l’aumento sarà pari al:

  • 85% per gli assegni tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo;

  • 53% per gli assegni tra le 5 e le 6 volte il trattamento minimo;

  • 47% per gli assegni tra le 6 e le 8 volte il trattamento minimo;

  • 37% per gli assegni tra le 8 e le 10 volte il trattamento minimo;

  • 32% per gli assegni superiori alle 10 volte il trattamento minimo.

Questo aumento, ovviamente, comporterà una spesa aggiuntiva per le casse statali, stimata a 318 miliardi di euro per il 2023, e 340,7 miliardi per il 2024.

D’altra parte, nel Documento di Economia e Finanza (Def) è stata calcolara anche una crescita dell’impatto della spesa previdenziale sul Prodotto interno lordo (Pil), che ha raggiunto il 16,2%.

Aumento delle pensioni dal 2024: i nuovi importi

Veniamo infine ai nuovi importi delle pensioni con gli aumenti previsti dal 2024: per chi e di quanto aumenta l’assegno grazie alla nuova rivalutazione?

Come abbiamo visto, la rivalutazione piena (al 6,2% secondo le stime) spetta solo per gli assegni inferiori a 2.100 euro. Ciò significa che:

  • un assegno da 1.000 euro godrebbe di un aumento pari a 54 euro al mese;

  • un assegno da 1.500 euro godrebbe di un aumento pari a 81 euro al mese;

  • per chi prende un assegno da 2.000 euro l’aumento sale a 108 euro al mese.

Salendo oltre la soglia limite, per esempio per un assegno pari a 2.500 euro l’aumento è pari a 114,75 euro (rivalutazione del 4,79%). Su un assegno pari a 3.000 euro, invece, l’aumento sarà pari al 2,86%, ovvero 85 euro al mese.

Chiaramente stiamo parlando di stime, oltre al fatto che a tali importi andranno poi sommati i relativi conguagli. Il tasso di rivalutazione definitivo sulle pensioni si conoscerà solamente verso la fine del 2023.

Quota 41 anche nel 2024? Discussione ancora aperta

L’aumento della spesa pubblica è legato anche alla questione della flessibilità in uscita: in questo senso, il Governo Meloni si sta interrogando sulle possibili alternative per il superamento della Legge Fornero.

Mentre inizialmente si pensava a una possibile proroga di Quota 41, ad oggi pare più plausibile la conferma di Quota 103 per tutto il 2024, ovvero la finestra di pensionamento con almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi versati.

Bisogna anche considerare che Quota 41 si rivolge a una platea di lavoratori particolarmente forti, che avrebbero anche altre opzioni di uscita dal lavoro in alternativa a quest’ultima.

D’altra parte non si possono ignorare quei lavoratori che hanno avuto delle carriere discontinue e dunque hanno maggiore difficoltà a trovare una tipologia di pensionamento adatta alla propria condizione.

Laura Pellegrini
Laura Pellegrini
Redattore, classe 1998.Sono veronese di nascita e milanese d'adozione. Mi sono Laureata in Comunicazione e Società presso l'Università degli Studi di Milano e sono da sempre appassionata di giornalismo e attualità. Entrata nel mondo dell'informazione grazie a uno stage curricolare, ho svolto per due anni l'attività di redattore e social media manager. Attualmente collaboro da remoto con Trend-online, la testata grazie alla quale ho lanciato il mio primo e-book, e con altre testate per la sezione di attualità. La mia ambizione principale è quella di costruire una carriera internazionale.
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