Pensioni: addio Quota 100! Ufficiale. Arriva Quota 41

Il PNRR, piano nazionale di resilienza e ripartenza, finalmente si palesa mostrando quelle che sarà l'Italia del futuro. Il premier Mario Draghi ha riscritto il PNRR in un documento di 318 pagine per delineare i progetti che assorbiranno i 221,5 miliardi di euro di cui 30 miliardi di euro di fondo complementare. Quota 100 non è più sufficiente. Occorre andare oltre e puntare a quota 41.

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Il PNRR, piano nazionale di resilienza e ripartenza, finalmente si palesa mostrando quelle che sarà l'Italia del futuro. Il premier Mario Draghi ha riscritto il PNRR in un documento di 318 pagine per delineare i progetti che assorbiranno i 221,5 miliardi di euro di cui 30 miliardi di euro di fondo complementare. Il documento, che domani 24 aprile sarà portato in Consiglio dei Ministri, si snoda su 4 riforme e 6 obiettivi. In tema di pensioni, è consolidata la scelta di porre fine a Quota 100, con l'arrivo di Quota 41 anche se rimarrà un particolare meccanismo pensionistico per i lavori logoranti.

Pensioni: nel PNRR manca la riforma

La fase transitoria di applicazione della cosiddetta quota 100 terminerà a fine anno e sarà sostituita da misure mirate a categorie con mansioni logoranti. È quanto si legge nella bozza di Pnrr che decide di non prorogare la forma di pensionamento anticipato introdotto nel 2019 sperimentalmente per tre anni che consente l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per chi vanta almeno 38 anni di contributi con un’età anagrafica minima di 62 anni. Nessuna riforma, ma solo una conferma: il termine di Quota 100.

Dal 1 gennaio 2022, andare in pensione non sarà una passeggiata. Infatti rispetto a chi potrà far valere entro la fine del 2021 un'età di 62 anni e con 38 anni di contributi, dal 1 gennaio 2022 si devono aggiungere altri 5 anni. Senza una riforma, si dovrà attendere il compimento di 67 anni, per la pensione di vecchiaia, oppure raggiungere il requisito contributivo a 42 anni e 10 mesi per i lavoratori e per le lavoratrici 41 anni e 10 mesi, pensione di anzianità

Cosa accade a chi compie 62 anni a gennaio 2022, avendo maturato 38 anni di contributi? Non sarà contento, perchè in assenza di una riforma, dovrà lavorare ancora altri 5 anni, per andare in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi nel 2026 o aspettare il pensionamento di vecchiaia con 67 anni e nove mesi, addirittura nel 2029.

 

Quota 100 non è più sufficiente. Occorre andare oltre e puntare a quota 41. La pandemia ha cambiato tutti i parametri ed è ora di fornire alle aziende uno strumento valido per salvaguardare il mercato del lavoro, sia in entrata che in uscita dice il sottosegretario al Mef della Lega Claudio Durigon.

Pensioni: l'ipotesi Quota 41 si fa avanti

Ci sono lavoratori che potrebbero sfruttare quota 41, che è una delle ipotesi in campo per la riforma. Al momento questa formula è riconosciuta a chi ha almeno 12 mesi di lavoro effettuati prima del compimento dei 19 anni e può far valere 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2026.

I beneficiari di questa misura, devono però soddisfare alcuni requisiti. 

Disoccupati

Possono richiedere di andare in pensione con Quota 41 quei lavoratori che si trovano in stato di disoccupazione a causa di licenziamento, anche collettivo, o licenziamento per giusta causa.

Caregivers 

Anche per queste figure speciali, è possibile andare in pensione con 41 anni di contributi. L'altro requisito è quello di assistere da almeno sei mesi, il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. 

Invalidi

Siano in possesso di una certificazione rilasciata dalle commissioni medico legali dell'AUSL che riconoscano l'invalidità civili di grado almeno pari al 74 per cento.

Lavori Gravosi

Per questi lavoratori, l'esercizio dell'attività lavorativa si sia concentrata su lavori logoranti incluso le attività alla linea catena, i lavori notturni, la conduzione di veicoli di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti al trasporto collettivo.

Pensioni: chi può usi l'Isopensione

Tra i soggetti lavoratori che si salvano dallo scalone dei 5 anni che si realizzerà nel 2022 portando l'età pensionabile a 67 anni, si salvano coloro che fino al 2023 potranno beneficiare dello scivolo di 7 anni per andare in pensione anticipata

Sfruttare l'accompagnamento alla pensione significa poter andare prima in pensione. Lo scivolo dei quattro anni è stato portato a sette anni con la legge 205/2017 nel triennio 2018-2020. Un emendamento alla legge di bilancio 2021 ha prorogato questo scivolo fino a dicembre 2023 (ultima decorrenza ammessa 1° dicembre 2023 con risoluzione del rapporto di lavoro il 30 novembre 2023).

I beneficiari dell'Isopensione, sono i lavoratori che raggiungono nel triennio 2021-2023 i 60/61 anni (se l'esodo è finalizzato all'accesso alla pensione di vecchiaia) oppure i lavoratori che nel predetto periodo temporale raggiungono i 35/36 anni di contributi (se l'esodo è finalizzato all'accesso alla pensione anticipata). Al requisito anagrafico si affiancano anche i seguenti requisiti:

  • aziendali: imprese che impiegano mediamente più di 15 dipendenti.
  • tipologia di rapporto di lavoro : il lavoratore deve essere un dipendente assunto con contratto a tempo indeterminato.;
  • presenza di un accordo sindacale avente per oggetto esodi resosi necessari per poter ristrutturare l'azienda o riorganizzarla: in altri termini in caso di eccedenza del personale, il datore di lavoro, in presenza di accordo sindacale consente al lavoratore che ha i requisiti di contribuzione o anagrafico di andare in pensione fino a 7 anni di anticipo.

L'importo mensile che il lavoratore percepisce con la procedura di isopensione è esattamente l'importo che percepirà in via teorica al momento di cessazione del rapporto di lavoro per effetto del raggiungimento dei requisiti di pensionamento.