Pensioni, spunta fuori Opzione Uomo: tutti a casa a 58 anni, ma con un taglio fino al 30% 

Pensioni, tra le ipotesi per la riforma pensionistica spunta fuori Opzione Uomo: tutti a casa a 58 anni, ma con un taglio fino al 30%.

Il nuovo esecutivo sta studiando qualche soluzione in materia di pensioni. In particolare, spunta una nuova idea “Opzione Uomo” che consentirebbe ai cittadini di ritirarsi dal lavoro a 58 anni, ma con un taglio fino al 30% sul trattamento. Andiamo a vedere nel dettaglio le ultime.

Pensioni, spunta fuori Opzione Uomo: tutti a casa a 58 anni, ma con un taglio fino al 30% 

L’incubo Fornero è alle porte e, per scongiurare un suo ritorno con pensionamento a 67 anni, Fratelli d’Italia sta studiando una nuova possibilità: Opzione Uomo. Si tratta di un trattamento – gemello di Opzione Donna, che consentirebbe un’uscita anticipata con un assegno minore. 

Opzione Uomo potrebbe essere introdotta con la nuova riforma pensioni e sarebbe meno onerosa di Quota 41, voluta soprattutto da Matteo Salvini e da tutta la Lega, anche se comporterebbe un taglio dell’importo fino al 30% del totale. 

Insomma, per superare l’odiatissima Legge Fornero, o meglio, per abolirla, il partito guidato da Giorgia Meloni studia questo nuovo pensionamento anticipato che consentirebbe di andare a casa con 58 o 59 anni di età, in base alla tipologia di lavoratore, con almeno 35 anni di contributi maturati e con un ricalcolo dell’assegno tutto su base contributiva, come accade per Opzione Donna. 

Giorgia Meloni, vincitrice indiscussa delle elezioni, ha le idee ben chiare a riguardo; Opzione Uomo sarebbe un mix perfetto fra:

  • promessa elettorale di flessibilità in uscita dal lavoro
  • costi non troppo elevati per lo Stato.

L’unica rivale rimasta in gioco, in tema pensioni, sembra proprio essere la Quota 41 della Lega.

Pensioni anticipate, le ipotesi avanzate fino ad ora

Questo sentiero, però, lo stava già percorrendo il presidente uscente, il professor Draghi, che all’inizio, durante i primi tavoli sindacali, aveva lanciato l’ipotesi “Opzione Tutti”. Il principio è il medesimo di sempre: ok all’uscita anticipata dal mondo del lavoro per passare qualche anno in più in pensione, me pagando una sorta di “pegno”, anche in linea con il principio di equità con le nuove generazioni, che fanno già tutte parte del contributivo. 

Con il 31 dicembre 2022 scadrà ufficialmente Quota 102 e rimarrà solo i requisiti Fornero, che permettono di accedere alla pensione con 67 anni di vecchiaia, con almeno 20 anni di contributi, oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi a qualsiasi età, 41 anni e 10 mesi per le donne.

Opzione Donna

Ma non è solo Quota 102 in scadenza, poiché il 31 dicembre terminerà anche Opzione Donna, misura “spunto” di Opzione Uomo. Questa tipologia di pensionamento anticipato piace tutto al centrodestra, tanto che sia Lega che Fratelli d’Italia vogliono renderle strutturale.

Ormai, però, sembra che nel 2023 non ci sarà solo Opzione Donna, ma anche Opzione Uomo. O almeno, così auspica Meloni. Ecco, infatti, quanto asseriva durante la campagna elettorale sul pensionamento anticipato per le donne:  

“Vanno combattute le ingiustizie del sistema pensionistico. Un meccanismo simile (Opzione Donna) potrebbe essere studiato per le pensioni degli uomini.”

Leggi anche: Opzione Donna 2023, possibile proroga con il nuovo Governo Meloni. Ecco tutte le ipotesi

Quota 41, la bandiera della Lega

Come dicevamo poc’anzi, però, sul tavolo delle trattative c’è anche Quota 41, bandiera della Lega, oltre che le pensioni minime a 1.000 euro di Berlusconi. Quota 41, però, è sempre stata ritenuta molto onerosa per l’INPS, tanto che potrebbe arrivare a costare ben 18 miliardi in soli 3 anni. 

Tutti, però, sono d’accordo su un unico punto in materia “pensioni”: la Legge Fornero va bloccata per sempre

Opzione Uomo in Legge di Bilancio

C’è poco spazio in quella che sarà la Legge di Bilancio 2023. Per ora, infatti, non potranno entrare in gioco le misure identitarie, né Quota 41, tantomeno la Flat Tax. Il Governo Meloni dovrà fronteggiare:

  • emergenza energetica
  • la recessione
  • una crisi del lavoro con aziende che optano per la cassa integrazione o che non rinnovano i contratti a termine

In tutto ciò occorre inserire le pensioni, che dovranno essere rivalutate del 7.9% da gennaio, adeguate all’inflazione 2022; questo comporterà anche un aumento della spesa pensionistica che fra poco meno di tre anni, a fine 2025, sarà il 17.6% del PIL, pari circa a 350 miliardi di euro. 100 miliardi in più di 10 anni fa. 

Opzione Uomo, in ogni caso, arriverà a tagliare gli assegni delle pensioni dal 13 al 31 %. Il principio che sta alla base, infatti, sarebbe il seguente: prima esci, meno percepisci. Con Opzione Donna, infatti, i tagli sono arrivati anche fino al 35%, ecco perché non ha avuto molto successo.

Non resta altro da fare che attendere ulteriori aggiornamenti dal nuovo esecutivo. Cosa sceglierà il centrodestra?

Leggi anche: Pensione anticipata a 59 anni: finalmente un sospiro di sollievo! Ecco come funziona

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