Pensione, cambia tutto dal 2023: si esce dal lavoro a questa età. Ecco quanti anni servono

Nodo pensioni da sciogliere per il Governo Meloni. la Legge di Bilancio 2023 prevederà una serie di incentivi e conferme sulle pensioni. Da alcune indiscrezioni si prevedono riconferme di Opzione Donna e Ape sociale e si lavora a Quota 41. Ecco quale sarà la nuova età pensionabile per il 2023 e quanti anni servono per uscire dal lavoro.

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Nodo pensioni da sciogliere per il Governo Meloni. La Legge di Bilancio 2023 prevederà una serie di incentivi e conferme sulle pensioni. Da alcune indiscrezioni si prevede la riconferma di Opzione Donna e Ape sociale e si lavora a Quota 41. Ma quale sarà la nuova età pensionabile per il 2023 e quanti anni servono per uscire dal lavoro? Vediamo subito cosa ci attende dal prossimo anno.

Il governo Meloni a lavoro sulla nuova Legge di Bilancio 2023. La corsa contro il tempo sta spingendo l’esecutivo di centro destra a valutare numerose misure fondamentali per il bene del Paese. 

Molti sono gli interventi da porre in essere circa l’aiuto alle famiglie soffocate dall’aumento dei costi di luce e gas. 

Sul tavolo del governo numerose le proposte su misure volte a sostenere gli italiani sul fronte della crisi energetica. Parrebbero riconfermati molti bonus posti in essere dal governo Conte e dal governo Draghi. 

Ma altro nodo da non far passare inosservato è legato alle pensioni. Numerose sono le indiscrezioni che circolano, si sta parlando insistentemente di Quota 41, fortemente sponsorizzata dalla Lega e Opzione Uomo, proposta da Fratelli d’Italia. 

La Legge di Bilancio dovrà provvedere, quindi, ad individuare i fondi necessari per la conferma degli scivoli per andare in pensione in anticipo e per evitare che dal primo gennaio 2023 si torni alla legge Fornero.

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, è al lavoro insieme all’intero governo per la riforma delle pensioni.

Ma già trapelano i primi dettagli. Si parte partirà da Quota 41 e verranno riconfermate Ape sociale e Opzione Donna, misure che supportano donne e lavoratori con mansioni usuranti e che rappresentano deroghe alle regole per andare in pensione.

I conti parlano chiaro. Si stimano circa cinque miliardi di investimento proprio per l’argomento pensioni, soprattutto per il rinnovo di Opzione Donna e dell’Ape Sociale e per un nuovo sistemi di incentivi, il tutto per bypassare un ritorno alla legge Fornero e rinnovare Quota 102.

Ma quali saranno i requisiti di accesso alla pensione dal 2023? E a quale età si potrà andare in pensione dal prossimo anno?

Pensioni, cambia tutto dal 2023: si esce dal lavoro a questa età. Ecco quanti anni servono

Che il neo governo Meloni stia spingendo da tempo su rendere maggiormente flessibile la Legge Fornero non è un mistero. 

Non è nascosto che lo schieramento capeggiato dal Premier Meloni voglia permettere a coloro che hanno una contribuzione elevata di andare in pensione prima dei 67 anni richiesti per la pensione INPS di vecchiaia.

La cosiddetta Quota 41 ha però notevoli costi da affrontare e probabilmente non sarà indipendente dall’età anagrafica.

Nel 2023, perciò, non sono previste modifiche ai requisiti di accesso rispetto alla legge Fornero. In parole povere, non ci sarà alcun adeguamento delle aspettative di vita perché l’emergenza sanitaria mondiale da Covid 19 le ha ridotte, determinando una stabilizzazione dell’età pensionabile.

In estrema sintesi, per il 2023 si andrà in pensione raggiunti i: 

  • 67 anni di età e 20 anni di contributi;
  • 71 anni e 15 anni di contributi;
  • 64 anni di età richiesti dalla pensione anticipata contributiva e 20 anni di contributi e un assegno pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale.

Se non si tiene conto dell’età anagrafica si potrà andare in pensione anticipatamente qualora si raggiungessero i 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, un anno in meno per le donne.

Ape sociale e Opzione donna, a quanti anni si andrà in pensione nel 2023

Indiscrezioni hanno fatto trapelare la riconferma delle due misure da parte del governo Meloni e da parte del neo ministro del Lavoro, Marina Calderone.

L’Ape sociale, in scadenza il 31 dicembre 2022, sarà sicuramente prorogata al 2023.

I disoccupati, gli invalidi, i caregiver e i lavoratori addetti a mansioni usuranti andranno in pensione con un’età anagrafica di 63 anni ma possedendo almeno 30 anni di contributi e 36 in caso di lavoro usuranti.

L’Ape sociale però non è una vera e propria pensione, ma è considerata un’indennità sostitutiva alla pensione pagata direttamente dallo Stato. 

Per Opzione Donna, invece, si tratta di una vera e propria pensione riservata solo alle donne.

L’Opzione prevede di andare in pensione a 58 anni o 59 anni nel caso delle lavoratrici autonome a fronte di 35 anni di contributi. Si potrà accedere ad opzione Donna soltanto se nate entro il 1963. 

Tuttavia, si sta lavorando per estendere i requisiti di possesso anche al 31 dicembre 2022, includendo così anche le nate nel 1964.

Quota 41, ecco la possibile età pensionabile

La proposta fortemente sostenuta dal Fratelli d’Italia di Quota 41 è allo studio del Governo Meloni. l’ipotesi della nuova Quota 41 prevede la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi e cui va però affiancata un’età anagrafica.

Alcune indiscrezioni parlano di un’età tra i 61 e i 63 anni, istituendo cosi una sorta di Quota 102, Quota 103 o Quota 104. Naturalmente la decisione spetterà al governo in base alle risorse disponibili, anche risulta papabile la sola Quota 103.