Pensioni, dal 1° gennaio 2023 cambia l’aumento: 6 fasce di rivalutazione. Ecco gli importi

Pensioni INPS, molte le novità a partire da gennaio 2023. Scatta l’aumento delle pensioni e dei trattamenti minimi. Ecco tutte le novità in arrivo.

Pensioni INPS in modifica. Scattano da gennaio 2023 gli aumenti previsti per la rivalutazione e aumento delle pensioni minime. Nella nuova Legge di Bilancio previsto un nuovo sistema di aumenti a 6 fasce di reddito. Ecco tutte le novità.

Ottime notizie per i pensionati italiani. Il primo mese del 2023 porta buone notizie per i fruitori degli assegni pensionistici. Da gennaio 2023, infatti, scatteranno gli aumenti previsti nella legge di bilancio.

A confermarlo numerose voci della maggioranza e la bozza del testo della manovra ormai in via di approvazione.

A far aumentare gli importi degli assegni sarà la rivalutazione annuale dovuta ai dati sull’inflazione rilevati dall’Istat.

Secondo le stime preliminari infatti, nel mese di novembre 2022 l’indice dei prezzi al consumo ha fatto registrare un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’11,8% su base annua.

A causa di questi folli aumenti dei beni al consumo lo scorso novembre il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha firmato il decreto dove è prevista una rivalutazione record per il 2023, ossia il 7,3%.

Nella bozza della nuova legge di bilancio sono previste inoltre modifiche al sistema di indicizzazione delle pensioni al tasso di inflazione oltre un aumento delle pensioni minime il cui importo passerà dai 525,38 euro a 600 euro ma solo per gli over 75 e senza limiti di reddito

Vediamo allora nel dettaglio a chi spetteranno questi aumenti e il nuovo sistema a sei fasce.

Pensioni, dal 1° gennaio 2023 cambia l’aumento: 6 fasce di rivalutazione. Ecco gli importi

Da gennaio 2023 scattano gli aumenti delle pensioni INPS. A prevederli la bozza della legge finanziaria 2023. In buona sostanza si tratta di un aumento percentuale calcolato tenendo conto dei dati diffusi dall’Istat sui prezzi al consumo.

Il sistema economico italiano fa acqua da tutte le parti e i dati inflazionistici ce lo confermano, cosi come ci viene confermato che il potere di acquisto delle famiglie italiane è ormai sempre più basso.

Per far fronte a tale situazione di crisi dal 1 gennaio 2023 scatterà per gli importi pensionistici un aumento pari ad una percentuale massima pari al 7.3%.

Nella stessa Manovra finanziaria è previsto inoltre una rimodulazione del vecchio sistema di calcolo della perequazione delle pensioni. Il nuovo sistema si applica all’intero importo lordo della pensione e pertanto potrebbe risultare favorevole. 

Se il precedente sistema introdotto dal governo Draghi prevedeva tre scaglioni con rivalutazioni del 100%, del 90% e del 75%, quello previsto nell’attuale legge finanziaria ne prevede sei in relazione al reddito percepito con un meccanismo decrescente della percentuale a mano a mano che aumenta l’importo della pensione mensile.

In base al nuovo sistema di rivalutazione dunque:

  • gli assegni di 1.000 euro lordi vedranno aumentare la prestazione di 73 euro lordi;

  • quelli da 1.500 euro lordi aumenteranno di 109,5 euro;

  • quelli da 2.000 euro lordi aumenteranno di 146 euro;

  • quelli da 2.500 euro lordi aumenteranno di 155 euro;

  • quelli da 3.000 euro lordi aumenteranno di 117 euro;

  • quelli da 4.000 euro lordi aumenteranno di 136 euro;

  • quelli da 5.000 euro lordi aumenteranno di 135 euro;

  • quelli da 6.000 euro lordi aumenteranno di 138 euro.

Va sottolineato che l’assegno minimo gli over 75, aumenterà fino a 600 euro e se si somma la rivalutazione, i trattamenti minimi saliranno a 653 nel 2023 e 660 euro nel 2024.

Pensioni, questo il nuovo sistema di rivalutazione pensato dal Governo Meloni

La bozza della Legge di Bilancio 2023 ha previsto per quanto riguarda il sistema pensionistico alcune novità a partire dalla modifica del sistema di attribuzioni delle percentuali di rivalutazione.

È previsto infatti un sistema a sei fasce di reddito con percentuali di rivalutazione diverse a seconda degli importi degli assegni percepiti.

Secondo il nuovo sistema, infatti, la percentuale sarà del 100% della rivalutazione, cioè del 7,3% sulle pensioni fino a 2.101,52 euro. L’importo previsto come soglia rappresenta quattro volte il minimo lordo, fissato a 525,38 euro per tutti.

Le altre percentuali previste sono:

  •  l’85% del 7,3%, ossia il 6,2% per importi compresi tra 2.101,52 e 2.626,90 euro;

  • il 53% del 7,3%, ossia il 3,9% per importi compresi tra 2.627 e 3.152 euro;

  • il 47% del 7,3%, ossia il 3,4% per importi compresi tra 3.152 e 4.203 euro;

  • il 37% del 7,3%, ossia il 2,7% per importi compresi tra 4.203 e 5.254 euro;

  • il 32% del 7,3%, ossia il 2,3% per importi  sopra 5.254 euro.

Pensioni più alte da gennaio, questi i penalizzati dal nuovo sistema

Ad essere penalizzati dal nuovo sistema di rivalutazione a sei fasce saranno i percettori di pensioni mensili superiori a 2.627 euro.

Il nuovo sistema prevede infatti che all’aumentare dell’importo previdenziale assegnato la percentuale di rivalutazione scenderà.

Su una pensione ad esempio di 3.000 euro applicando la rivalutazione ancora in vigore a tre scaglioni percepirebbero un aumento di 209 euro lordi, per effetto dell’applicazione piena della percentuale di rivalutazione del 7,3%.

Con il nuovo sistema invece l’aumento sarà solo di 117  euro lordi. E così via.

 

 

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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