Profughi ucraini: posto di lavoro e 300 euro, ecco i fortunati!

I profughi ucraini che stanno arrivando nel nostro paese hanno la concreta possibilità di avere un lavoro, secondo le loro competenze, e un sostegno di 300 euro.

L’Italia si è detta da subito in prima linea per favorire l’aiuto necessario ai profughi ucraini e non si tratta solo di aiuto morale o di accoglienza, ma anche di denaro e lavoro.

Il nostro Paese ha dunque messo in pratica i suoi proponimenti, progettando dei percorsi formativi e lavorativi per tutti i profughi ucraini scappati dalla guerra e arrivati nel nostro paese.

Tra questi progetti, uno in particolare, di cui ci parla dettagliatamente il sito Ipsoa, riguarda i Consulenti del Lavoro in concomitanza con le Province e i consigli provinciali. 

Un altro aiuto, oltre al lavoro, riguarda un sostegno economico di 300 euro per tutti i profughi ucraini che, arrivati in Italia, si ricongiungeranno con le loro famiglie. Ma andiamo con ordine. 

I consulenti del lavoro sono pronti ad inserire i profughi ucraini nel mondo del lavoro italiano

I Consulenti del Lavoro italiani, tramite la loro fondazione nazionale, hanno messo a disposizione le loro competenze e la loro professionalità per permettere di far incontrare la richiesta di lavoro dei profughi ucraini, con l’offerta delle aziende e dei datori di lavoro italiani.

Tutto questo avverrà con la collaborazione delle province e con la supervisione dei Consigli provinciali. L’obbiettivo è creare una vera e propria rete di assistenza che possa aiutare i profughi ucraini dall’accoglienza, alle pratiche burocratiche, a trovare tirocini formativi o contratti di lavoro. 

Tirocini formativi per i profughi ucraini

Il primo importantissimo passo per aiutare i profughi ucraini a trovare la collocazione più adatta nel mercato del lavoro italiano è iniziare con i tirocini formativi. Ecco perché tantissimi interventi del nostro Paese sono finalizzati proprio a questo, a sostenere i profughi attraverso tirocini formativi retribuiti che possa permettere loro di mettere direttamente in campo le loro competenze

I tirocini formativi vengono organizzati grazie al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro in collaborazione con i Consigli provinciali, la Fondazione Lavoro e la Fondazione Studi.

Ecco le tre fasi essenziali affinché i profughi ucraini possano trovare un posto di lavoro:

  • 1) tramite le onlus, verrano intercettati i profughi ucraini;
  • 2) tramite la Fondazione del Lavoro, ogni profugo avrà un proprio profilo di lavoro, basata su competenze, istruzione e professionalità;
  • 3) infine la Fondazione Studi veicolerà le candidature più adatte verso le realtà lavorative adeguate, facendo incrociare profili con offerte di lavoro. 

L’obbiettivo finale per aiutare i profughi ucraini sarà creare un insieme multi-stakeholder che comprende enti locali, associazioni ucraine, parti sociali, onlus, in grado di rispondere “concretamente” ai bisogni dei rifugiati di guerra.

I profughi ucraini possono già lavorare per aziende e famiglie italiane?

Certo che sì! Possono lavorare per aziende e famiglie italiane, indipendentemente da qualsivoglia accordo pubblico.

Aziende private e famiglie possono assumere autonomamente profughi ucraini con contratti a termine o tirocini, oppure con collaborazione a partita iva.

L’accesso al lavoro è uno degli aspetti più importanti per far fronte nel migliore dei modi al massiccio arrivo dei rifugiati di guerra ucraini. 

I profughi ucraini possono lavorare anche senza permesso di soggiorno

Questo cosa significa, che i profughi ucraini non avranno bisogno del permesso di soggiorno pur essendo extra-comunitari? No, ne avranno bisogno, ma potranno iniziare a lavorare sin da subito, ovvero sarà sufficiente presentare il codice che dimostri la presentazione della richiesta per il permesso, fatta in Questura. Questo sarà sufficiente per iniziare a lavorare regolarmente nel nostro paese. 

Tutto questo, ovviamente, in deroga a quanto accade secondo la normativa ordinaria, per tutti gli altri immigrati extra-comunitari. 

Intanto le prime assunzioni stanno già avvenendo, come ci conferma il Sole 24 Ore. I dati sono confermati Confagricoltura ad Assindatcolf.

È da tener presente che questo lasciapassare in deroga ad ogni normativa, durerà solo un anno, ovvero tra un anno bisognerà sincerarsi che i lavoratori ucraini assunti, abbiano effettivamente ottenuto il permesso di soggiorno.  

I profughi ucraini potranno usufruire anche di corsi di formazione e lingua italiana

I profughi ucraini oltre ad avere la possibilità di lavorare sin da subito (anche in ospedale, in clinica e nelle RSA secondo il decreto legge in deroga alla normativa, 21/2022), potranno partecipare a corsi di formazione creati appositamente per loro e a corsi per imparare al più presto la lingua italiana (essenziale per poter lavorare al meglio delle proprie possibilità). 

In ospedale, nelle cliniche e nelle RSA boom di assunzioni di profughi ucraini

Il decreto legge 21/2022 in deroga ad ogni normativa precedente per l’assunzione di lavoratori extracomunitari nel settore sanitario, ha stabilito che i profughi ucraini potranno essere assunti direttamente dalle strutture pubbliche, dalle cliniche private o dalle RSA, con contratti a termine o con collaborazione a Partita Iva

Per loro, per i rifugiati, basterà auto-certificare di avere le competenze sanitarie giuste per quel tipo di lavoro. Dopo aver affrontare un colloqui con alcuni valutatori esperti, potranno iniziare a lavorare. 

Per i profughi ucraini arriva anche un sostegno economico di 300 euro, ma non per tutti!

I profughi ucraini arrivati in Italia che si ricongiungeranno alle loro famiglie, avranno diritto ad un rimborso una tantum di 300 euro!

Lo ha dichiarato l’Associazione Nazionale datori di lavoro domestico firmataria del CCNL di settore.

Questi rimborsi di 300 euro non saranno destinati a tutti, però, ma solo ai profughi ucraini che si ricongiungeranno con la loro famiglia e saranno ospitati presso i loro parenti entro il terzo grado, che già vivevano in Italia.  Questo importo non è aumentabile e non è ripetibile. 

Le richieste per il rimborso di trecento euro potranno essere inviate a partire dal 1° maggio 2022, inviando una e-mail a questo indirizzo elettronico: [email protected]

Per poter scoprire dettagliatamente tutti i posti di lavoro disponibili per i profughi ucraini, potete leggere questo dettagliato articolo della mia collega Sharon Zaffino.

Le profughe ucraine lavoreranno in modo regolare come badanti, questo mette in crisi tutte coloro che non lo sono!

Visto che tra le profughe ucraine appena arrivate, chi deciderà di lavorare come colf o badante, lo farà avendo firmato un contratto di lavoro regolare, tutto il settore adesso è sotto pressione, perché, inutile prenderci in giro, ma di badanti non regolari è piena l’Italia. 

Secondo l’Ispettorato Nazionale del Lavoro è ormai arrivata l’ora di cambiare passo e di smetterla di prendere persone a lavorare in nero.

Del resto, dei quasi 800mila cittadini ucraini in Europa, l’Italia è il paese che ne detiene la più larga fetta. Si parla di 236mila ucraini. 

Con l’arrivo di di colf e badanti ucraine che lavoreranno in modo regolare, diventa ancora più urgente mettere in regola le badanti che già vivevano e lavoravano in Italia, ma che non sono mai state in regola.

È per questo che l’8 marzo l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha comunicato la priorità dell’assunzione e regolarizzazione di colf e badanti provenienti dall’Ucraina, “avuto riguardo delle residue pratiche ancora in trattazione“, per agevolare la mobilità territoriale e le eventuali ricongiunzioni familiari dei profughi ucraini. 

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