Pensioni più alte per chi lascia il lavoro nel biennio 2023-2024. Coloro che lasceranno il lavoro nel nuovo anno percepiranno un assegno leggermente più ricco per alcuni motivi. Ecco tutte le spiegazioni in merito.
Ultimi giorni per la manovra finanziaria 2023. Il governo Meloni sta correndo contro il tempo per garantire una Legge finanziaria a prevalente sostegno dele famiglie italiane.
Molti sono i pacchetti previste per aiutare i cittadini italiani in questo momento di forte crisi economica causato prevalentemente dalle conseguenze della crisi tra Russia e Ucraina.
A risentire di questo spostamento di risorse a sostegno delle famiglie la riforma delle pensioni.
Nella bozza della nuova Legge finanziaria sono previste alcune modifiche alla legge Fornero. Si tratterebbe di alcune revisioni che farebbero percepire la volontà del governo di mettere subito mano al sistema pensionistico italiano.
Lo sappiamo che cosi com’è strutturata la Legge Fornero non piace al governo Meloni. Nella Bozza della Legge di bilancio sono stare riconfermate per quest’anno opzione donna e l’APE sociale mentre è stata introdotta Quota 103.
Ma in attesa di una vera e propria riforma, molte sono le novità relative al sistema pensionistico italiano, soprattutto per quanto riguarda gli importi degli assegni.
Notizia di qualche giorno è stata l’aumento degli importi delle pensioni a seguito dell’adeguamento pari al 7,3%. Si tratta di un incremento frutto della rivalutazione annuale prevista per l’adeguamento al costo della vita a seguito dei dati comunicati dall’ISTAT il 3 novembre.
Ma oltre a questi aumenti, sono stati decisi aumenti degli assegni per coloro che andranno in pensione nel biennio 2023- 2024.
Vediamo nel dettaglio le motivazioni che hanno spinto verso questa decisione e di quanto aumenteranno gli assegni.
Pensioni, dal 2023 al 2024 assegni più alti? Ecco di quanto potrebbero aumentare e perché
In attesa della riforma delle pensioni, annunciata dal Governo Meloni per il 2023, le pensioni per il biennio 2023-2024 saranno certamente più alte.
Coloro che lasceranno il lavoro a partire dal 2023 vedranno elargirsi assegni più pesanti rispetto agli anni passati. Questo per effetto di modifiche al montante contributivo certamente più favorevole rispetto allo scorso biennio.
Nel dettaglio ad essere oggetto di modifica i coefficienti di trasformazione del montante contributivo.
Si tratta di un aumento degli assegni che toccherà tutti coloro che usciranno da lavoro in questo biennio. In buona sostanza a parità di contributi, chi lascerà il lavoro nel 2023 avrà un assegno mensile più alto rispetto a chi è andato in pensione lo scorso biennio.
I coefficienti di trasformazione contributiva servono a stabilire la quota contributiva della pensione. Questi sono stati applicati dal 2012 in poi e dal 2019 sono soggetti ad adeguamenti biennali rispetto alle speranze di vita degli ultrasessantacinquenni.
Negli anni passati, la vita media si è sempre allungata determinando un aggiornamento dei coefficienti al ribasso.
Un sistema inversamente proporzionale dunque, che determina a parità di montante contributivo, una riduzione degli assegni mensili all’aumentare delle speranze di vita.
Ma per il biennio 2023-2024 non sarà cosi. Questo perché le aspettative di vita si sono ridotte invece che incrementare, come già certificato nello scorso biennio, tanto da garantire importi uguali di assegno a parità di montante contributivo.
Va detto che i coefficienti di trasformazione non possono mai essere ridotti ma al massimo vanno lasciati invariati se la speranza di vita si riduce.
Pensioni più alte nel biennio 2023-2024, queste le motivazioni
Nei bienni passati, pre covid per intenderci, le speranze di vita sono notevolmente cresciute tanto da determinare un ribasso dei coefficienti di trasformazione cosi da bilanciare il montante contributiva e le aspettative di vita.
Per il 2023-2024 invece le cose sono cambiate. E’ il decreto interministeriale del 1 dicembre a stabilire un aumento dei coefficienti di trasformazione per il nuovo biennio.
Le motivazioni sono da attribuirsi all’aumento dei tassi di mortalità causati dal Covid 19 soprattutto fra gli anziani e della conseguente riduzione della speranza di vita.
Pensioni più alte nel biennio 2023-2024, questo un esempio
Secondo i nuovi coefficienti di trasformazione del montante, che tengono conto come abbiamo già detto delle speranze di vita, gli importi degli assegni di coloro che usciranno da lavoro a partire dal 2023 saranno certamente più alti rispetto a coloro che andranno in pensione in questi ultimi giorni di dicembre.
Questo perché sono più favorevoli le percentuali dei coefficienti che passano dal 2,01% al 2,92% per la fascia d’età 57-71 anni.
Ma facciamo un esempio.
Tizio ha 67 anni di età e un montante contributivo di 150.000 euro. Uscendo da lavoro nel 2022 percepirà un assegno mensile lordo di 643,21 euro.
Se Tizio compie i 67 anni nel 2023 con stesso montante contributivo, andrà in pensione nel 2023 con un assegno lordo di 660,35 euro. Questo aumento è frutto dei differenti coefficienti di trasformazione applicati.