Perché l’Italia elimina il Reddito di Cittadinanza e gli altri Paesi no? Con il Governo Meloni è finito il capitolo da molti criticato del Reddito di Cittadinanza.
La sua abolizione per i cittadini occupabili, dunque, coloro che possono svolgere un’attività lavorativa, ma sono disoccupati, è prevista per il prossimo mese di agosto 2023, mentre per tutti gli altri dal 1° gennaio 2024, eccezione fatta per chi è, appunto, inoccupabile.
La domanda che sorge spontanea ai più, però, è la seguente: Perché l’Italia elimina il Reddito di Cittadinanza e gli altri Paesi no? Andiamo a scoprire insieme la risposta.
Perché l’Italia elimina il Reddito di Cittadinanza e gli altri Paesi no? L’esempio tedesco
Come abbiamo accennato poc’anzi, il Reddito di Cittadinanza ha i giorni contati, poi, sarà sostituito da un’altra misura di cui ancora non sappiamo niente, ma che sarà indirizzata unicamente agli inoccupabili, che sono:
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cittadini con più di 60 anni
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persone con figli a carico
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invalidi o disabili
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cittadini con membri della famiglia non autosufficienti a carico
Ma, perché l’Italia elimina il Reddito di Cittadinanza e gli altri Paesi no? Rispondiamo subito a questa domanda facendo l’esempio della Germania che ha anch’essa una misura identica all’italianissimo Rdc.
Nello specifico, lo Stato tedesco ha deciso non di eliminare il sostegno, ma bensì di incrementarlo di 50 euro al mese per i 5 milioni di cittadini che lo percepiscono mensilmente (si pensi che i cittadini italiani percettori di Rdc sono solo 3 milioni)
Il perché di questa scelta è stato spiegato dal Ministro del Lavoro tedesco, Hubertus Heil, secondo cui la misura del Reddito di Cittadinanza sarebbe uno strumento di assistenza di Stati sociali al passo coi tempi.
In particolare, il sostegno di contrasto alla povertà proteggerebbe in modo affidabile i cittadini in crisi economica in stato di bisogno. Si tratta, infatti, di “solidarietà sociale“.
Sempre in Germania, inoltre, è stato anche ridimensionato il meccanismo di sanzioni per tutti coloro che non partecipano ad attività formative o che non inoltrano domande di lavoro.
In Italia, invece, accade l’esatto opposto: chi non partecipa ad attività e corsi formativi e non si adopera per cercare un lavoro perde il sussidio.
Ma continuiamo ad analizzare il perché l’Italia elimina il Reddito di Cittadinanza e gli altri Paesi no, con un altro esempio: quello spagnolo.
La Spagna e il suo Ingreso Minimo Vital
In Spagna abbiamo una prestazione quasi equivalente al Reddito di Cittadinanza: l’Ingreso Minimo Vidal, che non è altro che un reddito minimo di sussistenza.
Si tratta di una prestazione volta a prevenire il rischio di povertà ed esclusione sociale delle persone che vivono sole o che, pur essendo in famiglia, non hanno gli strumenti economici necessari per soddisfare i propri bisogni più impostanti, quali la spesa, l’acquisto di vestiti e altro.
Proprio come il Reddito di Cittadinanza, questo si configura come un diritto soggettivo ad ottenere un beneficio economico di Previdenza Sociale.
L’IMV, in poche parole, garantisce un livello minimo di reddito a chi si trova in una situazione di difficoltà economica e ha l’obiettivo di assicurare a chi lo percepisce mensilmente un reale miglioramento delle opportunità di inclusione sociale e lavorativa.
Sul sito dell’IMV, inoltre, leggiamo:
“Funziona come una rete di sicurezza volta a consentire il passaggio da una situazione di esclusione alla partecipazione alla società. Contiene nella sua progettazione incentivi per l’occupazione e l’inclusione, articolati attraverso diverse formule di cooperazione tra amministrazioni.”
Non solo dobbiamo porci questa domanda “Perché l’Italia elimina il Reddito di Cittadinanza e gli altri Paesi no?”, ma dobbiamo chiederci, perché in Spagna, come del resto in Germania, questo è aumentato nel 2023?
Nel 2023, infatti, per l’Ingreso Minimo Vital è previsto un aumento dell’ 8,5%, come mai? Semplice, perché anche questa prestazione sarà indicizzata all’inflazione, pari all’8,5%, proprio come stipendi e pensioni.
Perché l’Italia elimina il Reddito di Cittadinanza e gli altri Paesi no, la scelta del Governo Meloni
In sostanza, il Governo Meloni ha scelto di risparmiare sulla misura pentastellata per favorire altre prestazioni, come l’Assegno Unico e Universale erogato alle famiglie con figli a carico da zero a ventuno anni e per incrementare pensioni e stipendi.
Per questi ultimi, però, ancora non si parla di salario minimo, attuato dalla quasi totalità dei Paesi UE ma non dall’Italia, ma semplicemente di aumenti relativi al taglio del cuneo fiscale. Inoltre, ancora si sa poco, se non nulla, della nuova misura di contrasto alla povertà che prenderà piede da gennaio 2024.
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