Pensioni 2022: ecco i lavoratori che escono con Quota 41

In pensione con Quota 41: requisiti, domanda e scadenza! Ecco chi ha diritto a Quota 41? Il decollo di Quota 41 e il blocco dell'età pensionabile.

Pensioni Quota 41 precoci 2022. Pensionarsi con Quota 41, significa possedere un numero di contributi soddisfacenti già a 19 anni, per poi completare la carriera lavorativa con 41 anni di versamenti effettivi. Il legislatore tiene conto di chi si è lanciato nel mondo lavorativo in giovane età, tanto da agevolare l’accesso alla pensione.

In sostanza, si comprende che a 17 anni ci si può approcciare a un’attività lavorativa, nello stesso modo, si attivano i vantaggi contributivi ai fini del trattamento previdenziale.

È, importante capire che la contribuzione contemplata dalla normativa come “soddisfacente” entro i 19 anni, corrisponde a un anno di versamenti effettivi. Non si tratta di “cavillo” burocratico, ma di una norma prevista dalle disposizioni legislative che regolano la pensione anticipata Quota 41. 

Con 41 anni di versamenti effettivi, come esco dal lavoro con Quota 41 o la pensione anticipata ordinaria? Sotto il profilo dell’anzianità contributiva la differenza è davvero poca. Si ottiene una diminuzione contributiva di un anno e 10 mesi per gli uomini, mentre per le donne diventano solo 10 mesi.

Basti, pensare, che per la pensione anticipata ordinaria in media servono 42 anni e 10 mesi di versamenti se uomini, mentre il numero dei contributi scende di un punto per le donne posizionandosi a 41 anni e 10 mesi.

Per la pensione precoci servono 12 mesi nei primi 19 anni e 41 anni di versamenti comprensivi della carriera lavorativa. Il periodo temporale relativo alla finestra mobile d’uscita resta stabili per entrambe le misure a 3 mesi.  

E, anche, vero che questo argomento è forse uno dei più complicati da interpretare, per cui le domande corrono veloci. Non a caso risponderemo alla domanda di Gabriele che si chiede: “Chi ha lavorato prima dei 18 anni, quando va in pensione?”. 

Il piano previdenziale le differenze sono molteplici, infatti, i lavoratori che escono con Quota 41 non solo devono rientrare nel primo quadro della contribuzione reale, ma esistono delle tutele legislative da rispettare. Insomma, esistono più paletti che difatti limitano l’accesso al piano pensionistico. 

Una breve guida agli elementi principali che portano all’uscita precoci Quota 41. Ti spiegheremo, come funziona la misura e quali sono i requisiti necessari per non perdere il diritto alla pensione. 

Chi ha lavorato prima dei 18 anni, come va in pensione?

Ecco la risposta alla domanda di Gabriele che ci chiede: 

“Buongiorno, mi chiamo Gabriele ho 58 anni lavoro da quando ne ho memoria, più o meno sono operaio da 17 anni. Ho accumulato 41 anni di versamenti, sono a un punto della mia vita in cui non riesco più ad andare avanti, mi sento troppo stanco per vivere e troppo vecchio per lavorare. Spesso mi domanda se è giunta l’ora di abbandonare il lavoro per la pensione anticipata, se esiste la possibilità di ottenere delle agevolazioni sui requisiti. Grazie della risposta”. 

Aver iniziato a lavorare prima dei 18 anni non basta per rientrare nella pensione Quota 41 precoci. Esistono delle condizioni la cui assenza inficia la richiesta del diritto alla pensione.

Questo, perché, la prima norma disposta dal legislatore sulla pensione anticipata precoce ruota sulla presenza di 12 mesi di contribuzione effettiva prima dei 19 anni di età. Amalgamata a questa condizione vi sono altre regole da considerare, spiegate nei paragrafi successivi.

Pensioni 2022: ecco i lavoratori che escono con Quota 41

La Riforma Fornero ha cambiato anche la pensione Quota 41, oggi accessibile solo con un numero di anni pari a 41 di effettivi versamenti, se sussistono almeno un anno di contribuzione entro i 19 anni di età e, ancora, se appartenenti alle categorie di tutela.

In altre parole, vengono attivate le stesse norme di ammissibilità agevolate che regolano l’anticipo pensionistico Ape sociale 2022.

In sostanza, con decorrenza dal 1° maggio 2017 coloro che rientrano nelle categorie di tutela possono ottenere una riduzione sui requisiti previsti il trattamento pensionistico ordinario. Molto prima della legge Fornero per i lavoratori bastavano solo 40 anni di versamenti e poteva raggiungere il traguardo della pensione ancor prima dei 60 anni di età.  

I lavoratori con un montante contributivo accreditato al 31 dicembre 1995 utilizzando questa tipologia di pensione godono di un assegno pensionistico calcolato attraverso la modalità del sistema misto. Prevista una finestra mobile non più ampia di tre mesi, ovvero un periodo di tempo necessario per la decorrenza del trattamento pensionistico.

Infine, fino alla data del 31 dicembre 2026 non sono ammessi scatti connesse alla speranza di vita. 

Ecco i cinque profili di tutela ammessi alla pensione Quota 41 precoci 

Sicuramente non parliamo di una misura che abbraccia tutti i lavoratori, ma di una formula selettiva che permette il rilascio del diritto alla pensione solo per coloro che oltre alle linee principali innanzi descritte, rientrano nei profili di tutela.

Rientrano nella possibilità di aderire alla pensione Quota 41 precoci i lavoratori collocati in stato di disoccupazione per motivi dovuti alla chiusura del rapporto lavorativo per giusta causa, licenziamento e così via. È importante considerare che l’indennità di disoccupazione o altra forma di contributo erogato a sostegno del reddito deve essere conclusa da un periodo di almeno tre mesi. 

I lavoratori senza distinzione tra il settore dipendente o autonomo, che da un periodo non inferiore a sei mesi, si occupano della cura e assistenza rivolta al benessere del coniuge o di altro parente affine di 1° grado, a cui la Commissione ha riconosciuto un handicap grave, così come disposto dall’articolo 3, comma 3, Legge n. 104 del 5 febbraio 1992.

Ricordiamo che a partire dalla data del 1° gennaio 2018, la normativa ha previsto l’inserimento di ulteriori beneficiari, includendo nell’agevolazione i parenti affini di 2° grado. Tuttavia, sono presenti altre condizioni la cui presenza resta indispensabile per permettere il rilascio del beneficio.

In merito a quest’ultimo punto è necessario che il familiare convivente risulti affetto da handicap grave e abbia raggiunto i settanta anni di età o, ancora, in presenza di disfunzione invalidante, oppure, se risulti morto o scomparso. 

Rientrano nel beneficio i lavoratori senza distinzione tra il settore dipendente o autonomo, con un’accertata ridotta capacità al prosieguo del lavoro, a cui la Commissione ha rilasciato un’invalidità pari o maggiore della misura al 74%. 

Rientrano nel beneficio i lavoratori impiegati nei profili di lavoro gravosi indicati in chiaro dal decreto pubblicato il 5 febbraio 2018. Inoltre è indispensabile che l’attività indicato dal ministero del Lavoro risulti esercitata da un periodo temporale non più basso di sei anni rapportati agli ultimi sette o, ancora, se svolta in non meno di sette anni rapportati agli ultimi 10. 

Ammessi al beneficio i lavoratori che rientrano nei profili di lavoro come addetto agli incarichi usuranti o impiegati in lavoro notturni, se risultano un numero non più basso di 64 notti annue di lavoro, così come disposto dall’articolo 1 decreto legislativo n. 67/2011.

Come si perfeziona il requisito contributivo previsto per Quota 41 precoci?

Secondo le disposizioni previste dalla legge n. 228/2012, il lavoratore per aderire alla pensione anticipata precoci può avvalersi del cumulo di più periodi assicurativi anche se presente in più gestioni. Ai fini contributivi valgono anche le casse professionali. 

Nello stesso tempo, la tipologia contributiva agevolata non permette il cumulo con il reddito da lavoro, autonomo o dipendente fino al raggiungimento dei requisiti ordinari previsti per la pensione anticipata. 

Pensione anticipata precoci Quota 41 – Domanda 2022

L’ammissione alla pensione anticipata con la contribuzione agevolata prevede la presentazione di una doppia istanza. La prima viene inoltrata all’INPS come verifica del diritto alla pensione, mentre la seconda rappresenta la vera richiesta di pensionamento.  

Il lavoratore deve considerare tre periodi temporali per inviare l’istanza all’INPS, quali: 1° marzo 2022 (richiesta tardiva), il periodo successivo parte dal 2° marzo ed entro il 30 novembre 2022 (richiesta tardiva). Si, precisa, altresì che per la seconda istanza il richiedente dovrà possedere tutti i requisiti all’atto della richiesta. 

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