Pensioni Quota 41, pessima notizia: salta fuori il tetto d’età! Cosa cambierà nel 2023

Sul tavolo del governo Meloni Quota 41, Opzione tutti e mix di quote per un'uscita flessibile prima di 67 anni. Prevista una penalizzazione dell'8% e premi.

Nel 2023 ci sarà Quota 41 abbinata a un requisito anagrafico? Chi potrà accedere all’uscita flessibile anticipata prima dei 67 anni? I primi interventi del Governo Meloni puntano all’ingresso di Opzione tutti con un’uscita flessibile anticipata, ma anche all’introduzione di  un tetto d’età per Quota 41 e alla generazione di un nuovo mix di quote. Si intravedono i primi elementi introduttivi della Riforma pensioni, per cui è stato previsto uno stanziamento di un miliardo di risorse a copertura delle prestazioni pensionistiche 2023. 

Pessime notizie per tanti lavoratori che attendevano con ansia l’ingresso d’importanti novità per andare in pensione con tranquillità. L’ultimo trimestre dell’anno scivola velocemente (forse) troppo, considerato che in tanti perderanno la possibilità di collocarsi in quiescenza con le attuali misure pensionistiche e così arriva al capolinea l’era di Quota 100 e 102.

I canali di pensionamento si assottigliano sempre di più, pesa l’assenza d’interventi significativi del nuovo governo. Il vero problema, è che le regole ordinarie portano direttamente ad abbracciare la Fornero con una quiescenza non prima dei 67 anni di età, abbinata a un’anzianità contributiva di 20 anni.  E, si stringe anche su Quota 41 ordinaria, l’unica possibilità di pensionamento a 41 e 42 anni e 10 mesi, per il 2022 senza il limite d’età. La stessa regola varrà anche per il 2023?

Il nuovo governo Meloni avrà l’ardito compito di salvare le pensioni degli italiani. Tuttavia, non è detto arrivi un “miracolo”, ma almeno sarebbe opportuno contenere i danni. 

Nelle ultime settimane, complice l’ingresso della nuova Legge di Bilancio stanno circolando tantissime teorie sulla nuova riforma pensioni. Ecco, perché si passa repentinamente da Quota 102 a Opzione tutti a seconda dell’interpretazione si possono salvare tutti o meno.

Il vero problema, è che tanti cittadini cercano di capire quale sarà la soluzione migliore per andare in pensione. Per questo motivo, cercheremo di approfondire l’argomento per comprendere i vantaggi o meno con l’applicazione delle nuove norme pensionistiche. 

Pensioni Quota 41, pessima notizia: salta fuori il tetto d’età! Cosa cambierà nel 2023

Iniziamo nel comprendere esattamente quali sono i criteri che portano a pensare all’introduzione di Quota 41 tutti, sebbene la misura sia sempre stata contestatissima. C’è anche da dire che in campagna elettorale i termini previdenziali ribattezzati con Quote hanno un notevole impatto mediatico, anche perché in un passato molto recente tale meccanismo (età anagrafica e contribuzione) è stato utilizzato per introdurre la possibilità per il lavoratore di aggrapparsi a un’uscita flessibile anticipata.

Ecco, come è nata Quota 100, purtroppo però, dopo è subentrato la questione dello scalone quinquennale, per cui è stata introdotta Quota 102. L’uscita anticipata a 64 anni e 38 anni di contributi scade il 31 dicembre 2022, esiste anche la possibilità ordinaria che prevede il perfezionamento solo della parte contributiva.

Molti lavoratori preferiscono utilizzare Quota 41 per l’uscita dal lavoro, questo perché permette ancora un calcolo dell’assegno pensione con il sistema misto. Purtroppo, è stato introdotta una finestra mobile, per cui tutti coloro che maturano 41 e 42 anni e 10 mesi di contribuzione, devono pianificazione il progetto di pensionamento considerando tre mesi di finestra d’uscita.   

D’altra parte, si tratta di un pensionamento ordinario sfruttato moltissimo, specie da coloro che hanno iniziato una carriera lavorativa in giovane età. L’assenza del requisito anagrafico porta a un pensionamento anche a 57 anni di età, per coloro che hanno intrapreso un percorso lavorativo già a 16 anni, per cui 41 anni di contribuzione più l’età anagrafica d’ingresso nel mondo del lavoro porta a un collocamento a riposo a 57 anni. 

Un pensionamento totale con sola Quota 41 arricchito solo del requisito contributivo, premia chi inizia un percorso lavorativo da ragazzo/a. La verità è che questa tipologia di pensionamento su un decennio pesa nelle casse dell’Istituto un valore di più alto di nove miliardi.

Una stima che non collima con il concetto di una spesa sostenibili.  In teoria, a incidere non è solo Quota 41, ma anche il blocco all’aspettativa di vita, il differimento della misura anticipata per la tutela della donna, come appunto Opzione donna.

E, ancora, la misura nata per diverse categorie di maggior tutela, come appunto Ape sociale. Oltretutto, secondo la Ragioneria generale a questi fattori va aggiunta la gradualità della rivalutazione automatica delle pensioni, nell’insieme tutti questi elementi hanno gravato sulla spesa previdenziale facendo oltrepassare un punto di PIL. Un’ulteriore variabile ruota sull’incidenza dell’inflazione di circa 24 miliardi per il 2023. 

In pensione a 62 anni con Quota 41, ma non per tutti 

Per il 2023 il governo italiano ha previsto uno stanziamento di circa un miliardo di euro da destinare agli interventi sulle pensioni. Un pacchetto di risorse irrisorie, per questo motivo le previsioni vertono nell’introduzione del requisito anagrafico alla misura Quota 41. 

Le previsioni portano all’uscita dal lavoro a 61 o 62 anni. Il che porterebbe il nuovo Esecutivo ha generare un nuovo mix, partendo anche dalla proroga di Quota 102 o l’ingresso di Quota 103.  Tuttavia, non si esclude la non presenza del vincolo anagrafico per diversi settori lavorativi. Peraltro, le ipotesi più accreditate portano a sganciare il requisito dell’età in presenza di un’anzianità contributiva maturata in 41 anni.

Nel paniere previdenziale non si esclude una Opzione tutti, un sistema che incorpora le stesse caratteristiche della misura Opzione donna. Ciò che va detto, è che non si conoscono i parametri penalizzanti, ma si presuppone che la misura permetta un’uscita a 62 anni abbinata a un montante contributivo di 35 anni.

È possibile che per un pensionamento a 66 anni sulla quota retributiva venga applicata una penale nella misura dell’otto per cento, come non si escludono premi o gratifiche particolari per chi supera il limite anagrafico.  

Per maggiori informazioni sulla pensione donna 2023, si consiglia la lettura di questo articolo: “Opzione Donna 2023, possibile proroga con il nuovo Governo Meloni. Ecco tutte le ipotesi”

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