Pensioni, Draghi vuole superare la Fornero! Ecco come!

Mario Draghi ed il suo Governo hanno stilato una tabella di marcia serrata sul futuro delle nostre pensioni, che porterà a superare la Legge Fornero.

Mario Draghi ed il suo Governo hanno stilato una tabella di marcia serrata sul futuro delle nostre pensioni, che porterà a superare la Legge Fornero. Una decisione che potrebbe essere vista di buon occhio dalla maggior parte dei lavoratori e dei sindacati, che attendono con ansia una riforma della previdenza italiana. La strada da percorrere per rivedere completamente l’intero sistema pensionistico passerebbe, tra l’altro, da tre tavoli tematici.

Il premier Mario Draghi ha già in agenda un incontro con Cgil, Cisl e Uil: l’appuntamento è fissato per giovedì 20 gennaio 2022, quando si dovrebbe fare il punto della situazione sul futuro delle pensioni dei giovani e delle donne.

Pensioni: ecco come distruggere la Legge Fornero!

La riforma delle pensioni targata Mario Draghi, in linea teorica, dovrebbe portare ad un decisivo superamento della Legge Fornero e all’istituzione di quella che è già stata battezzata come la pensione di garanzia per i giovani. Tra gli obiettivi da raggiungere e che sono stati richiesti dai Sindacati, vi sono maggiori tutele e garanzie per le donne, per le quali si dovrebbe arrivare anche a riconoscere – ai fini previdenziali – il lavoro di cura che regolarmente stanno già svolgendo. Non è da escludere, tra l’altro, che Opzione Donna possa diventare, dal 2023, una misura, per andare in pensione anticipatamente, strutturale. Ma sicuramente il tavolo di confronto con i sindacati dovrà concentrarsi anche su altri due tavoli tematici: la flessibilità in uscita ed il rilancio della previdenza complementare.

Come abbiamo accennato, la tabella di marcia per superare la Legge Fornero è molto serrata. Lo step successivo è previsto per il 7 febbraio 2022, quando dovrebbe esserci il successivo incontro tra Sindacati e Governo. Nel corso di questo importante appuntamento le parti dovrebbero riuscire a tracciare un primo bilancio tra le varie posizioni. Perché quello che sicuramente è chiaro ad oggi è che Cgil, Cisl e Uil ci sono delle distanze enormi da colmare.

Pensioni, ecco come superare la Legge Fornero!

La strada per superare completamente la Legge Fornero è senza dubbio in salita. C’è ancora molto lavoro da fare. Per il momento il lavoro sulla previdenza nostrana è stato impostato su tre capitoli. Se ne discuterà la prima volta il 20 gennaio e poi si tenterà la sintesi politica il prossimo 7 febbraio. Ma proviamo a vedere quali sono i pilastri sui quali si dovrebbe basare la riforma delle pensioni.

Come abbiamo già accennato uno dei capitoli principali sul quale si dovrà basare il futuro previdenziale dei lavoratori italiani è la flessibilità in uscita. Ad oggi sono due le opzioni ordinarie: la pensione di vecchiaia a 67 anni, quella anticipata al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne. Come molti ben sapranno, i lavoratori per il 2022 potranno usufruire anche di Quota 102, che permette di uscire dal lavoro al raggiungimento dei 64 anni di età, con 38 di contributi. Lo scopo della riforma sarebbe quello di evitare che dal 1° gennaio 2023 le opzioni a disposizione si limitino alle due principali. In quel caso i requisiti sarebbero innalzati repentinamente. Al momento ci sono alcuni nodi da sciogliere, che, sostanzialmente, sono questi:

  • flessibilità legata alla natura contributiva;
  • equilibrio finanziario del sistema;
  • diverse aspettative di vita;
  • caratteristiche del lavoro, in particolare quello di cura e domestico delle donne.

Pensioni, sindacati sulla stessa lunghezza d’onda!

Sostanzialmente i sindacati sono sulla stessa lunghezza d’onda. L’idea è quella che sia necessario, in un modo o nell’altro, riconoscere il lavoro di cura e dare un maggior accento al rapporto tra equità e flessibilità.

Nessuno pensa di cambiare il sistema contributivo ma bisogna intervenire sul alcuni aspetti del sistema, dai giovani alle donne, dalla flessibilità in uscita alla previdenza complementare e tenere in considerazione i lavori gravosi perché non tutti i lavori sono uguali – spiega Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil -. Ci misureremo dunque sulla compatibilità sociale e su quella economica.

Certamente il secondo capitolo è quello più delicato, perché coinvolge i lavoratori più giovani. Ma anche quelli già avanti con gli anni, ma che, per tutta una serie di fattori, si siano trovati ad affrontare tutta una serie di discontinuità lavorative e una mancanza di crescita dei salari. Queste persone potrebbero rischiare di arrivare all’età della pensione e ricevere un assegno che non sia realmente adeguato al costo della vita. Per questo motivo i sindacati propongono una sorta di pensione di garanzia per i giovani.

Arriviamo, poi, al capitolo conclusivo (ossia il terzo), che è costituito dalle forme di previdenza complementare ed integrativa. Questo settore, in Italia, non riesce proprio a decollare. Su questo punto i sindacati ritengono che sia necessario aprire un dialogo.

Roberto Ghiselli, segretario confederale Cgil, spiega che è

importante che il governo abbia confermato l’intenzione di confrontarsi con l’obiettivo di arrivare ad una riforma previdenziale che dia stabilità al sistema e che cambi l’attuale impianto, nell’ambito di un percorso che conferma l’approdo ad un sistema contributivo. Altrettanto importante, aggiunge, è che tutti i punti della nostra piattaforma saranno oggetto del confronto, anche se siamo consapevoli che esistono delle distanze, come già è emerso rispetto al tema del ricalcolo contributivo.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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